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lunedì, Dicembre 16, 2024

Overshoot day, a 50 anni dalla Conferenza di Stoccolma consumo di risorse quasi raddoppiato

In occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente è stato annunciato l'Overshoot Day 2022, vale a dire il giorno in cui entreremo in debito con le risorse naturali del Pianeta. L’umanità vive come se avesse a disposizione 1,75 Terre

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

È stata annunciata la data dell’Earth Overshoot day: sarà il 28 luglio 2022. C’è una brutta notizia: l’umanità consuma più risorse di quelle che Madre Natura riesce a rigenerare e, infatti, viviamo come se avessimo a disposizione 1,75 Terre. Tuttavia, se vogliamo trovare un lato positivo in questo ambito, possiamo riconoscere che siamo in possesso delle conoscenze tecniche necessarie a trovare un punto di equilibrio.

Il dato a livello mondiale è solo l’ultimo degli avvisi decisamente pessimistici che, ogni anno, vengono formulati dal Global Footprint Network che è il centro di studi internazionale che calcola l’impronta ecologica dell’uomo.

Più dell’80% delle persone vive in Paesi che richiedono alla natura molto più di quel che gli ecosistemi riescono a rigenerare. A questo proposito molti studiosi ripetono spesso – e a buon diritto – che se il mondo fosse una banca sarebbe già stato salvato e che, invece, il conto corrente ambientale dei cittadini e degli Stati, anche se in diverse sfumature, viene tragicamente lasciato in rosso.

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Gli italiani consumano più risorse della media globale

Come abbiamo evidenziato nel nostro approfondimento sull’Overshoot day dell’Italia, i Paesi non consumano tutti alla medesima velocità poiché ve ne sono alcuni che corrono sensibilmente di più rispetto agli altri. Tra questi casi assai poco virtuosi, purtroppo, c’è anche quello dell’Italia che, infatti, accumula un debito superiore alla media mondiale: il nostro stile di vita ci spinge a consumare come se se avessimo a disposizione quasi tre Pianeti.

Se vivessimo in un sistema autarchico nel quale ogni nazione dovesse utilizzare solo quel che il proprio suolo (e aria) nazionale mette a disposizione, avremmo bisogno di una superficie 5,3 volte superiore a quella lungo la quale si estende la nostra penisola. Anche se non siamo in assoluto nella top 10 degli Stati con il consumo pro capite di risorse più alto, questo quadro ci deve spingere a riflettere sul fatto che non possiamo puntare il dito sugli altri, sentendoci assolti virtualmente perché vi è chi spreca un numero maggiore di materie prime ed energie. Per continuare ad usare i colori, il nostro Paese nella mappa dell’insostenibilità è disegnato di rosso scuro.

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L’uomo ha sempre sfruttato le risorse: cosa è cambiato?

Coloro i quali non vogliono rendersi conto della gravità dell’attuale situazione spesso tendono a ripetere che l’umanità ha sempre sfruttato le risorse senza curarsene. Ciò è assolutamente vero, ma il concetto va contestualizzato. Innanzitutto, anno dopo anno, nonostante guerre e malattie, la popolazione mondiale continua a crescere in maniera esponenziale ed il numero degli abitanti del pianeta Terra viene ripetutamente aggiornato facendo registrare nuovi record. Dall’altro lato la nostra specie ha imparato a consumare una quantità di risorse impressionanti: non si tratta solo di quanta frutta cogliamo dagli alberi, ma di quante emissioni gettiamo in atmosfera, bruciando combustibili fossili, tagliando boschi e inquinando mari e oceani.

Non ci limitiamo quindi a consumare i frutti del Pianeta, ma riduciamo anche la possibilità che ha la Terra di generare la capacità biologica, vivendo in una situazione di deficit di biocapacità sostanzialmente crescente dalla rivoluzione industriale sino ai giorni nostri.

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Perché si è superato il punto di equilibrio negli anni ‘70

Se l’umanità, a partire dall’era industriale, consuma in maniera insostenibile, perché il limite è stato superato solo a partire da circa cinquant’anni? Per decenni abbiamo potuto vantare un credito che si era accumulato nei millenni: inquinavamo ed erodevamo le risorse, pur rimanendo sotto il punto di equilibrio. L’umanità ne era cosciente? A livello globale la consapevolezza delle persone in questo ambito era assai minore rispetto ad oggi, ma già si faceva strada. Nel 1968 venne indetta dall’Assemblea Generale dell’Onu la prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano che avrebbe avuto luogo nel 1972 – proprio negli anni del passaggio da una situazione ancora sostenibile all’inizio dell’inarrestabile trend di deficit.

Nel 1969 venne pensata, a scopo educativo e informativo, la Giornata della Terra divenuta oggi un avvenimento internazionale fondamentale (celebrato il 22 aprile di ogni anno).

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Perché l’Overshoot day 2022 viene annunciato il 5 giugno

L’Earth Overshoot day (quello globale) – almeno fino a quando cadrà nel secondo semestre dell’anno solare- , viene annunciato ogni 5 giugno, ovverosia durante la Giornata mondiale dell’ambiente. Già sappiamo che, rispetto al 2021, la situazione è ulteriormente peggiorata considerando che il nostro deficit ci ha portato a registrare consumi pari a quelli di 1,75 Terre (contro le 1,7 del 2021 e le 1,6 del 2020, anno di parziale arretramento a seguito delle restrizioni della pandemia).

L’edizione 2022 del World Environment Day sarà celebrata a Stoccolma, in concomitanza col cinquantesimo anniversario della prima Conferenza mondiale sull’ambiente che ebbe luogo nella città svedese nel 1972 e durante la quale venne istituita questa ricorrenza.

A distanza di mezzo secolo il motto di allora (#OnlyOneEarth) è tuttora valido e sta ad indicarci quanto sia fondamentale tornare a vivere in maniera sostenibile, come già predicato cinque decadi fa quando la bilancia aveva da poco iniziato a sbilanciarsi verso l’attuale situazione da bollino rosso.

Pensate che all’interno del documento che fu redatto – la nota Dichiarazione delle nazioni unite sull’ambiente umano – nella parte dedicata ai “principi” già allora veniva riportato che:

 “Le risorse naturali della Terra ivi comprese l’aria, l’acqua, la terra, la flora e la fauna, e particolarmente i campioni rappresentativi degli ecosistemi naturali, devono essere preservati nell’interesse delle generazioni presenti e future, attraverso un’adeguata pianificazione e gestione. La capacità della Terra di produrre risorse rinnovabili essenziali deve essere mantenuta, e, sempre che sia possibile, ristabilita e migliorata (…) Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo tale da non rischiare il loro esaurimento ed in modo tale che i vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione siano condivisi da tutta l’umanità”.

A ulteriore dimostrazione di come, dopo tanti anni, bisogna passare dalle parole ai fatti.

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