In Italia ogni anno quasi 400 mila tonnellate di pneumatici nuovi vengono montati sulle nostre auto, scooter, autobus e tir. Una volta che dovremo cambiarli perché troppo usurati o bucati, che fine faranno tutti questi penumatici fuori uso (PFU)? Parte viene riciclata per diventare ad esempio un campo da tennis, parte incenerita nei cementifici. Ricostruiamo in sintesi coi numeri la filiera del riciclo dei pneumatici grazie al report L’Italia del Riciclo 2020 di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE UNICIRCULAR.
350.538 Le tonnellate di pneumatici fuori uso che, secondo le elaborazioni del ministero dell’Ambiente, che sono stati raccolti e gestiti in Italia nel 2018. La gestione consortile (ECOPNEUS e ECOTYRE) ha trattato l’88% del totale (308.473 tonnellate) dei PFU raccolti. Il restante 12% (42.064 t) è stato gestito dalle imprese (gestione indipendente);
267.427 Le tonnellate di PFU avviati a recupero nel 2019 dai consorzi ECOPNEUS e ECOTYRE;
57% La quota di materiali ricavati dai PFU avviati a recupero di materia (economia circolare) sul totale dei materiali recuperati;
43% La quota di materiali ricavati dai PFU avviati a recupero di energia come combustibili, prevalentemente in impianti di produzione del cemento;
151.143 Le tonnellate di materie prime secondarie recuperate dai PFU, di cui 120.236 tonnellate di gomma (80%), 28.515 di acciaio (19%) e 2.392 tonnellate di tessile (1%). I principali mercati di sbocco del polimero di gomma riciclato dagli PFU sono le infrastrutture sportive, i manufatti e le pavimentazioni stradali.
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