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Bentrovate e bentrovati alla trentottesima rassegna internazionale a cura di EconomiaCircolare.com. Nel menù di oggi trovate green jobs, transizione ecologica e circolare; necessità di materie prime critiche e rispetto dei diritti; fine vita delle bioplastiche. Ma anche riciclo tossico del piombo, COP30 e comunicazione climatica.
Buona lettura
RICICLARE IN CASA CONVIENE:
800 MILIONI DI INVESTIMENTI SE LA PLASTICA RESTA NEL REGNO UNITO”
Il Regno Unito potrebbe creare 5.400 posti di lavoro entro il 2030 fermando l’export di rifiuti plastici e investendo in impianti di riciclo locali. Un nuovo report stima la nascita di 15 impianti, 800 milioni di investimenti privati e un valore economico annuale di quasi 900 milioni di sterline. I ricercatori chiedono la chiusura delle falle normative che rendono più conveniente esportare i rifiuti invece che riciclarli.
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BIOPLASTICHE, ESPERTI A CONFRONTO SUL FINE VITA: TRA COMPOSTAGGIO, RICICLO E RIUSOEsperti del settore si dividono sull’efficacia di compostaggio, riciclo o riuso come metodi per gestire il fine vita delle bioplastiche. Le differenze nei materiali, la confusione tra i consumatori e la mancanza di infrastrutture adeguate rendono complessa la gestione. Tutti concordano però sulla necessità di sistemi di gestione integrati e design intelligenti per garantire la circolarità dei materiali.
Leggi su Packaging insights |
MINERALI CRITICI, DIRITTI IGNORATI: LA RESISTENZA SÁMI CONTRO LE MINIERE EUROPEEPer garantire la sicurezza energetica e la transizione verde, l’UE promuove l’estrazione interna di minerali strategici. In Norvegia e Svezia, però, i progetti minerari incontrano l’opposizione delle comunità Sámi, che temono danni irreversibili a cultura, ambiente e tradizioni.
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RICICLO DELLE BATTERIE E PIOMBO:L’INDUSTRIA DELL’AUTO SAPEVA MA HA IGNORATO L’ALLARME SANITARIOPer oltre vent’anni, l’industria automobilistica è stata informata che il riciclo di batterie al piombo stava avvelenando persone, soprattutto in Africa e America Latina. Iniziative come “Green Lead” e “BEST Standard 1001”, volte a rendere più sicura la filiera non hanno avuto successo. I bambini vicino agli impianti presentano drammatici livelli di piombo nel sangue.
Leggi sul New York Times |
LA BUFALA DEI BIO-CARBURANTI IN UE:CON 120 MAIALI PER AUTO L’INDUSTRIA SPINGE PER UN’ECOLOGIA ILLUSORIAUna possibile “scappatoia biofuel” nella normativa UE sulle auto rischia di far schizzare la domanda di grassi animali e oli esausti ben oltre i limiti sostenibili. Secondo T&E, un’auto alimentata a grassi animali richiederebbe ogni anno l’equivalente di 120 maiali. In uno scenario al 2050, la domanda europea potrebbe superare di 2-9 volte le disponibilità sostenibili, compromettendo la decarbonizzazione di settori come aviazione e shipping.
Leggi sul sito di Transport & Environment |
GREEN BOND E PERFORMANCE:COME INVESTIRE SENZA DEVIARE DAGLI INDICI DI RENDIMENTO GLOBALISebbene il mercato delle obbligazioni verdi stia crescendo, rappresenta ancora solo il 2,7% dell’indice Bloomberg Global Aggregate. Ciò crea un dilemma per gli investitori che vogliono aumentare l’esposizione green senza discostarsi troppo dal profilo rischio/rendimento del benchmark. Strategie proposte includono tilt verdi, portafogli core-satellite e ribilanciamenti settoriali.
Leggi su Anthropocene Fixed Income |
COP30: VINCE IL FRONTE DEL PETROLIOLa COP30 si è conclusa a Belém con un accordo privo di riferimenti diretti ai combustibili fossili. La mancanza di impegni concreti ha favorito Paesi produttori di petrolio come Arabia Saudita e Russia. Nonostante l’allarme scientifico, l’assenza degli Stati Uniti e le divisioni tra Nord e Sud globale hanno impedito un piano operativo per la transizione energetica. Le nazioni più vulnerabili temono che il mondo non sia politicamente disposto a rispondere alla crisi climatica.
Leggi sul New York Times |
“POLITICAL OVERSHOOT”: IL CAMBIAMENTO CLIMATICORICHIEDE UN NUOVO LINGUAGGIO POLITICOChristopher Shaw, esperto di comunicazione sul clima, propone un concetto di “political overshoot”: sospendere temporaneamente alcuni principi del liberalismo, come l’individualismo e il tecnocrazia, per costruire una comunicazione climatica più inclusiva ed efficace. Le attuali strategie, basate su responsabilità individuali e narrazioni tecnocratiche, non bastano più. Serve un linguaggio politico che riconnetta società, comunità e ambiente, ricostruendo il tessuto sociale per una transizione ecologica giusta e condivisa.
Leggi sul Green European Journal |



