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venerdì, Novembre 15, 2024

“L’Italia deve ridurre le emissioni del 92% entro il 2030”, ecco il report di Climate Analytics

Pubblichiamo il report integrale di Climate Analitycs sugli obiettivi di riduzione di gas serra riguardanti l'Italia. Per Marica Di Pierri, portavoce di A Sud che è la prima firmataria dell'azione climatica contro lo Stato italiano, il nostro Paese dovrà "triplicare letteralmente gli impegni"

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Redazione EconomiaCircolare.com
Ha fatto molto discutere il nuovo report di Climate Action Tracker (CAT) che anticipa le preoccupazioni sulla scarsa efficacia che avrà la Cop26. Nel report diffuso ieri “Gap di credibilità di Glasgow per il 2030” gli scienziati di CAT hanno calcolato che, con le promesse e gli impegni in campo (inclusi quelli in ballo a Glasgow), il mondo si avvia verso un riscaldamento di +2,4° C entro la fine del secolo.
Il CAT è un consorzio internazionale cui partecipano prestigiosi enti di ricerca in materia climatica, tra cui Climate Analitycs, organismo di massima autorevolezza sulla scienza e le policy del clima che ha realizzato uno specifico report sul nostro Paese, diffuso oggi. Secondo i dati dello studio per rispettare gli accordi di Parigi l’Italia dovrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 92% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Il report di Climate Analitycs sull’Italia

Il report è stato pubblicato per la prima volta nella sua versione integrale con il titolo “Obiettivi e politiche climatiche dell’Italia nel rispetto dell’Accordo di Parigi e delle valutazioni di Equity globale”. Lo studio è stato commissionato dall’associazione A Sud come allegato dell’atto di citazione nell’ambito della prima azione legale climatica contro lo Stato italiano, lanciata a giugno.
In base ad un’analisi imparziale ed accreditata delle acquisizioni della letteratura scientifica, Climate Analytics ha calcolato tale percentuale in conformità ai principi di equità, di responsabilità comuni ma differenziate e di capacità che caratterizzano il diritto climatico. La stima è stata formulata considerando la responsabilità storica e attuale del nostro paese e la sua capacità tecnologica e finanziaria.
Secondo Climate Analytics, l’attuale obiettivo dell’Italia rappresenta un livello di ambizione cosi basso che, se altri paesi dovessero seguirlo, porterebbe probabilmente a un riscaldamento globale senza precedenti di oltre 3°C entro la fine del secolo. Il carbon budget residuo dell’Italia (ovvero il tetto massimo di gas serra emettibili) tra il 2020 e il 2030, che risulta compatibile con il suo fair share nel perseguimento dell’obiettivo di temperatura a lungo termine dell’Accordo di Parigi, ammonta al massimo a circa 2,09 GtCO2eq. Se gli attuali livelli di emissioni dovessero continuare, già nel 2025 l’Italia esaurirebbe il suo fair share di emissioni rilasciabili nel periodo tra il 2020 e il 2030″.
Secondo Marica Di Pierri, portavoce di A Sud che è la prima firmataria dell’azione climatica contro lo Stato italiano, “il dato emerso dal report di CAT conferma ancora una volta che nessun Paese sta facendo la sua parte e che l’Italia non fa eccezione. Al centro del dibattito deve esserci la necessità di varare politiche climatiche ben più ambiziose come quelle calcolate per il nostro paese da Climate Analytics. Si tratta, nel caso dell’Italia, di triplicare letteralmente gli impegni attuali mirando per il 2030 ad una riduzione del 92% dei gas serra emessi in atmosfera rispetto ai livelli del 1990. Solo cosi l’Italia può fare la sua parte per garantire stabilità climatica e tutela dei diritti umani fondamentali in Italia e nel mondo.”
Nei giorni scorsi a sostegno della causa contro lo Stato è stata lanciata una petizione su Change.org per chiedere al governo italiano di aumentare considerevolmente i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti.

 

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