Una gestione virtuosa dei rifiuti rappresenta una sfida per tantissime città, soprattutto per quelle di grandi dimensioni. Le prospettive future sulla quantità di rifiuti che le aree urbane di tutto il mondo si troveranno a gestire non sono poi confortanti: si stima che le tonnellate di rifiuti prodotte dalle città arriverà a 2,2 miliardi nel 2025, insieme a una popolazione mondiale che per il 70% abiterà in zone urbane entro il 2050.
Una situazione già difficile da affrontare, e spesso poco a sostegno dei principi di economia circolare, ha spinto la società americana di tecnologia Rubicon a sviluppare soluzioni innovative per la gestione di rifiuti, del riciclo e per la creazione di città intelligenti, da presentare ad aziende e amministrazioni.
La forza della strategia Rubicon si trova nella lotta alle discariche tramite la creazione di una grande rete affidata a piccoli camionisti: lo scopo è quello di creare un’alternativa alle grandi aziende del settore che fanno affari interrando rifiuti invece di puntare sul riciclo. Con questo spirito innovativo, Rubicon ha dato vita al sistema tecnologico RubiconSmartCity basato sulla raccolta e condivisione di dati per un efficientamento della gestione dei rifiuti tramite un servizio fornito proattivamente dall’amministrazione cittadina. Quindi non si attendono i problemi per risolverli ma si cerca di prevenirli, ed è questo il cuore della visione di smart city per Rubicon: la condizione della città può essere migliorata con un monitoraggio continuo per mezzo della raccolta di informazioni. In un contesto come quello americano, dove approssimativamente il 65% dei rifiuti è destinato a discarica, innovare il sistema della gestione di rifiuti in un’ottica di maggior controllo e circolarità ha assunto per Rubicon lo scopo di tutta la sua attività.
Controllare per risparmiare
La tecnologia RubiconSmartCity è tutt’altro che un approccio futuristico di come gestire le città. Michael Ferrari, socio amministratore di Atlas Research Innovations racconta che “aziende come Rubicon ci stanno facendo assaporare questo futuro, usando un avanzamento nella raccolta dei dati per fornire cambiamenti alla città, ma senza alcuna drastica interruzione del nostro modo di vivere di tutti i giorni”. Un esempio di questo utilizzo avanzato dei dati lo troviamo proprio nei centri di raccolta e riciclo. È qui che avviene la raccolta dati di tutte le operazioni svolte. Localizzazione del veicolo, percorso svolto e scarico dei rifiuti, tutto viene registrato e trasmesso in tempo reale alle piattaforme di gestione dei dati, che in questo modo corrono in aiuto agli operatori ecologici per individuare cassonetti pieni, contaminazioni nella differenziata e abbandono di rifiuti ingombranti.
“Crediamo che il potere dei dati sia centrale nell’aiutare i clienti a comprendere le loro sfide legate ai rifiuti” riportano i realizzatori del report 2019 di Rubicon “Towards a Future Without Waste” (Verso un futuro senza rifiuti). In alcune realtà americane, possedere informazioni in tempo reale e dati aggiornati tramite la tecnologia di Rubicon non si è trasformato esclusivamente in una maggior efficienza del sistema. Nella città di Atlante, Georgia, RubiconSmartCity ha permesso un risparmio di oltre 700.000 dollari annui, adattando il servizio di raccolta in quattro giorni (invece di cinque) e diminuendo i percorsi e le ore di lavoro per guidatore. Rubicon stima infatti che attraverso la tecnologia RubiconSmartCity le città americane potrebbero risparmiare fino a 208 milioni di dollari nei prossimi 10 anni, grazie proprio alla potenzialità di avere dati sempre a portata di mano.
Per un futuro a rifiuti zero
Oltre al grande risparmio in termini economici, il controllo tecnologico del conferimento delle frazioni ha fatto sì che la quantità di rifiuti destinati a discarica scendesse del 83%, grazie a una riduzione delle impurità nella differenziata del 57%. Tecnologie e innovazioni, quelle messe in campo da Rubicon, capaci di facilitare una transizione verso un’economia circolare, eliminando il primo ostacolo: i rifiuti.
La condivisione delle tecnologie
Lavorando per un futuro zero waste, questa realtà americana, oltre che sulla riduzione dei rifiuti, tiene conto di altri cardini dell’economia circolare, come il prolungamento del ciclo di vita del prodotto e la creazione di sistemi rigenerativi. E la circolarità per Rubicon è tutto, anche nelle relazioni, nello scambio di informazioni. La continua condivisione delle tecnologie ha infatti portato il progetto a collaborazioni con società che si occupano di ambiente in Asia, Europa e America centrale. Condividendo gli strumenti creati, Rubicon supporta le amministrazioni locali nel risparmiare in costi di gestione e migliorare le operazioni svolte, tramite tecnologie che permettono una raccolta continua di dati aggiornati. Punto cardine delle soluzioni sviluppate e poi condivise in tutto il mondo è sempre la stretta relazione tra piccoli camionisti, operatori ecologici e clienti. Come con RubinconPremier, piattaforma che riunisce clienti, camionisti e dati sulle operazioni svolte, adottata anche in alcune località giapponesi per permette un miglior monitoraggio dell’intero sistema, dalla quantità di rifiuti raccolti al loro abbandono illegale. Ma la nuova frontiera per Rubicon è presentare ai propri clienti tecnologie avanzate per un controllo completo delle condizioni della città. È stata progettata infatti una fotocamera da inserire nei veicoli che permette di riconoscere problemi che possono ostacolare la pulizia delle strade, la condizione del manto stradale e la presenza di macchine parcheggiate. Parliamo quindi di un monitoraggio a 360 gradi.
Necessità di nuove soluzioni per la plastica
Nel suo ruolo di promotore dell’economia circolare Rubicon è l’unica azienda di rifiuti e riciclo con sede nel Nord America ad aver siglato il nuovo accordo globale sulla plastica (New Plastics Economy Global Commitment) della Fondazione Ellen MacArthur, promosso per porre fine all’inquinamento da plastica. Ed è proprio la plastica a rappresentare un grande problema per gli Stati Uniti. Il paese è di fronte ad un grande dilemma: trovare una destinazione per tutta quei rifiuti che la Cina ha smesso di accettare da ormai qualche anno. E la sfida negli States sta nel trovare nuove soluzioni allo smaltimento della plastica, considerato che circa il 65 % dei rifiuti è ancora destinato alla discarica. Una situazione che Rubicon conosce bene e che continua a sfidare, provando, con i suoi camion, le sue App e il suo approccio smart a tracciare un cambio di rotta.
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