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lunedì, Dicembre 16, 2024

Sul nucleare Cingolani è impreciso e confusionario. Ecco perché

Fanfaluche quelle del ministro sul basso costo. Sicurezza? Bisognerebbe ripensare la fisica del reattore

Massimo Scalia
Massimo Scalia
Leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente e dei Verdi. Deputato (1987-2001), ha conseguito la chiusura del nucleare, le leggi sulle rinnovabili e sul bando dell’amianto. Già docente di Fisica Matematica all’Università “La Sapienza”-Roma è tra i padri dell’ambientalismo scientifico; suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020).

Oddio com’è ripetitivo Cingolani! Ha la fissa del nucleare e ammonisce, soprattutto gli ambientalisti “radical chic” (ma chi parla più così?): “Se non guardate i numeri rischiate di farvi male come mai successo in precedenza”. Il ministro, che non ha ancora capito che lo sconvolgimento climatico si abbatte drammaticamente su tutti, di quali numeri sta parlando?

Nucleare surclassato dalle rinnovabili

È vero che dobbiamo realizzare, in tutto il mondo e pure in fretta, un formidabile spostamento verso gli impieghi dell’elettricità in tutti i settori di consumo, ma il nucleare è lì rannicchiato da anni sotto il 2% dei consumi finali d’energia, superato alla grande dall’idroelettrico e nel 2020 anche dalle rinnovabili (energia eolica, energia solare per 3.100 TWh contro i 2.750 TWh dell’atomo).

Cingolani e il nucleare a basso costo? Fanfaluche

Già, ma c’è la IV generazione! Impreciso e confusionario come sempre, Cingolani biascica di IV generazione “senza uranio arricchito e acqua pesante”, per di più “a costo basso”. Perché non è andato a dare un’occhiata alla pagina online del Generation IV International Forum (GIF)? Nessuno dei sei reattori lì proposti, tre “veloci” e tre “termici” e peraltro gli stessi di venti anni fa quando il GIF nacque, corrisponde alle fanfaluche del ministro [1]. “A costo basso”? Sì, come la mitica generazione III “plus”, quella che Sarkozy voleva rifilare all’ingenuo Berlusconi e fortunatamente fermata in Italia dal “popolo sovrano” (referendum 2011), il cui esercizio, previsto per il 2012 a Flamanville (Francia), ancora non decolla, e con una quintuplicazione, al 2018, dei costi! Figuriamoci la IV generazione, per la commercializzazione della quale il GIF vaticina, senza vergogna, il 2030. Beh, bisogna avere un po’ di compassione per i pii desideri di un settore che già nel 1986 fu proclamato da Forbes come il più clamoroso fallimento industriale degli Usa.

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Questione sicurezza e ripensamento della fisica del reattore

Carlo Rubbia riprese, ovviamente più autorevole, la critica di fondo al nucleare, del quale la Fisica si è disinteressata da quando, sessanta anni fa, è divenuto materia per ingegneri: la necessità di un ripensamento generale della Fisica del reattore perché a garantire la sicurezza siano gli stessi principi fisici di funzionamento [2]. Così si predicava per i reattori “a sicurezza intrinseca” – chi ne parla più? – come quello progettato qui da noi da quel galantuomo, competente, di Maurizio Cumo. Ma senza successo di attenzione. Per questo Rubbia affermava: “Il nucleare classico, compreso quello di quarta generazione, non può aspirare a una diffusione su larga scala” (La Repubblica, 30 maggio 2007). Un altro radical chic, mentre Cingolani continua col suo tic nucleare a un livello tale da far sembrare quel letterato di Minopoli, presidente dell’AIN (Associazione italiana nucleare), come un Nobel candidate per la Fisica.

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[1] Nessun reattore di IV generazione, infatti, è in costrizione (ndr).

[2] Il reattore, cioè, si ‘autoregola’, e quando ad esempio viene superata una data temperatura, automaticamente il processo rallenta. E questo non grazie a sistemi di controllo esterni, come per i reattori di III e IV generazione, ma perché lo prevede la fisica che presiede al funzionamento del reattore stesso (ndr).

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