Ci sono vicende che hanno il merito (o il demerito, a seconda dei punti di vista) di sintetizzare complessità altrimenti difficilmente riassumibili. È il caso della direttiva Sup (l’acronimo indica i Single Use Plastics, cioè i manufatti realizzati con plastica monouso): quando il 5 giugno 2019 le istituzioni europee rendono pubblica la norma n°904 lo scopo è chiaro, per mirare alla “riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”.
A fare i maggiori danni, come è noto, è soprattutto l’uso selvaggio e indiscriminato della plastica, legata all’usa e getta e più in generale a un modello di produzione che da tempo ha mostrato di essere insostenibile. Ecco perché l’Unione europea ha scelto di affrontare il tema sancendo una serie di divieti per gli Stati membri – banditi, ad esempio, posate e piatti e molti altri oggetti – e invitando alla riduzione dei consumi su altri – tazze e bicchieri e contenitori per asporto.
Con il decreto legislativo n. 196 dell’8 novembre 2021 il nostro Paese si è finalmente adeguato al dettato comunitario. Lo ha fatto, però, a distanza di oltre due anni dalla direttiva europea. Con lo scopo dichiarato di salvaguardare la filiera delle bioplastiche e l’industria della carta.
Tra continui rinvii e infinite discussioni, che trovate riportate in questo Speciale. Alla nostra maniera, ovviamente: qui trovate sintetizzare le posizioni in campo, il parere degli esperti, l’analisi dei documenti (tra cui il documento esclusivo con il quale la Commissione europea boccia l’adeguamento italiano), le interviste agli attori in gioco.
La difficile applicazione della direttiva Sup mostra ancora una volta come attorno alla tutela dell’ambiente si giochi una partita fondamentale. Così come conferma l’ineludibile necessità dell’economia circolare. E, insieme a essa, la diffusione di un giornalismo costruttivo che continuiamo a tenere come stella polare. Anche per questo motivo, mentre attendiamo gli sviluppi di una vicenda che pare infinita, vi invitiamo a inoltrarci i vostri pareri e i vostri contributi. Buona lettura.
© Riproduzione riservata