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lunedì, Dicembre 23, 2024

Ue e Onu lanciano l’Alleanza globale per l’economia circolare: ecco di cosa si occuperà

A un anno dall’appello da parte della Commissione europea, 11 Paesi hanno aderito alla nuova alleanza globale che punta a una transizione ecologica che sia anche circolare “per una ripresa sostenibile dalla pandemia”. La Ellen MacArthur Foundation mette a disposizione la propria competenza

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Redazione EconomiaCircolare.com

La transizione ecologica dovrà necessariamente essere circolare. È la sintesi, estrema, di Gacere, l’Alleanza globale per l’economia circolare e l’efficienza delle risorse ( in inglese Global Alliance on Circular Economy and Resource Efficiency) che è stata lanciata il 22 febbraio. Promotrici dell’iniziativa sono l’Unione europea e l’Onu, attraverso l’attività della Commissione e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), in coordinamento con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido).

L’Unione europea leader della sostenibilità

L’Europa dunque conferma il suo ruolo guida nell’economia circolare e più in generale della sostenibilità ambientale: l’appello a un’alleanza globale era stato lanciato a marzo 2020 dalla Commissione europea, in occasione della presentazione del nuovo Piano d’azione Ue per l’economia circolare. A distanza di un anno sono 11 i Paesi ad aver aderito, che si aggiungono dunque ai 27 del perimetro comunitario: Canada, Cile, Colombia, Giappone, Kenya, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Perù, Ruanda e Sud Africa.

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All’ultimo G20 del 20, 21 e 22 novembre scorso, inoltre, dall’Europa era arrivata la richiesta di una riforma del WTO che metta la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico al centro dei futuri accordi commerciali internazionali. La creazione di un’alleanza globale per l’economia circolare appare dunque come la naturale prosecuzione di un percorso che recentemente ha annoverato non solo l’annuncio di un taglio importante delle emissioni di gas serra – il 55% della co2 entro il 2030 – ma anche l’istituzione di una valutazione del “danno non significativo” per i progetti e piani che dovranno essere presentati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

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I compiti di Gacere

Riunendo governi e reti e organizzazioni pertinenti, l’Alleanza globale punta a fornire, come si legge nel documento di lancio del 22 febbraio, “un impulso globale alle iniziative relative alla transizione all’economia circolare, all’efficienza delle risorse, ai modelli di produzione e consumo sostenibili e all’industrializzazione inclusiva e sostenibile”. Cosa vuol dire concretamente? Lo ha spiegato bene Jocelyn Bleriot, Executive Lead Institutions, Governments & Cities per la Ellen MacArthur Foundation.

“È un piacere vedere che i rappresentanti degli Stati qui presenti intendono l’economia circolare come una profonda e strutturale trasformazione e un cambiamento di sistema – ha detto il dirigente – Noi forniremo certamente delle analisi economiche di supporto ai Paesi ma anche definiremo le prospettive per il mercato privato, grazie alla presenza di una forte rete di innovatori che saranno impegnati nella transizione circolare. Possiamo anche fornire un contributo che abbiamo appena lanciato all’inizio dell’anno, ovvero gli obiettivi della politica per l’economia circolare, in maniera di allinearci a livello globale su standard condivisi in materia di ecodesign, infrastrutture, investimenti, opportunità, lotta all’obsolescenza programmata, riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti, recupero di risorse”.

Per una ripresa sostenibile dalla pandemia

Una direzione ampia, insomma, che è stata condivisa dal commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius. “La transizione verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, pulita e circolare è sempre più riconosciuta come una necessità per affrontare le crisi ecologiche che il mondo deve affrontare – ha dichiarato – L’economia circolare offre opportunità per stimolare l’innovazione e rendere la transizione più equa creando posti di lavoro verdi e riducendo gli impatti ambientali”.

Nelle sue osservazioni, LI Yong, direttore generale dell’Unido, ha dichiarato: “Avremo una soluzione promettente nelle nostre mani per salvaguardare e proteggere la ricchezza naturale del nostro pianeta dal clima, la biodiversità, le catastrofi del degrado degli oceani e del suolo e affrontare l’ambizione di sviluppare paesi per un’industrializzazione inclusiva e sostenibile, se scegliamo un percorso verso un’economia circolare e rendiamo giusta questa transizione. Ciò consentirà anche prosperità economica, opportunità di business, innovazioni e lavori verdi “.

Inger Andersen, diretttrice esecutiva dell’UNEP, ha infine affermato che “la circolarità e il consumo e la produzione sostenibili sono essenziali per realizzare ogni accordo multilaterale, dagli obiettivi di sviluppo sostenibile all’accordo di Parigi al quadro globale sulla biodiversità post-2020 che dobbiamo concordare presto. Sono essenziali per una ripresa sostenibile dalla pandemia”.

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