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giovedì, Maggio 16, 2024

Susanna Martucci, l’imprenditrice che dai rifiuti crea matite di design

Susanna Martucci è un'imprenditrice che è riuscita a creare un'azienda in grado di trasformare i rifiuti in matite di design. Il nome dell'azienda di Vicenza è Alisea ed è nata dalla volontà di dare nuova vita al materiale di scarto prodotto dalle imprese

Madi Ferrucci
Madi Ferrucci
Nata in provincia di Pisa il 26 giugno 1991. Laureata in Filosofia e diplomata alla scuola di Giornalismo della Fondazione Basso di Roma. Assieme a due colleghi ha vinto il Premio Morrione 2018 e il Premio Colombe d'Oro per la Pace 2019 con un’inchiesta internazionale sulla fabbrica di armi RWM in Sardegna. Ha lavorato a The Post Internazionale nella sezione news e inchieste. Collabora con Economiacircolare.com, il Manifesto e altre testate nazionali. Fa parte del collettivo di giornalisti freelance “Centro di giornalismo permanente".

Ci sono prodotti che si vendono e si consumano ed altri che hanno la capacità di far scoprire mondi nuovi e sono inconsumabili. Susanna Martucci oggi è un’imprenditrice dell’economia circolare: con la sua azienda Alisea va alla ricerca di materiali di scarto a cui dare nuova vita e una volta trovati li riporta sul mercato in una forma più bella, quella di un oggetto di design.

Susanna Martucci: i primi passi della sua carriera

A guidare la sua strategia d’impresa è l’idea di un commercio etico che ha maturato sin dai primi anni della sua formazione professionale: “Poco dopo la laurea in Legge all’Università di Bologna, nel 1981 sono entrata nella Mondadori che all’interno del settore commerciale assumeva giovani desiderosi di farsi strada. Mi occupavo di Walt Disney che al tempo produceva libri, video, corsi e molti altri prodotti destinati a formare le future generazioni”, racconta a EconomiaCircolare.com.

Subito si rende conto di non trovarsi in un semplice ufficio vendite, ma in un luogo in cui si trasmettono insegnamenti. Inizia ad interrogarsi su cosa significa vendere dei prodotti di questo tipo: “Un libro per molti era un’opportunità per crescere con la mente, per sfuggire a un contesto ostile e per crearsi un futuro migliore. Ai ragazzi non offrivamo oggetti ma valori e conoscenze, che sono delle merci molto particolari capaci di restare nel tempo, e di essere trasmesse e riutilizzate”, afferma.

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Susanna Martucci e la sua squadra di donne

Allora come adesso la possibilità per una donna giovane di fare carriera e arrivare ai gradi apicali di un’azienda era molto rara, alcune problematiche interne, però, spingono Mondadori a dover chiedere l’aiuto di Susanna e finalmente nel 1983 le viene affidata un’agenzia di vendite tutta sua. Rimarrà nella casa editrice fino al ‘94, quando decide di fondare una fiduciaria che chiamerà “Alisea”, come i venti sicuri e femminili che guidano i marinai nella navigazione.

La nascita di Alisea: dai rifiuti alle matite di design

Porta con sé nella sua nuova avventura una squadra di donne piene di iniziativa, con cui vende oggettistica di design. Le cose però non vanno troppo bene a causa della fortissima concorrenza cinese e Susanna inizia a pensare di non farcela. In un momento di sconforto si ritrova per le mani un piccolo quaderno di carta riciclata su cui è riportata la frase: “Fatto senza abbattere nessun albero”.

Le tornano in mente le parole di due professori, origliate per caso durante un viaggio in treno per Milano: “Quei due signori sul vagone treno in cui mi trovavo dicevano che il nostro mondo era poggiato su un’enorme pattumiera e che se non avessimo fatto qualcosa non ci sarebbe stato alcun futuro per i nostri figli. Aggiungevano poi che solo chi fosse riuscito a intuire questo bisogno di trasformazione avrebbe potuto continuare a fare business”, ricorda.

Quel quaderno era fatto da un artigiano vicentino. Susanna lo contatta, trova i materiali da riutilizzare e in poco tempo con l’aiuto delle sue collaboratrici riesce a venderne moltissimi. “Ho capito che poteva funzionare e con la mia squadra di donne siamo andate alla ricerca di tutti i materiali che i nostri clienti volevano buttare via per capire come riportarli in vita. Il materiale di scarto costava meno di quello vergine e i produttori iniziarono a capire che poteva essere conveniente anche per loro starci a sentire”. In quegli anni si parlava poco di economia circolare, ma il lavoro di Susanna anticipava quel concetto e creava un circuito virtuoso partendo dai rifiuti per arrivare fino al consumatore.

“È così che nel 2013 è nata Perpetua, la matita fatta di grafite riciclata, una polvere scura che finisce direttamente in discarica e che abbiamo trasformato in una piccola opera d’ingegno”, dichiara.

Perpetua ha un successo enorme, viene richiesta da moltissimi store e musei del design fino ad arrivare al MoMA di New York. Ma la ricerca non si ferma e Susanna nel 2015 incontra tre giovani di talento con cui ricerca nuove applicazioni della grafite nel settore della moda. Insieme ai giovani della start up innovativa WRÅD scopre che in alcuni scritti di Plinio si fa esplicito riferimento all’utilizzo della grafite come tintura e con il suo team decide allora di recarsi nei luoghi descritti in quelle pagine, dove ritrova una tradizione orale che ne tramanda ancora le tecniche.

L’innovazione come strumento per la ripartenza

Pochi mesi dopo nasce g_pwdr technology, il primo trattamento di tintura per capi e tessuti, richiesto da molti brand della moda per realizzare intere linee di abbigliamento. “Credo nell’innovazione, per questo nella mia azienda convive anche la start up dei giovani di WRÅD, da cui sto imparando moltissimo. La pandemia Covid 19 ha portato alla luce molte contraddizioni latenti anche nel mondo produttivo. La priorità in un momento di crisi è la sopravvivenza e la tutela dell’ambiente nell’immediato potrebbe passare in secondo piano. Per reagire dobbiamo continuare sulla strada dell’innovazione, guardando ai prodotti come a dei contenitori di valori da trasmettere alle prossime generazioni. Quelli non si consumeranno mai”, conclude.

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