Il futuro dell’auto è circolare?
di Daniele Di Stefano, Letizia Palmisano, Maurita Cardone e Antonio Carnevale
In questo Speciale abbiamo scelto di analizzare il settore automobilistico. Lo abbiamo fatto perché da una parte le automobili, almeno nell’accezione comune, sono sinonimo di inquinamento e dall’altro, però, costituiscono un fortissimo ambito di innovazione.
Tra interviste, storie e analisi, abbiamo cercato di appurare se l’economia circolare può essere il nuovo paradigma anche delle nostre auto.
Le norme europee impongono di riciclare l’85% in peso dei veicoli rottamati, ma in Italia ancora non abbiamo raggiunto questo obiettivo.
Dove sta il problema del nostro Paese – che di solito nel riciclo vanta eccellenze? E perché il settore dell’elettrico fatica ad attecchire, con la certezza che comunque sarà una rivoluzione per l’intero settore automobilistico?
D’altra parte l’Italia si caratterizza anche per essere la patria degli sfasciacarrozze: non solo cimitero di veicoli ma anche, e soprattutto, anello informale di economia circolare. È anche grazie a questo tipo di esperienze che è possibile riciclare e recuperare fino al 95% dei materiali di cui sono composte le automobili: si tratta di materiali fondamentali, dalle plastiche ai pnemautici.
In ogni caso i leader del settore automobilistico stanno già investendo in un futuro sostenibile, molto più che altri comparti industriali. Lo certifica uno studio del Capgemini Research Institute, dal titolo “The Automotive Industry in the Era of Sustainability”. Tuttavia, secondo lo studio, le aziende automobilistiche hanno ancora molta strada da fare per essere totalmente parte di un’economia circolare.
Lo sa bene ad esempio Rich Benoit, lo statunitense che attraverso un seguitissimo canale YouTube mostra come smontare e riparare le auto Tesla. Nonostante i tentativi dell’azienda di mantenere i segreti e la proprietà.
Per concludere: il giornalismo costruttivo che contraddistingue il nostro approccio ci fa ben sperare di ricevere ulteriori spunti e segnalazioni su un tema, ne siamo certi, che appassiona e divide allo stesso tempo e che resta fondamentale.
Non ci resta che augurarvi l’ormai consueta buona lettura.
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