Nella moda circolare, si sa, nulla va perduto. Abiti, scarpe e borse vengono concepiti e prodotti con fibre e materiali riciclabili per poi essere venduti a consumatori più attenti alla qualità e alla durata dei capi acquistati.
Con Infinite X, il primo marketplace in India dedicato alla moda sostenibile, la circular fashion segna un ulteriore passo in avanti.
L’innovativo servizio, non si limita soltanto alla vendita di capi e accessori realizzati dai migliori brand sostenibili del mercato, ma comprende un passaggio in più: il ritiro a casa del cliente alla fine della vita di utilizzo dei capi. Niente più abiti e scarpe che finiscono in discarica, dunque, ma una seconda vita per l’abbigliamento usato.
Il nuovo modello Infinite X: la moda circolare
Il modello circolare sviluppato dal market place indiano parte da un’attenta analisi delle due fasi del ciclo di vita di un prodotto: il pre e il post-consumo. Il percorso che fa una t-shirt dalla produzione fino a raggiungere il suo cliente finale rappresenta la fase pre-consumo. Il viaggio dal cliente alla discarica, o al prodotto riciclato, è chiamata invece fase di post-consumo.
E per Infinite X, il “new normal” non deve essere raggiunto soltanto con la riduzione dell’impatto ambientale nella fase di pre-consumo, ma va abbattuto il più possibile anche nella fase post. E la differenza la stanno facendo attraverso la creazione di veri e propri loop di prodotti circolari e semplificando la sostenibilità peri loro clienti.
All’interno di questi cicli troviamo solo marchi che seguono strenuamente pratiche sostenibili come l’uso di materiale organico al 100 per cento, materiali vegani, lavorazione ecocompatibile, oltre al commercio e il salario equo.
Catena fondamentale del loop sono poi tutti quei clienti consapevoli che mettono al primo posto la sostenibilità. E infine, ci sono i partner del riutilizzo, della rifabbricazione e del riciclaggio che completano questo ciclo.
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Infinie X: moda sostenibile all’opposto del fast fashion
L’approccio lanciato da Infinite X è diametralmente opposto al modello fast fashion in cui vestiti e accessori sono prodotti in serie di bassa qualità, indossati poche volte e gettati via; un modello di industria incredibilmente dispendioso e inquinante.
A livello globale, i dati sono spaventosi e in peggioramento. Secondo Common Objective, “l’industria della moda genera 13 chilogrammi di rifiuti per ogni persona sul pianeta… una discarica delle dimensioni della Francia piena di vestiti e tessuti gettati via”. E i numeri del riciclaggio non sono migliori con meno dell’1 per cento del materiale utilizzato per produrre indumenti che ad oggi viene riciclato.
Dati in controtendenza arrivano invece dal Second Hand Fashion Report di ThredUp del 2019, secondo cui la rivendita di capi usati sarebbe cresciuta 21 volte più velocemente rispetto al mercato dell’abbigliamento al dettaglio negli ultimi tre anni.
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