Al via l’edizione 2023 di Ecomondo, l’expo italiana dell’economia circolare, in programma dal 7 al 10 novembre alla Fiera di Rimini. I numeri, come al solito, sono impressionanti: nelle quattro giornate di manifestazioni ci saranno 80 eventi e oltre 200 ore di contenuti tra convegni e workshop, dislocati negli oltre 150 mila metri quadrati lordi di esposizione. Attesi oltre 1.500 brand espositori (+10% rispetto al 2022), mentre i buyer dall’estero sono arrivati a 300 e i delegati di associazioni industriali e di commercio e di governi sono 280.
Nelle parole di Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, la società organizzatrice di Ecomondo, «questa 26esima edizione di Ecomondo sarà la più grande di sempre. Sia per estensione di spazi espositivi, dato che coprirà il nostro quartiere fieristico per intero, sia per ricchezza di nuovi progetti. Ci sono tre “i” che caratterizzano la visione di Ecomondo 2023: innovazione, internazionalità e inclusione. Ecomondo diventa ecosistema della transizione ecologica che vive anche in altre regioni d’Italia e del mondo per presidiare nuovi mercati”.
Aumenta anche la presenza e la partecipazione di EconomiaCircolare.com. Potete trovarci dalle 9 alle 18:30 dal 7 al 10 novembre, al padiglione B3, stand n. 514 del Rimini Expo Centre, da dove trasmetteremo i nostri talk che portiamo in fiera. Si comincia oggi con l’incontro Informazione, consulenza e formazione oltre il greenwashing, che si terrà dalle 17 alle 18 presso la Textile Room Padiglione B3.
L’incontro sarà l’occasione per rifletttere sulla necessità di aggiungere nuovi tasselli al giornalismo costruttivo e al contrasto al greenwashing, con una proposta formativa che metta al centro l’ecodesign, le nuove competenze e le professioni della doppia transizione, affiancando istituzioni, imprese e comunità nella costruzione di un’economia libera dalle energie fossili e in grado di preservare e rigenerare le risorse naturali. A coordinare l’incontro sarà la nostra Alessandra De Santis, coordinatrice esecutiva di EconomiaCircolare.com.
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A Ecomondo gli Stati generali della green economy
L’apertura, come da 12 anni a questa parte, è riservata agli Stati generali della green economy, il summit verde organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Il tema 2023 è “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”.
Insieme al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin è intervenuto anche Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica all’economia di domani – ha detto Ronchi – potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, a promuovere innovazioni e investimenti. Dalle semplificazioni ad un quadro normativo più certo per la decarbonizzazione, da una riduzione dei costi energetici con un più forte sviluppo delle fonti rinnovabili, più economiche e più sicure alla penetrazione elettrica, da un rafforzamento della circolarità della nostra economia ad un rafforzamento delle filiere industriali nazionali della transizione, potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che invece, senza nuove prospettive, sta entrando in una fase di preoccupante stagnazione”.
Nei numeri della “Relazione sullo Stato della Green Economy”, anticipata da Ronchi a Rimini, lo stato di salute della green economy in Italia registra difficoltà, ritardi, e pochi dati positivi. La decarbonizzazione non è in linea rispetto ai nuovi target europei, anzi le emissioni di gas serra sono aumentate dal 2019 al 2022. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita e il trend non è al passo con gli obiettivi europei. Buono invece il livello per il tasso di riciclo dei rifiuti. Il tasso di utilizzo di materia proveniente dai rifiuti, pur restando positivo, è diminuito. Mentre l’Italia resta al diciannovesimo posto nella Ue per le aree protette di terra.
Eppure, secondo i calcoli della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, un’economia verde non solo è auspicabile ma è conveniente. “L’attuazione in Italia del pacchetto europeo “Fit for 55” per la decarbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, maggiori costi cumulati di 136,7 miliardi, generando un aumento del valore aggiunto di ben 689,1 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di ben 66 miliardi con maggiori entrate per lo Stato di ben 529,5 miliardi. L’attuazione delle misure europee per l‘economia circolare consentirebbe all’Italia, al 2030, di risparmiare 82,5 miliardi di materiali importati, di aumentare di 4 miliardi il valore delle attività di riciclo dei rifiuti e di ridurre i costi dello smaltimento di rifiuti in discarica di 7,3 miliardi”.
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