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venerdì, Novembre 15, 2024

Nicoletta Lanati: “Così ho creato progetti di upcycling nelle scuole insieme a Stella McCartney”

Da una carriera nella moda a New York ad un laboratorio a Como, con cui inizia a lavorare sui temi dell'economia circolare nelle scuole, fino alla collaborazione con la stilista inglese Stella McCartney per un progetto di upcycling per bambine e bambini. Intervista a Nicoletta Lanati

Barbara Bonomi Romagnoli
Barbara Bonomi Romagnoli
Giornalista freelance, consulente in uffici stampa e comunicazione, ricercatrice indipendente in studi di genere e nel tempo libero apicultrice e esperta in analisi sensoriale dei mieli.

Riuscire a prendere un appuntamento con Nicoletta Lanati non è facile, è sempre di corsa alle prese con qualche nuovo progetto. Ma quando risponde è un fiume in piena di entusiasmo, dopo una vita trascorsa fra tessuti, colori e disegni.

Lanati nasce a Como e studia per fare l’interprete parlamentare ma già giovanissima vola a New York per lavorare per una delle aziende tessili più importanti della sua città, la moda diventa la sua professione e passione e si reinventa textile designer. Dalla scuola anglosassone riporta in Italia lo slogan “quello che devi fare fallo quando vuoi, basta che tu lo faccia bene” che, unito alla sua grande curiosità per le novità, la porta ad aprire circa 35 anni fa a Como lo studio Nicky diventato nel tempo Starlight/Nicky Lab con il quale ha iniziato a lavorare nelle scuole sui temi dell’economia circolare e della sostenibilità.

Dopo tanti anni di creazione di tessuti con disegni a mano o in digitale arriva ad una consapevolezza: “negli anni della pandemia ho iniziato a riflettere sul fatto che il nuovo è comunque connesso al passato – racconta Lanati – e che questo va insegnato alle giovani generazioni, facendoli lavorare sui capi usati, fallati o invenduti per dargli nuova vita intervenendo con dipinti o rammendi”.

Condiviso il progetto con Valentina Sala sua collaboratrice, inizia il percorso e, forte delle sue conoscenze internazionali, realizza in collaborazione con la stilista Stella McCartney e la sua linea per bimbe e bimbi, la prima edizione del corso di economia circolare e sostenibilità nella scuola primaria di Laglio, vicino Como.

Nicoletta Lanati
Nicoletta Lanati

“Per prima cosa ho contattato i loro uffici dello showroom di Milano – ricorda Lanati – e dopo essere passata anche per la responsabile di Londra, ho avuto una bellissima call direttamente con lei, ci siamo scambiate pareri e pensieri trovandoci assolutamente in sintonia”.

“Credo sia doveroso non soltanto immaginare ma anche lavorare per un cambiamento di rotta della moda – prosegue – per far sì che non sia scadente e non sfrutti il lavoro delle persone, ma non è così facile e soprattutto non così immediato. È questa una delle ragioni per cui abbiamo voluto rivolgere il corso alle scuole primarie e secondarie. Se già dalla piccola età ci si abitua a capire, attraverso l’esperienza diretta, che cosa è la sostenibilità nel nostro settore è un punto di partenza importante”.

“Noi facciamo upcycling, che vuol dire riutilizzare i tessuti per creare un nuovo prodotto di maggiore qualità, non semplice riciclo, in questo modo si riesce a far comprendere meglio la complessità che tiene dentro il rispetto delle persone, di sé stessi, del lavoro, ma anche l’importanza di evitare lo spreco per contenere gli inquinamenti ambientali e rafforzare la sostenibilità sociale” spiega Lanati che sta lavorando per una estensione del suo progetto sia a livello regionale che nazionale, perché sia fruibile a più scuole possibili.

Leggi anche: Non è tutto green quel che luccica. La sostenibilità nell’alta moda

Come è stato realizzato il corso?
lavori scuole Upcycling Stella McCartney
Uno dei lavori del progetto. Foto: comezero

Lo scorso anno con la scuola di Laglio abbiamo lavorato per 4 mesi, da McCartney abbiamo ricevuto una fornitura di circa 70 capi che le bimbe/i hanno ridipinto a mano. Inoltre, ogni studente ha portato da casa, su nostra richiesta, tre capi vecchi a cui dare nuova vita. Abbiamo insegnato loro, attraverso l’utilizzo di colori di diverso tipo (pigmenti o colori liquidi) a nascondere i buchi, i difetti, le scoloriture e a inventare disegni particolari. Ho insegnato loro la tecnica kintsugi dell’antica tradizione giapponese, tecnica pensata per riparare la ceramica in pezzi creando un nuovo oggetto e l’ho trasportata nella moda perché mi permette di avere un concetto di riparazione che tiene insieme l’antico, l’internazionale e l’intimità dell’anima. Quest’anno abbiamo avuto il supporto di Linificio e canapificio nazionale con dell’eccellente materiale didattico che ci ha permesso di impostare per il secondo corso, il tema delle fibre naturali.

A maggio 2023, a fine corso, abbiamo realizzato anche una sfilata per rendere le bimbe e bimbi protagonisti delle loro creazioni e hanno potuto mostrare agli adulti quello che avevano imparato. Siamo riuscite a trasmettere l’idea che serve immaginare un mondo gestito diversamente da come abbiamo fatto finora.

Quest’anno da marzo 2024 abbiamo portato il corso anche alla scuola primaria di Via Fiume a Como ed alla scuola secondaria di Cernobbio e Maslianico (Como).

Come facciamo ad evitare il greenwashing nella moda?

– Lanati sorride – La cosa principale oltre a quella di leggere l’etichetta, è avere un po’ di esperienza che faccia capire al tocco e alla vista la qualità del tessuto e delle rifiniture. Ma non è facile perché ci sono aziende che, investendo in comunicazione attraverso degli studi di psicologia, trovano quali tasti schiacciare per attirare il consenso del pubblico che compera: sanno che musica usare per attirare con la pubblicità con motivi orecchiabili, piacevoli e facilmente memorizzabili. Sono convinta da sempre che la corretta informazione, la cultura e la creatività dovrebbero salvarci, ecco perché inizio dalle bambine e bambini a far comprendere che non si butta nulla, si rimescola tutto.

Cercheremo – attraverso le sfilate che si terranno per i fine corso, ndr – di attirare l’attenzione per sensibilizzare sempre di più l’industria tessile ed il mondo della moda perché ci siano di supporto in questo affascinante percorso.

Leggi anche: SPECIALE MODA E GREENWASHING

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