“Hanno delle terre rare fantastiche, le voglio». Col solito stile aggressivo e smargiasso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha trovato un nuovo Stato da far finire sotto le proprie grinfie. E così, dopo le dichiarazioni di annessione del Canada, le intemerate verso il Messico e il suo Golfo, le mire sulla Groenlandia, ora tocca all’Ucraina. Proprio il Paese che da ormai tre anni sta affrontando una guerra che secondo le ultime stime dell’Onu ha visto tra il 24 febbraio 2022 e il 31 dicembre 2024 la morte di 12.456 civili, tra cui 669 bambini – senza parlare del numero di morti e feriti, notevolmente più alto, che riguarda il personale militare (ma su cui le cifre divergono per via delle contrapposte propagande).
A fronte del portentoso supporto di persone e mezzi da parte degli Stati Uniti verso l’Ucraina in più di mille giorni, ora Trump reclama una sorta di compensazione economica. Cioè le terre rare di cui l’Ucraina è ricchissima. Come ricorda un approfondimento del quotidiano La Stampa del 10 febbraio, “il presidente Usa starebbe lavorando da tempo a un accordo con il presidente Volodymyr Zelensky per l’accesso ai minerali, i metalli e il gas ucraino in cambio di garanzie di sicurezza in un potenziale accordo di pace. Se non è stato del tutto esplicito su cosa intenda con «terre rare e altre cose» non è difficile capire che si riferisca a quel tesoro conservato nel sottosuolo ucraino, tra materie prime, minerali, gas, litio, titanio e uranio, tutti componenti essenziali per le industrie che sviluppano computer, batterie e tecnologie energetiche all’avanguardia”.
Se è vero che le intenzioni di Trump non sorprendono, dato che le guerre sono spesso sorte per garantirsi l’approviggionamento delle risorse naturali (specie energetiche), così come il fatto che uno Stato alleato dichiari che il proprio aiuto non è gratuito a conflitto in corso, l’elemento di novità riguarda appunto “la materia” del contendere. Di terre rare, infatti, si discute da un po’ ma mai, almeno ufficialmente, erano entrate come elemento cruciale di conflitti in corso. Mentre su di esse già da tempo si addensano tensioni geopolitiche. Soprattutto tra le due potenze mondiale, cioè Stati Uniti e Cina. Tensioni che proprio in questo 2025 stanno crescendo ulteriormente.
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Le ricchezze dell’Ucraina: terre rare e non solo
A luglio 2024 un articolo pubblicato sul World Economic Forum e firmato dall’analista ucraina (ed ex parlamentare) Nataliya Katser-Buchkovska ricordava le enormi quantità di risorse naturali di cui dispone l’ex Paese dell’Unione Sovietica.
“Le diverse zone geologiche dell’Ucraina ne fanno una delle prime 10 fornitori globali di risorse minerarie (…) L’Ucraina è un potenziale fornitore chiave di metalli delle terre rare, tra cui titanio, litio, berillio, manganese, gallio, uranio, zirconio, grafite, apatite, fluorite e nichel (nessuna di queste, però, fa parte delle terre rare, nda). Nonostante la guerra, l’Ucraina detiene le più grandi riserve di titanio in Europa (il 7% delle riserve mondiali). È uno dei pochi paesi che estrae i minerali di titanio, cruciale per l’industria aerospaziale, medica, automobilistica e navale. Prima del febbraio 2022, l’Ucraina era un fornitore chiave di titanio per il settore militare. Ha anche una delle più grandi riserve di litio confermate in Europa (stimate a 500.000 tonnellate), vitale per batterie, ceramica e vetro. L’Ucraina è il quinto produttore mondiale di gallio, essenziale per i semiconduttori e i LED, ed è stato un importante produttore di gas al neon, fornendo il 90% del neon altamente purificato e semiconduttore per l’industria dei chip statunitense”.
A questo lungo elenco bisognerebbe aggiungere anche il ruolo cruciale del gas russo, che prima del 24 febbraio 2022 passava dall’Ucraina per alimentare l’intera Europa, con Stati come l’Italia e la Germania che dipendevano per il 40% dei propri consumi da questo combustibile fossile. Ma sarebbe troppo lungo riaprire anche questa parentesi, per cui la chiudiamo al volo.
Quel che è certo, in ogni caso, è che le richieste degli Stati Uniti sulle “terre rare e non solo” sono state già sposate dall’Ucraina. In un video su Reuters il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha illustrato su una mappa le risorse energetiche del suo Paese, dicendosi favorevole a dare agli Usa la priorità sul loro sfruttamento “visto che ci hanno aiutato di più”.
![terre rare mappa](https://economiacircolare.com/wp-content/uploads/2025/02/terre-rare-mappa.webp)
C’è però un problema gigantesco che cozza coi piani di Zelensky: più di metà dei territori dove si trovano le risorse naturali dell’Ucraina è conteso dalla Russia. Insomma: prima di realizzare un piano del genere bisogna vincere la guerra. In ogni caso il presidente ucraino ha confermato la stessa linea adottata ad esempio nei confronti dell’Unione Europea in merito a quello che è stato definito “il business della ricostruzione”: in cambio dell’aiuto europeo anche in questo caso Zelensky ha promesso agli Stati, al mondo della finanza e a quello delle imprese porte aperte nel Paese. Un impegno che verrà rinnovato il prossimo 10 e 11 luglio 2025, quando sarà l’Italia a ospitare a Roma la “Ukraine Recovery Conference”, per dare continuità agli incontri di Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024).
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Sulle terre rare la Cina non sta a guardare
Per quel che riguarda le terre rare c’è un dato cruciale da tenere a mente per capire la “fame” di Donald Trump: attualmente da sola la Cina controlla il 70% della capacità estrattiva globale di terre rare e il 90% della capacità di lavorazione. Ma cosa sono le terre rare? Sono conosciute anche con la sigla REE, acronimo di Rare Earth Metals, sono un gruppo di 17 elementi facenti parte della famiglia dei metalli. Hanno nomi inusuali, di quelli che si trovano soltanto nella tavola periodica degli elementi, coi quali conviene imparare a che fare: Scandio, Ittrio, Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio, Tulio, Itterbio e Lutezio.
Si dice spesso che le terre rare sono fondamentali per l’economia del futuro, che in realtà è già diventato presente. Più nello specifico e nel pratico, ecco alcuni esempi per i quali vengono utilizzate: nel settore dell’automotive – specie per quello elettrico ed ibrido, – per le batterie ricaricabili, come magneti permanenti per le turbine eoliche e per la costruzione di motori elettrici; possono diventare fosfori per TV e LCD e più in generale sono importanti per la creazione di tutti i dispositivi elettronici di ultima generazione; inoltre servono per sviluppare tecnologie avanzatissime nel campo dell’aerospazio, della difesa e delle energie rinnovabili, ma anche nel settore medico, e perfino in quello petrolchimico, nel processo di raffinazione del petrolio greggio.
Da ciò si comprende perché il predominio cinese è avversato in maniera così netta dagli Stati Uniti: dalle terre rare, infatti, passa una discreta fetta delle applicazioni tecnologiche che sono già, o lo diventeranno breve, molto diffuse. Nell’era dei sovranismi, dunque, anche gli USA vogliono fare da sé. Ma devono fare i conti con il fatto che il colosso asiatico continua ad annoverare un successo dietro l’altro in questo ambito. Secondo una recente notizia diffusa da Newsweek, è stato scoperto un enorme deposito di terre rare nella Cina sud-occidentale. Le prime stime, diffuse dal China Geolical Survey, parlano di 470mila tonnellate di terre rare. Tanto da far dire a Li Wei, ricercatore del China Geological Survey, che “questo cambia tutto”. In attesa di capire quanto degli annunci di Stati Uniti e Cina si concretizzerà, resta il fatto che la prospettiva a breve termine è ancora quella estrattivista. Per l’economia circolare, purtroppo, i tempi sono ancora lunghi. Perlomeno nel dibattito mainstream.
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AGGIORNAMENTO DEL 12 FEBBRAIO 2025
In un’intervista a Fox News, canale televisivo statunitense molto vicino al presidente USA, Donald Trump ha dichiarato di aver detto ai rappresentanti del governo Ucraina di “volere l’equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare, e hanno sostanzialmente accettato di farlo”. Pare più che evidente che si tratta dell’ennesima dichiarazione assurda e provocatoria di Trump. Più probabile che quando parli di “terre rare” Trump intenda in maniera più ampia le materie prime critiche – e dunque anche titanio, litio, grafite e così via.
D’altra parte, come già accennato, oggi oltre il 50% delle terre rare che sono state individuate in Ucraina si trovano in regioni annesse con la forza dal presidente russo Vladimir Putin, e dove tutt’ora sono presenti le forze armate russe. Ecco perché è improbabile che sulle terre rare Putin possa acconsentire che questo “bottino di guerra” gli venga scippato da Trump.
Inoltre in un post su LinkedIn l’esperto di energia e dirigente di ricerca del CNR Nicola Armaroli ha smentito la presenza di terre rare in Ucraina. Qui il testo del post:
TERRE RARE in UCRAINA 🇺🇦 ? NO!! Questa è semplicemente una FALSA NOTIZIA. Negli ultimi giorni, i media di tutto il mondo sono stati inondati da una notizia bomba: l’amministrazione Trump sta prendendo di mira le vaste risorse di terre rare dell’Ucraina! L’ho letto anche sul New York Times ( 👉 https://www.nytimes.com/2025/02/03/world/europe/trump-ukraine-rare-earth-minerals.html, ora lo hanno finalmente corretto). L’Ucraina è ricca di numerose risorse minerarie ma NON di terre rare, che includono solo LANTHANIDES + Sc e Y. Mi chiedevo da dove venissero queste sciocchezze, forse (solo una mia ipotesi) da questo documento NATO (https://lnkd.in/dXCDT9gh) in cui si afferma “L’Ucraina emerge come un potenziale fornitore chiave di metalli delle terre rare come titanio, litio, berillio, manganese, gallio, uranio, zirconio, grafite, apatite, fluorite e nichel.” Non una sola terra rara è inclusa nell’elenco, mentre definire la grafite come “metallo” è comico. Per informazioni statistiche globali sulle riserve e risorse delle terre rare e su chi le possiede: https://pubs.usgs.gov/periodicals/mcs2025/mcs2025-rare-earths.pdf
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