Con un atto delegato la Commissione Europea ha aggiornato la Lista Europea dei Rifiuti, introducendo codici specifici per i rifiuti legati all’intero ciclo di vita delle batterie: produzione, consumo e riciclo. L’inserimento di nuovi codici, spiega la Commissione, riflette l’evoluzione tecnologica, in particolare la diffusione delle batterie al litio e di nuove chimiche. Questa revisione mira a rafforzare la sostenibilità nel settore e a garantire una gestione più sicura dei rifiuti. Permette inoltre un migliore controllo delle spedizioni (grazie all’inclusione nel perimetro della Convenzione di Basilea) e vieta l’esportazione verso paesi non OCSE. Approccio che consente di trattenere le materie prime critiche all’interno del mercato europeo, rafforzando la catena del riciclo e promuovendo l’economia circolare in questo ambito strategico per la decarbonizzazione.
“Per proteggere meglio l’ambiente, la Commissione classificherà ora la black mass come rifiuto pericoloso. Questo comporterà un migliore controllo delle spedizioni e, in particolare, un divieto della sua esportazione verso Paesi non OCSE”, ha commentato la Commissaria per l’ambiente Jessika Roswall.
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Black mass
La novità principale del documento approvato il 5 marzo scorso è la classificazione della “black mass”, il materiale triturato proveniente dal riciclo delle batterie, come rifiuto pericoloso. “La corretta gestione dei rifiuti pericolosi è ora rafforzata per includere le batterie al litio, nichel, zinco, sodio-zolfo e alcaline. È stato inoltre introdotto un nuovo codice per le batterie al litio raccolte separatamente dai rifiuti municipali”, spiega la Commissione. Questo passo rafforza il controllo sulle spedizioni e ne vieta l’esportazione verso Paesi non OCSE, incentivando il riciclo interno e l’autonomia strategica dell’UE.
L’atto delegato si basa sulla relazione del Centro di ricerca comune (JRC) intitolata “Raccomandazioni tecniche per la modifica mirata dell’elenco europeo delle voci di rifiuti relative alle pile” (‘Technical recommendations for the targeted amendment of the European List of Waste entries relevant to batteries’) preparata con il contributo delle parti interessate. I nuovi codici, sottolinea l’esecutivo Ue, sono stati proposti sulla base di informazioni scientifiche e tecniche sulla chimica dei diversi tipi di pile e sui rifiuti prodotti.

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Aggiornamento del 7 aprile 2025
La modifica dell’Elenco dei rifiuti entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, se non ci saranno obiezioni da parte del Parlamento europeo o del Consiglio entro il periodo di controllo di due mesi. Tuttavia, l’applicazione effettiva dei nuovi codici non entrerà in vigore prima di 18 mesi da questa data, dando all’industria e alle autorità il tempo di adattarsi. La modifica, infatti, avrà un impatto rilevante sugli Stati membri e sugli operatori della filiera del fine vita delle batterie.
Soprattutto in termini di oneri amministrativi: “Durante questo periodo di transizione – spiega la Commissione europea – gli operatori dei rifiuti potrebbero dover modificare le proprie procedure di gestione per adeguarsi alle disposizioni più severe in materia di trattamento e spedizione di rifiuti pericolosi all’interno dell’Unione Europea e nei Paesi OCSE. Anche le procedure di autorizzazione e la relativa documentazione dovranno essere aggiornate per implementare i nuovi codici”.
La massa nera per l’approvvigionamento di materie prime critiche
L’interesse della Commissione europea alla massa nera è dovuta al fatto che la considera essenziale per garantire il riciclo delle batterie dei veicoli elettrici. Ottenuta dalla frantumazione e triturazione delle batterie giunte a fine vita, contiene al suo interno metalli come litio, cobalto e nickel, a seconda della tipologia di batteria da cui è stata ricavata. La massa nera delle batterie si ricicla attraverso processi idrometallurgici o pirometallurgici per estrarre i metalli da riutilizzare successivamente nella produzione di nuove batterie.
Attualmente la massa nera viene in molti casi rapidamente acquistata dalla Corea del Sud e dalla Cina, dove i processi produttivi per trattare questo prodotto intermedio sono più rodati e i costi energetici sono più bassi. Invece la Commissione europea vuole che questa risorsa resti all’interno dei confini dell’Unione. In base al diritto internazionale, attraverso la Convenzione di Basilea e il Regolamento UE sulle spedizioni di rifiuti, la classificazione di pericolosità proibirà l’esportazione di massa nera dall’UE ai Paesi non appartenenti all’OCSE.
Garantendo che questi materiali rimangano disponibili per gli impianti di riciclo europei: “Mantenendo la black mass più a lungo nell’economia, possiamo promuovere il riciclo delle batterie e la nostra economia circolare”, ha spiegato Jessika Roswall, commissaria per l’Ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva. La misura va interpretata, dunque, nell’ottica di costruire una filiera del riciclo efficiente, con i relativi benefici ambientali e strategici per l’UE: gestire all’interno dei propri confini la massa nera supporta l’applicazione delle norme sul recupero dei materiali dalle batterie esauste e sulla presenza di materiali riciclati nelle nuove batterie, come previsto dal Regolamento Batterie recentemente approvato.
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