giovedì, Novembre 6, 2025

Come sopravvivere alla morte di Windows 10, e vivere felici

Soluzioni pratiche, etiche e circolari alla fine supporto di Windows 10

Reware
Rewarehttps://reware.it/
Reware è una cooperativa di informatici, e Impresa Sociale riconosciuta nel campo della prevenzione ambientale, che rigenera professionalmente computer aziendali dal 2013. Oltre a ritirare dismissioni di computer da grandi aziende in tutta Italia, fa anche attività di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali legate al consumo eccessivo di risorse naturali per la produzione di apparecchiature elettroniche, e alla riduzione della produzione di rifiuti elettronici. Partecipa inoltre alle due principali reti europee che si occupano di riuso (www.rreuse.org) e diritto alla riparazione (www.repair.eu) e a progetti per la riduzione del divario digitale

In questi giorni molte testate stanno scrivendo della fine supporto di Windows 10, che è prevista per il 14 ottobre, con toni più o meno catastrofici, e alcuni utenti si stanno facendo prendere dal panico, in alcuni casi a torto, in altri a ragione. La visione apocalittica che va per la maggiore parla di 400.000.000 di computer, che ancora hanno Windows 10, e che da metà ottobre diventeranno una montagna rifiuti elettronici.

Considerando che un computer portatile (anche se ovviamente non tutti sono computer portatili, ma vogliamo indicare cifre per difetto) pesa in media poco meno di due chili, staremmo parlando quindi di almeno 800.000 tonnellate di RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), da aggiungere alle circa 60-70 milioni di tonnellate che già produciamo (e mal gestiamo) ogni anno, a livello globale. Questa stima estremamente prudenziale – non possiamo non sottolinearlo oggi che si celebra la Giornata internazionale dei rifiuti elettronici (International E-Waste Day) – rappresenta già di per sé uno tsunami di rifiuti tossici, sia per il suo volume, che per la complessità di gestione che richiedono i RAEE informatici in particolare, i quali hanno molti più materiali dalla chimica complessa e componenti miniaturizzati di altre AEE, come lavatrici o televisori. 

Leggi anche: Windows 10 obsoleto: a rischio milioni di computer in tutto il mondo

Sfumature di cui tener conto

Ma prima di rassegnarci all’apocalisse, cerchiamo di mettere un po’ di ordine tra tutte le considerazioni che si possono fare su questo evento, che è obbiettivamente molto importante per gli addetti ai lavori, sia in campo informatico che in campo ambientale, e che solleva numerose questioni legate proprio alle tematiche dell’economia circolare.

Prima di tutto bisogna segnalare che di recente Microsoft ha annunciato che metterà a disposizione, in Europa, la possibilità di accedere gratuitamente alle licenze ESU (Aggiornamenti di Sicurezza Estesi) per un anno in più, dal 14 ottobre 2025, ma ci sono alcune limitazioni e condizioni che vi consigliamo di studiare bene. Fatta questa precisazione, teniamo a sottolineare che la fine supporto di un sistema operativo NON comporta la morte immediata di tutti computer che ne sono dotati. Ci sono infatti numerose sfumature delle quali bisogna tener conto.

Citando la prima FAQ dalla pagina del sito Microsoft che tratta questo argomento vediamo che: “Windows 10 raggiungerà la fine del supporto il 14 ottobre 2025. Dopo tale data, Microsoft non fornirà più aggiornamenti software, correzioni di sicurezza o assistenza tecnica ai PC Windows 10”.

Tenete conto del fatto che, finché non giungeremo a quel giorno fatidico, non sapremo se non avranno fatto un rinvio all’ultimo momento. È una cosa che è già successa in passato. Mettiamo però che la scadenza sia rispettata. Ciò comporterebbe, in pratica, che il sistema operativo continuerebbe a funzionare, ma che non sarebbe più protetto da nuovi virus, che potrebbe non avere driver per nuovi apparecchi che vorremmo attaccare al computer in futuro, e che nuovi software potrebbero non essere installabili in questo sistema operativo. Però, come abbiamo visto negli anni precedenti, con Windows 7, 8, 8.1, e perfino con XP, questa succederà lentamente e in modo progressivo.

Alla mancanza di aggiornamenti di sicurezza si potrà supplire installando altri antivirus, scegliendo tra quelli gratuiti più noti (non facciamo nomi, tanto li troverete facilmente da soli…). Per quanto riguarda i nuovi apparati da attaccare al computer, e i loro driver, va prima di tutto considerato il fatto che oramai non vengono più inventate così tante nuove tecnologie da attaccare ai computer, e che molti protocolli di comunicazione con essi sono standardizzati (Usb, Wireless, Ethernet, VGA, HDMI, Display Port…) e rimarranno gli stessi ancora per anni.

Inoltre, come successo in passato, i produttori di gadget e accessori da attaccare al PC continueranno a rilasciare driver “retro compatibili” ancora per molti anni, e la stragrande maggioranza dei driver fatti per Win 11 funzioneranno bene anche su Win 10. Stesso discorso vale per nuovi software e App. Molto probabilmente la maggior parte dei produttori continueranno a rilasciarli anche in versione compatibile per Win 10.

Mancanza di supporto non vuol dire divieto

Esiste inoltre un’altra soluzione a questo problema che è un po’ più particolare, ma che già viene adottata con successo da numerose persone e piccole organizzazioni, ossia il passaggio a Win 11 su computer che ufficialmente non supportano Win 11. Infatti la mancanza di supporto non comporta un divieto, semplicemente Microsoft dice che su alcuni computer non è previsto che Win 11 funzioni, non prende responsabilità se il sistema non funziona, ma le persone possono perfettamente scegliere di aggiornare il sistema operativo (gratuitamente), a proprio rischio e pericolo, mettendo in pratica alcune procedure che si trovano su siti specializzati. Su moltissimi computer questa cosa funziona, ma non è detto che in futuro, a seguito di qualche aggiornamento di Win 11 stesso, non vada tutto in malora. Questo non lo possiamo sapere.

Grandi azienda e pubbliche amministrazioni

Ora, questa prima serie di considerazioni riguarda principalmente gli utenti domestici e le piccole aziende e associazioni. Altri soggetti potrebbero però non accontentarsi di queste soluzioni, per diversi motivi. Grandi azienda e pubbliche amministrazioni, per esempio, hanno la necessità, e spesso l’obbligo, di rispettare stringenti standard di qualità e sicurezza per mantenere un elevato livello di affidabilità, e devono poterlo certificare. In questo caso il mantenimento un sistema operativo non più ufficialmente supportato potrebbe non essere accettabile. In questo scenario diverso esistono però alcune altre soluzioni:

  • Prima di tutto: i computer che hanno un processore dall’ottava generazione in poi (parlando di processori I3, I5 e I7, che sono quelli più diffusi in ambito professionale), ossia comprati da fine 2017/inizio 2018 in poi, possono passare a Windows 11 gratuitamente. Un giorno Microsoft potrebbe bloccare questa possibilità, ma per ora è una cosa che si può fare senza problemi.
  • In seconda battuta, i computer più vecchi che hanno un processore di settimana generazione o precedente, (e che nel mondo aziendale sono sempre di meno), potranno comunque essere mantenuti in funzione, e rimanere certificabili, acquistando licenze ESU (Extended Security Update), che sono aggiornamenti di sicurezza per uno o più anni. Non sono una soluzione molto economica, ma può comunque essere utile per prendere il tempo per pianificare la migrazione a nuovi, o diversi, sistemi operativi.
Windows 10
Foto: Canva

Leggi  anche: Dove buttare i Raee, rifiuti elettronici ed elettrici

Le soluzioni più etiche e circolari

L’insieme di soluzioni possibili non finisce qua, e adesso arriviamo a quelle che noi riteniamo più interessanti, dal punto di vista etico e nel rispetto delle best practice di economia circolare.

Semplicemente, se Win 10 non va sul vostro computer, e non potete passare a Win 11, per i motivi di cui sopra, potete sempre passare a Linux. Si, lo sappiamo, conosciamo le obbiezioni che state per fare: “Linux è troppo difficile per me”, “Non ci trovo i programmi che sono abituato ad utilizzare”, “Poi, se ho problemi, non so a chi chiedere auto.”, “Non è compatibile con i formati che utilizzo”…

Ebbene, la volete sapere una grande novità? Queste sono obbiezioni che potevano essere valide una ventina di anni fa, forse anche dieci anni fa, ma che oramai hanno sempre meno senso. Il mondo del Software Libero e Open Source e di GNU/Linux (come dicono i puristi), è evoluto moltissimo negli ultimi vent’anni. Linux, nelle sue diverse versioni (distribuzioni, ad essere precisi), è diventato molto più facile da utilizzare, molti programmi che prima giravano solo su Windows oramai vengono rilasciati anche per Linux (Software di fatturazione e firma digitale, per citarne alcuni) e quando non accade, ci sono diverse alternative valide (Libre Office prima tra tutte), ci sono sempre più risorse online che danno risposte chiare a qualsiasi domanda, e non parliamo solo dei forum, ma anche della AI che possono dare supporto. I formati dei file sono sempre più interoperabili, anche perché molte delle attività che facciamo oramai non si svolgono più nel nostro computer ma in cloud (suite di Google, Canva, streaming…). Se ne volete sapere di più, vi esortiamo, quest’anno più dei precedenti, a cercare i Linux party che si svolgono ogni anno attorno al 25 ottobre in tutte le maggiori città italiane, e andare a partecipare.

Infine, ovviamente non siamo dei fanatici (cioè, non troppo), sappiate che i computer ricondizionati in vendita oggi come oggi hanno quasi tutti come sistema operativo Windows 11 con licenza. È vero che vi ritrovereste in questo caso a dover affrontare una nuova spesa, ma almeno eviterete che vengano estratte ulteriori risorse naturali dalla terra, con costi ambientali e sociali altissimi, e prodotti nuovi rifiuti elettronici di cui nessuno ha bisogno.

Le responsabilità dell’obsolescenza

Per concludere: questo articolo non vuole sminuire la responsabilità che hanno le aziende che sviluppano software (un discorso simile si può fare per il ciclo di vita dei sistemi operativi e degli applicativi dei telefonini) che inducono forme di obsolescenza evitabili. Questo evento, la fine del supporto di Windows 10, avrà sicuramente un impatto rilevante in termini di creazione di ulteriori rifiuti elettronici, ma adottando alcune delle soluzioni che vi abbiamo proposto potrete aiutare ad arginare i danni di questo sistema di produzione e consumo malsano.

Ultima cosa, ma non per importanza, ne approfittiamo per invitarvi tutte e tutti a seguire, diffondere e organizzare eventi durante la giornata mondiale della riparazione che quest’anno si svolgerà il 18 ottobre:  e il Linux Day del 25 ottobre.

Microsoft Windows 10

Leggi anche: “Rinnovare l’EPR per aumentare produttività delle risorse e autonomia strategica UE”

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie