giovedì, Novembre 6, 2025

Conversazioni sul futuro: il festival con uno sguardo rigoroso alla sostenibilità

La coordinatrice Gabriella Morelli racconta l’esperienza leccese che vedrà a ottobre la sua dodicesima edizione: “Seguiamo un percorso preciso, guidato dalle nostre scelte etiche e ambientali”

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Redazione EconomiaCircolare.com

di Laura Greco e Ana Maria Pulido Guerrero

Dal 2013 a Lecce ogni anno si festeggia il festival Conversazioni sul futuro che in quattro giorni propone circa 80 appuntamenti che affrontano diversi temi tra cui: educazione, scienza, innovazione e ambiente. Il festival unisce un gruppo eterogeneo di persone e si propone di trasmettere informazioni attraverso un programma interdisciplinare, che include l’arte attraverso il linguaggio della musica, il teatro, il cinema e la fotografia. 

Conversazioni sul futuro è coordinato sotto la direzione di Gabriella Morelli che abbiamo avuto il piacere di incontrare lo scorso 7 luglio a Lecce per un’intervista incentrata sull’impegno del festival nell’ambito della sostenibilità ambientale. Il dialogo si è svolto nell’ambito del programma Cultura Sostenibile, con l’obiettivo di proporre una visione critica e consapevole che stimoli una riflessione sull’impatto ambientale e sociale degli eventi culturali, sulle fonti di finanziamento e sulle possibili strategie d’intervento multisettoriali.

conversazioni sul futuro 2025
Foto: Converszioni sul futuro

Leggi anche: Greenwashing o non greenwashing? Il problema degli eventi culturali

Per incominciare, quali sono le vostre pratiche dal punto di vista della sostenibilità?

Le pratiche adottate si possono suddividere in due grandi azioni. Da una parte, lavoriamo sui contenuti con il tema ambientale e della sostenibilità come argomento centrale. Dall’altro mettiamo in atto piccole azioni che fanno la differenza. Per esempio, utilizziamo la carta riciclata per la stampa, in linea con la nostra proposta di riuso dei materiali. Abbiamo inoltre eliminato la plastica, ad esempio non usiamo più i laccetti di plastica per i gadget e le bottiglie di acqua in plastica sono state sostituite da bottiglie di vetro. Un’altra strategia riguarda i bicchieri riutilizzabili grazie alla partnership con AmicoBicchiere. Per le stoviglie, abbiamo rinunciato ai materiali monouso di plastica preferendo i materiali compostabili. L’anno scorso abbiamo inoltre realizzato delle bag utilizzando i tessuti di scarto delle tende da esterno, un progetto di design dal risultato molto positivo. Infine, abbiamo stretto una collaborazione con l’azienda che si occupa della raccolta differenziata a Lecce, rafforzando così il nostro impegno a produrre meno rifiuti possibile, e soprattutto in modo consapevole

In che modo lavorate sui contenuti legati alla sostenibilità?

Da molti anni abbiamo un partenariato con il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e, in collaborazione con loro, ci occupiamo dell’emergenza climatica poi diventata crisi ambientale. Inoltre, coinvolgiamo gli ordini professionali per riflettere sulla disinformazione scientifica. Organizziamo visite guidate con le scuole, portando gli studenti all’interno del CMCC. Il lavoro con i ragazzi consiste nella spiegazione dei fenomeni e dei dati, di come questi cambiano nel tempo e di come vengono effettuati i monitoraggi, favorendo così una maggiore consapevolezza. 

Avete pensato di inserire nella governance dell’evento una persona incaricata esclusivamente dell’aspetto della sostenibilità, con competenze specifiche in questo ambito?

Sì, è fondamentale che ci siano persone che lo fanno di mestiere. Noi, ad esempio, abbiamo fatto molti tentativi per muoverci in questa direzione, ma a volte rischiano di essere dispersivi. Questi tentativi con l’intervento di un occhio esperto potrebbero essere ottimizzati, risultando più efficaci nei risultati e meno dispendiosi in termini di tempo ed energie.

Avete fatto una riflessione sui finanziamenti del festival?

Sì, fa parte di quel tentativo di costruire una comunità con aziende locali, per lo più piccole, che ci offrono servizi e prodotti fondamentali per la realizzazione del festival. Oltre a voler stare attenti, dobbiamo anche stare attenti a chi finanzia dato che all’interno del programma ci sono intere sezioni costruite in collaborazione con organizzazioni come Amnesty International e altre ONG, che a loro volta sono estremamente attente a tematiche etiche e ambientali.

Quindi se arrivasse una proposta di finanziamento da ENI diresti “no, grazie”?

Sicuramente. Non potremmo accettarla anche perché ormai sono otto anni che seguiamo un percorso preciso: o si è dentro o si è fuori, e noi abbiamo scelto consapevolmente di stare fuori.

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*La rubrica è realizzata nell’ambito di ECO-Ecologicamente Culturali, un progetto di Fondazione Ecosistemi, Promo PA Fondazione, 4Form e A Sud co-finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU nell’ambito del PNRR. Il progetto fa parte di Cultura Sostenibile, un programma di A Sud, EconomiaCircolare.com e CDCA in collaborazione con Melting Pro

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