Per la prima volta insieme pubblicamente e concordi sull’obiettivo dell’EPR per i rifiuti tessili: Cobat Tessile, Ecotessili, Erion Textiles, Re-Crea e Retex.Green, i maggiori sistemi EPR per il tessile in Italia, chiedono ai ministeri interessati (quello dell’Ambiente in primis e quello delle Imprese e del made in Italy) di accelerare i lavori sul decreto, seguendo le indicazioni europee ma senza attendere che le norme diventino operative. È la linea emersa durante il workshop ”Strategie per il riciclo dei tessili: parola ai Sistemi EPR” che si è tenuto ieri a Ecomondo.
“Non rallentare un comparto da primato”
A Ecomondo 2023 i rappresentanti dei Consorzi si sono per la prima volta seduti tutti intorno ad un tavolo per ribadire l’importanza strategica e operativa del “decreto che tarda ad arrivare” e sul quale il ministero dell’Ambiente, come ha fatto sapere rispondendo ad una interrogazione parlamentare, sta conducendo una valutazione di conformità rispetto la proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti: presentata a luglio, quando entrerà in vigore renderà obbligatoria appunto l’introduzione dell’EPR per i tessili ((Extended producer responsibility, responsabilità estesa del produttore). “Affinché uno dei settori industriali nazionali più importanti resti competitivo sotto il profilo dello sviluppo sostenibile – affermano i Consorzi nel comunicato stampa congiunto diffuso dopo l’evento di Ecomondo –è necessario velocizzare i lavori sui requisiti normativi”.
La gestione del fine vita e la responsabilità estesa del produttore per i rifiuti tessili ha delle specificità che la differenziano delle altre filiere, come quelle degli imballaggi e dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), di cui tenere conto nel decreto: l’altro tasso di riutilizzo e il fatto che le industrie della filiera (che producono un terzo del tessile abbigliamento europeo, che fanno dell’Italia il secondo esportatore al mondo di abbigliamento, dopo la Cina e davanti a Germania e India) sono, e sempre più saranno, affamate della materia prima che arriverà dal riciclo dei rifiuti tessili.
“In Italia si produce un terzo della produzione tessile/abbigliamento europea; per le scarpe e la pelletteria il nostro contributo è ancora più importante – ha dichiarato Mauro Chezzi, Retex. Green – Siamo il primo player del continente, non possiamo permetterci di perdere la leadership sul fronte EPR, perché sarebbe un enorme danno sia sul profilo ambientale che a livello industriale. Contro l’incertezza temporale di questo decreto, chiediamo una risposta pronta, come sono pronti i sistemi consortili fatti dalle aziende”.
I confronti tra Istituzioni e Sistemi, partiti a febbraio 2023, “attualmente non hanno generato una data certa sull’entrata in vigore del Decreto per l’istituzione del regime di responsabilità estesa del produttore. Inoltre la proposta di aggiornamento della Direttiva Rifiuti rischia di rallentare ulteriormente l’iter”, afferma la nota stampa. I Consorzi, che hanno avuto un ruolo proattivo rispetto alla norma, visto che lavorano con le imprese già da tempo e che allo stato attuale, “sarebbero già pronti a dotare i Produttori del comparto di strumenti utili ad affrontare la normativa”.
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“Stiamo perdendo un treno”
“Stiamo perdendo un treno e questo convegno lo dimostra – ha detto durante l’incontro Michele Zilla, Cobat Tessile – Pur con le nostre differenze, le realtà consortili dimostrano di essere già pronte a fare sistema, in qualità di portavoce di aziende e associazioni che chiedono risposte e che hanno la necessità di organizzare la propria vita produttiva intorno alla nuova normativa”
Secondo Roberto Tognoli, Re-Crea, “le imprese del settore, tramite i propri Consorzi, sono pronte a partire. Gli imprenditori ritengono strategico rendere operativi, in tempi brevissimi, progetti che consentano il raggiungimento di obiettivi di economia circolare dettati dalle proposte di aggiornamento della direttiva UE”. Stessa linea da Ecotessili: “I nostri consorziati ci chiedono di avviare il sistema il prima possibile – ha detto Giancarlo Dezio – Non solo i produttori, ma anche tutta la grande distribuzione, è pronta a fare la sua parte. Riteniamo non si possa più attendere l’avvio della fase operativa necessaria per una gestione sostenibile dei prodotti tessili e per dare seguito ai diversi progetti aziendali”.
Luca Campadello, Erion Textiles, ricorda la necessaria omogeneità con resto d’Europa: “Il sistema dell’EPR italiano sta dimostrando innegabilmente esperienza e capacità di leadership. Crediamo che la definizione dei tempi e delle modalità di applicazione della normativa spettino ai Produttori insieme ai Comuni e ai Ministeri. Sarà importante puntare a requisiti omogenei tra i diversi Paesi europei per non creare problematiche per le aziende presenti su più mercati”.
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