Si rinnova l’appuntamento con il Green Loop Festival, il festival artistico dell’economia circolare: dal 3 al 5 maggio a Morro D’Alba (Ancona) tornano le tante proposte artistiche ed iniziative divulgative volte ad approfondire i temi dell’economia circolare e della transizione verde con i linguaggi dell’arte.
“La manifestazione – fanno sapere gli organizzatori – che partirà già nelle settimane precedenti con diversi laboratori nelle scuole del territorio, mette in campo format artistici, multimediali, innovativi e sperimentali sempre nuovi per divulgare tematiche e buone pratiche legate al riciclo, al riuso e più in generale alla sostenibilità ambientale e sociale, coinvolgendo artisti, esperti e imprese virtuose. Non solo divulgazione dunque, ma educazione, informazione e creazione di cultura sociale e socialmente dedicata ad innescare il cambiamento negli stili di vita, nei consumi, ma anche nel modo di fare impresa, di fare turismo, di vivere un territorio”.
Le forme artistiche proposte cercano infatti di raggiungere un pubblico ampio attraverso un linguaggio chiaro e formule coinvolgenti.
Gli eventi in programma
La 4° Edizione dal titolo “Il futuro è già presente” sarà incentrata sui temi della twin-transition, cioè della doppia transizione, digitale ed ecologica. Oltre a mostre, concerti e laboratori, non mancheranno i momenti di confronto.
Venerdì 3 maggio alle 19, nello spazio dell’Auditorium S. Teleucania, si svolgerà l’aperi-talk dal titolo “Come cambierà il rapporto uomo-ambiente-tecnolgia?”. Interverranno tra gli ospiti Giorgio Arienti, direttore Generale di Erion WEEE, Marco Falorni, Libero Produzioni e Luca Perri astrofisico e divulgatore scientifico.
A seguire, alle 21 ci sarà la proiezione del Docufilm Materia viva, promosso da Erion WEEE e Libero Produzioni e premiato con il premio “Best Green Documentary” di Giffoni Hub e con il “Green Award” al Festival di Venezia. L’ingresso alla proiezione è libero e gratuito.
Sabato 4 maggio alle 18 presso Cantina Vicari, nello spazio aperi-talk, Ciro Menale, direttore artistico dell’Orchestra del Mare racconterà la genesi del “violino di mare”, il violino realizzato dai detenuti del carcere di Opera (Milano) con il legno dei barconi dei migranti naufragati a Lampedusa. Nell’occasione, un ensemble di musicisti della Piccola orchestra dei popoli suonerà gli strumenti del mare, tra cui il violino.
Domenica 5 maggio, alle 10.30 presso l’auditorium S. Teleucania, il Festival chiuderà con il seminario “Quando l’economia green diventa circolare – Storie di Imprese ed economia circolare“. Interverranno tra gli altri Letizia Palmisano, giornalista ambientale, scrittrice ed ecoblogger, Giovanni Spinozzi, presidente Pierpaoli srl, Alessandro Capece, presidente BIOTEC srl, Alessadnro Andolfi di Andolfi srl. A moderare il dibattito sarà Raffaele Lupoli, direttore responsabile di EconomiaCircolare.com .
L’evento sarà accompagnato dalle letture del libro “Sette vite come i Gatti. Ridare valore agli oggetti. Storie di economia circolare” di Letizia Palmisano.
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La direzione scientifica a cura di EconomiaCircolare.com
Anche quest’anno ad EconomiaCircolare.com è affidata la co-direzione scientifica del festival. La direzione scientifica e artistica è infatti a cura di Vitamina C, EuroCube ed EconomiaCircolare.com.
“EconomiaCircolare.com – dichiara Raffaele Lupoli, direttore responsabile del magazine – non fa mai mancare il proprio sostegno al festival perché il lavoro di Vitamina C, EuroCube e del Comune di Morro d’Alba va nella direzione di rendere ‘socialmente desiderabile’ la conversione ecologica, come diceva Alex Langer. Il Green Loop Festival mette al centro la comunità e la capacità di individuare linguaggi innovativi e performance coinvolgenti: una formula indispensabile per sensibilizzare e mobilitare le persone andando oltre la cerchia ristretta degli addetti ai lavori”.
“Il rapporto tra arte e scienza di fatto – commenta Marco Cardinaletti, direttore artistico e scientifico del festival – è, esso stesso, prodromico per la creazione di un meccanismo di crescita collettivo, anche intergenerazionale se vogliamo. La scienza, con i suoi linguaggi necessariamente complessi, genera un sapere non accessibile a tutti, sicuramente non di facile codifica e spesso questo fatto contribuisce a limitare la presa di coscienza del problema, essenziale per avviare il cambiamento. L’arte, può di fatto sopperire a questo vulnus comunicativo, andando ad aggiungere un ulteriore layer di linguaggio, che attinge dalla scienza, ma che dirige la sua traiettoria alla coscienza. L’artista in questo processo di interpretazione è il vero grande motore della transizione“.
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