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martedì, Febbraio 4, 2025

Inceneritori e smaltimento dei pannelli solari, al via le inchieste della Commissione ecomafie

Lo ha annunciato Iacopo Morrone, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Daniele Di Stefano
Daniele Di Stefano
Giornalista ambientale, un passato nell’associazionismo e nella ricerca non profit, collabora con diverse testate

Rifiuti della concia, inceneritori, impianti fotovoltaici ed eolici dismessi. Al via nuove attività di indagine della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. Lo ha fatto sapere, in occasione della presentazione della Relazione annuale, il presidente della Commissione Iacopo Morrone (Lega). Alla presentazione, cui ha partecipato anche il presidente della Camera Luciano Fontana, era presente anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, che ha espresso l’urgenza di una normativa europea sul traffico illecito di rifiuti, che potrebbe trarre vantaggi dall’esperienza italiana.

L’avvio di nuove inchieste sui rifiuti

Durante la presentazione della relazione, Morrone ha dunque indicato le prossime priorità investigative della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e sui reati ambientali e agroalimentari. Il faro della Commissione viene puntato verso settori tradizionali come la concia, nello specifico i casi di lo smaltimento illecito di rifiuti legati ai processi di concia delle pelli, oggetto di indagini (e di un processo) in Toscana; settori più innovativi, come gli impianti di generazione energetica da fonti rinnovabili, e il loro smaltimento; e temi evergreen come i termovalorizzatori. Ha riferito infatti Morrone che la Commissione Ecomafie “ha convenuto di avviare inchieste sui Keu (le ceneri derivanti dall’essiccazione dei fanghi conciari, ndr) in Toscana, sulle evidenze critiche e virtuose degli impianti di termovalorizzazione in Italia e in Europa, e sui cosiddetti ‘rifiuti emergenti’, provenienti dallo smaltimento degli impianti di fonti rinnovabili”.

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I progetti di riforma della normativa ambientale

Ma la Commissione, oltre alle indagini, ha avviato un altro flusso di lavoro. Ha aggiunto infatti Morrone: “Alla luce delle audizioni e degli incontri effettuati, da cui sono emerse lacune normative, e in attesa di un’auspicata riforma della complessa disciplina ambientale, la Commissione ha avviato un’interlocuzione con esperti in diversi settori, per elaborare progetti di riforma chirurgici da sottoporre al Parlamento o al legislatore delegato”. Secondo il presidente, le riforme avrebbero lo scopo di “dare più forza alle forze dell’ordine per intervenire” in casi di malaffare.

“Necessaria una normativa europea sul versante penalistico

Il traffico illecito dei rifiuti, ha ricordato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, “è uno dei più sofisticati e difficili da contrastare e tutto ciò rende ancora più urgente l’adozione di una normativa europea sul versante penalistico che non può non tenere conto dell’esperienza italiana e della bontà della soluzione legislativa adottata qui nel 2006″. Ha fatto riferimento alla grande quantità di rifiuti che l’Italia esporta: “Soltanto nel periodo gennaio 2022 – maggio 2024 l’Italia risulta avere esportato verso l’estero 7 milioni di tonnellate di rifiuti attraverso tanti porti italiani: plastica imballaggi, metalli, oli esausti, apparecchi elettrici oggetto e alimento di multiformi operazioni fraudolente […]che sfruttano le asimmetrie delle normative nazionali, ma anche l’assenza di controlli nel perimetro comunitario e la debolezza dei medesimi controlli nei principali Paesi di destinazione e di transito. È questa una dimensione di rischio assai preoccupante” ha aggiunto.

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Carbonio e criminalità

Altro fronte sul quale Melillo richiama l’attenzione riguarda l’economia nata attorno alle emissioni di carbonio delle imprese. Il meccanismo dei contratti autonomi di Ets e carbon credit generi sarebbe “un parallelo sistema finanziario ad altissimo rischio di impiego fraudolento“, con un “potenziale valore globale di decine di miliardi di euro”. Lo descrive come “un inevitabile teatro di concentrazione di interessi e rischi criminali”. Gli Ets e i carbon credit, prosegue, sono “concetti che le reti criminali già conoscono e utilizzano con disinvoltura”. Mentre il mercato vincolato è più al sicuro rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata in quanto regolato a livello europeo e nazionale, il mercato volontario, secondo Melillo, è nel mirino delle ecomafie perché vi vige una “un’assoluta autonomia contrattuale” con operazioni finanziarie ad “altissimo rischio di impiego fraudolento”.

Ecco perché, secondo il procuratore nazionale antimafia, è necessario lavorare su questo settore, “nello sviluppo della prevenzione prima ancora che della repressione criminale“.

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