Il supermercato online norvegese Oda ha visto diminuire le vendite di carne dopo che i clienti hanno iniziato a leggere sugli scontrini quale fosse l’impronta di carbonio dei loro acquisti. In collaborazione con l’agenzia di ricerche di mercato Cicero, Oda ha infatti classificato tutti i prodotti alimentari del suo scaffale online da gennaio 2021, etichettandoli a seconda dell’impronta di carbonio: alta, media o bassa.
Fare la scelta giusta insieme ai clienti
Oda è impegnata da tempo nell’aiutare i clienti a evitare acquisti non sostenibili. L’e-commerce ha evitati di mettere a disposizione dei clienti offerte di acquisto multiplo (come ad esempio il 3×2) relative a prodotti ad alto impatto sul clima ed effettua consegne in contenitori riutilizzabili. Tali iniziative sono state messe in atto dopo che l’azienda ha rilevato l’esigenza dei clienti di avere maggiori informazioni. “I nostri clienti ci hanno detto che trovano quasi impossibile sapere cosa sia rispettoso del clima”, ha affermato in una nota Louise Fuchs, direttrice della sostenibilità di Oda.
“Pensavamo che fosse una sfida importante – prosegue Fuchs -: quindi abbiamo iniziato a cercare modi semplici per comunicare le emissioni. Non vogliamo puntare il dito e dire ai nostri clienti cosa acquistare e cosa evitare: le ‘ricevute climatiche’ sono arrivate grazie a ciò che i nostri clienti hanno chiesto”. A quanto pare il feedback dei clienti è stato positivo e si è registrato anche un aumento delle vendite di prodotti alimentari a base vegetale.
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Verdura al posto della carne
“Ora un hamburger su cinque venduto è vegetariano e la popolarità dei pasti vegetariani in generale è cresciuta. La zuppa di lenticchie è stata una delle nostre prime dieci ricette vendute l’anno scorso. Gli anni precedenti non era affatto vicino alla top ten“, ha confermato la responsabile della sostenibilità.
Oda ha poi rivelato che i suoi clienti acquistano oltre il 50% di prodotti freschi in più rispetto alla media dei consumatori norvegesi. Le alternative alla carne hanno visto un aumento della popolarità dell’80%. Entrambi i dati sono arrivati dopo il lancio dell’iniziativa sugli scontrini con l’impronta climatica.
Ora, anche altre aziende stanno cercando di creare standard di trasparenza analoghi. “Siamo stati i primi in Norvegia a creare la ricevuta climatica e un anno dopo abbiamo visto che altri negozi di alimentari seguivano la tendenza”, conclude Fuchs. “Questa è un’ottima notizia per i consumatori e speriamo che ne seguiranno altre”.
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