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giovedì, Novembre 14, 2024

Appello dei produttori di bevande europei alla Commissione: “Acceleri sul deposito su cauzione”

Natural Mineral Waters Europe, UNESDA Soft Drinks Europe insieme a Zero Waste Europe chiedono all’Ue di impegnarsi a sostenere la diffusione dei sistemi di deposito su cauzione degli imballaggi (DRS) attraverso la “definizione di requisiti minimi”

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Redazione EconomiaCircolare.com

Accelerare la transizione verso un’economia circolare, come stabilito nel piano d’azione Ue, è un obiettivo collettivo e i sistemi di deposito su cauzione degli imballaggi per bevande  (DRS-Deposit Return System) sono parte della soluzione per raggiungere questo obiettivo. Ne sono convinte due associazioni europee di produttori e imbottigliatori di bevande – Natural Mineral Waters Europe (550 aziende, per l’Italia sotto il vessillo di Mineracqua) e UNESDA Soft Drinks Europe (Assobibe per l’Italia) – che insieme a Zero Waste Europe chiedono all’Ue di impegnarsi a sostenere la diffusione dei sistemi DRS attraverso la “definizione di requisiti minimi” per il deposito su cauzione nella revisione della Direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio.

Insomma, anche chi mette in circolazione bottiglie e imballaggi per bevande chiede l’adozione di un sistema che contribuisca a migliorare la raccolta differenziata e riduca la dispersione nell’ambiente.

“Riconoscere il ruolo dei DRS”

Le due associazioni di produttori, in una nota diffusa stamattina insieme a Zero Waste Europe, esortano l’UE a “riconoscere il ruolo dei sistemi di deposito su cauzione” nel raggiungimento degli obiettivi europei di raccolta e riciclo degli imballaggi, e a “sostenere la definizione di requisiti minimi per nuovi DRS nella revisione della direttiva UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”. Ribadendo, inoltre, il loro “pieno impegno a collaborare” nell’attuazione di schemi di raccolta efficienti.

NMWE, UNESDA Soft Drinks Europe e Zero Waste Europe ritengono che qualsiasi nuovo sistema di deposito su cauzione dovrebbe essere stabilito partendo da alcuni principi di base che ne garantiscano l’efficacia e la sostenibilità. Per questo chiamano in causa la governance europea per fissare, con l’aiuto di tutti gli stakeholders, questi principi.

Ricordiamo che la direttiva sulla plastica monouso (direttiva Sup), impone un tasso di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica per bevande entro il 2029 e un minimo del 25% di plastica riciclata nelle bottiglie in PET dal 2025 (30% dal 2030 in tutte le bottiglie per bevande).

Leggi anche lo speciale sul Deposito su cauzione

“Obiettivi di riciclo improbabili da raggiungere”

“Date le attuali prestazioni di raccolta in tutta l’UE, è improbabile che molti Stati membri dell’UE raggiungano gli obiettivi di raccolta fissati”, afferma Nicholas Hodac, direttore generale dell’UNESDA. “Questo è il motivo – aggiunge – per cui sosteniamo un DRS ben progettato come una delle opzioni più efficienti per soddisfare gli obiettivi di raccolta e contenuto riciclato fissati nella direttiva UE sulle materie plastiche monouso, ma anche come un’opportunità per creare un sistema di riciclaggio a ciclo chiuso che garantisca il materiale è restituiti e riciclati in nuovi contenitori per bevande”.

Leggi anche: Sistemi di deposito su cauzione: la via obbligata che conviene anche all’Italia

I DRS non solo hanno fornito tassi di raccolta elevati per gli imballaggi per bevande nei Paesi in cui sono presenti, ma hanno anche il vantaggio di fornire materiale riciclato di alta qualità per alimenti in un unico flusso pulito”, sostiene Patricia Fosselard, segretario generale di NMWE. “Tuttavia – prosegue – nonostante la loro eccellente esperienza, la legislazione dell’UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio attualmente non affronta in alcun modo il DRS, né garantisce il riciclaggio a ciclo chiuso per i materiali di qualità alimentare”.

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Il ruolo delle istituzioni

La Commissione europea può svolgere un ruolo cruciale nel colmare questa lacuna, , sostengono i firmatari dell’appello, sviluppando requisiti minimi per aiutare gli Stati membri dell’UE a fornire un quadro solido per l’istituzione di nuovi efficienti DRS. Tali requisiti minimi dovrebbero basarsi su quelli per i regimi di responsabilità estesa del produttore, e l’istituzione di queste linee guida a livello dell’UE potrebbe contribuire a garantire che l’infrastruttura DRS negli Stati membri contenga anche, ove possibile, imballaggi riutilizzabili, in linea con gli obiettivi dell’UE in materia di prevenzione e riutilizzo dei rifiuti di imballaggio”, sottolinea Joan Marc Simon, Direttore di Zero Waste Europe.

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