mercoledì, Dicembre 3, 2025

RAEE da borsetta: i rifiuti elettronici che porti sempre con te (e come smaltirli)

I RAEE si nascondono ovunque, anche nelle nostre borse. Per scovarli basta poco e, ancor meno, per fare ordine. Ci sono diverse opzioni per conferire correttamente questi piccoli rifiuti elettrici ed elettrici, ecco come fare

Valeria Morelli
Valeria Morelli
Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.

Scommettiamo che se adesso apriste la vostra borsetta, lo zaino da lavoro o il marsupio da passeggio, trovereste almeno un oggetto che, una volta rotto o esaurito, diventerà un RAEE?  Se partecipassimo ad un quiz e volessimo alzare il livello di difficoltà del gioco potremmo sostenere che osservando alcuni oggetti probabilmente non avreste mai riflettuto sulla loro natura e sul loro corretto futuro smaltimento. 

Con gli oggetti contenuti nelle borse da passeggio proseguiamo il viaggio alla scoperta di tutti quei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che si nascondono nei luoghi più impensabili della nostra quotidianità. Spesso pensiamo ai RAEE come a grandi elettrodomestici, tipo il frigorifero o la lavatrice, o, al massimo, al vecchio computer da smaltire. Ebbene, la realtà è molto più “tascabile”. La normativa europea, recepita in Italia, definisce come AEE (Apparecchiatura Elettrica ed Elettronica) qualsiasi dispositivo che, per funzionare, dipende da corrente elettrica o campi elettromagnetici.

Di conseguenza, un RAEE è semplicemente un AEE del quale abbiamo deciso di disfarci (auspicabilmente perché obsoleto o non riparabile).

Questo significa che moltissimi degli oggetti che ci accompagnano ogni giorno, una volta giunti a fine vita, non vanno assolutamente gettati nel sacco dell’indifferenziato, ma meritano un percorso di smaltimento dedicato per proteggere l’ambiente e recuperare materiali preziosissimi. In questo articolo, apriremo insieme le nostre borse per imparare a riconoscere e gestire correttamente questi piccoli, insospettabili rifiuti tecnologici.

Dallo zaino al cassonetto giusto: i RAEE nascosti nella tua borsa

Quante volte, facendo pulizia, avete svuotato borse e zaini trovando un vero e proprio campionario di oggetti dimenticati? Vecchi scontrini, penne che non scrivono più e, sempre più spesso, piccoli gadget tecnologici. Ecco, è proprio qui che si annidano i nostri RAEE nascosti. Parliamo di tutti quegli oggetti che contengono un circuito, una batteria o che, per funzionare, hanno bisogno di elettricità.

Un simbolo utilissimo che dovrebbero avere apposto è quello del “cassonetto barrato” che ci avvisa che quel prodotto non può finire tra i rifiuti generici, ma deve seguire una filiera di raccolta separata.

La ragione è duplice. Da un lato, questi oggetti contengono sostanze potenzialmente pericolose e inquinanti come mercurio, piombo o gas refrigeranti che, se dispersi nell’ambiente, possono causare danni enormi. Dall’altro, sono delle vere e proprie “miniere urbane”.

Al loro interno si celano, infatti, materie prime critiche e metalli preziosi come oro, argento, rame, palladio e cobalto che possono essere recuperati e riutilizzati in nuovi cicli produttivi, riducendo la necessità di estrarre risorse dal pianeta.

Recuperare questi materiali significa promuovere un modello di economia circolare, risparmiare energia ed evitare emissioni di CO2.

Pensateci la prossima volta che avete tra le mani un paio di auricolari rotti o una power bank esaurita: non state tenendo in mano un rifiuto, ma una risorsa che, conferita in modo corretto, può fare la differenza.

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Sigarette elettroniche e vape usa e getta: perché sono RAEE e come smaltirle correttamente

Partiamo da un oggetto sempre più diffuso e, purtroppo, spesso smaltito nel peggiore dei modi: la sigaretta elettronica (incluse le popolarissime versioni “usa e getta”). Ebbene sì: una volta esaurita, la sigaretta elettronica è, a tutti gli effetti, un RAEE anzi, è un rifiuto complesso, perché contiene una batteria al litio, un circuito per il riscaldamento del liquido, una resistenza e un involucro di plastica o metallo. Le “vape” monouso, in particolare, rappresentano un problema ambientale crescente: il loro ciclo di vita è brevissimo e la presenza della batteria le rende rifiuti elettronici a tutti gli effetti, da non gettare mai nel secco residuo. Smaltirle nell’indifferenziato o, peggio, abbandonarle per strada, significa rilasciare nell’ambiente non solo plastica, ma anche i metalli pesanti e le sostanze chimiche della batteria, con un alto rischio di inquinamento del suolo e delle falde acquifere. Allora, come fare? La via maestra è conferirle presso l’isola ecologica (o centro di raccolta comunale) più vicina, negli appositi contenitori per i piccoli RAEE, spesso classificati nel raggruppamento R4. 

Alcuni negozi specializzati in “svapo” e tabaccherie stanno iniziando a offrire servizi di ritiro dell’usato, spesso con la modalità “uno contro uno”: quando acquisti una nuova sigaretta elettronica, puoi lasciare quella vecchia. Informarsi presso il proprio rivenditore è sempre una buona pratica.

RAEE da borsetta sigaretta elettronica

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Cuffie, auricolari e smartwatch rotti: la guida al corretto smaltimento come RAEE

Chi, all’interno di qualche borsa, non ha mai trovato un paio di auricolari magari con un solo lato funzionante, vecchie cuffie con il filo rovinato o un cavetto di ricarica vecchio? Magari anche un vecchio smartwatch, ormai obsoleto, lasciato nella borsa dell’attività sportiva o semplicemente un contapassi. Tutti questi oggetti, senza eccezioni, sono RAEE. 

Che siano con filo o wireless, contengono a seconda dei casi, piccoli altoparlanti, magneti, circuiti e, nel caso dei modelli senza fili, una batteria ricaricabile. Proprio la presenza di questi componenti elettronici li classifica come Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.

Buttarli nell’indifferenziato è un errore grave non solo perché si perdono materiali recuperabili, ma perché si rischia di inquinare l’ambiente. La soluzione corretta è semplice e a portata di mano: trattandosi di RAEE di piccole dimensioni (generalmente sotto i 25 centimetri), si può usufruire del cosiddetto “uno contro zero”. La normativa, introdotta in Italia con il DM 121/2016, permette ai cittadini di consegnare gratuitamente i piccoli RAEE presso i grandi punti vendita di elettronica (con superficie superiore a 400 metri quadrati) senza alcun obbligo di acquisto. In alternativa, si possono sempre portare all’isola ecologica comunale dove verranno smistati ed inviati a impianti specializzati per il recupero dei materiali. Quindi, la prossima volta che un auricolare smette di funzionare, non lasciatelo in un cassetto: dategli una seconda vita portandolo nel posto giusto.

Power bank esauriti e portachiavi smart: (quando) non vanno nella frazione secca

Due altri compagni di viaggio immancabili nelle nostre borse sono le power bank e i portachiavi. Fate attenzione: non tutti i portachiavi sono uguali! Un semplice portachiavi di metallo o plastica, una volta rotto, andrà gettato nel contenitore della differenziata (se di metallo) o indifferenziata se di plastica (perché non è un imballaggio). Tuttavia se il vostro portachiavi ha una piccola luce a LED, un localizzatore GPS o un “cicalino” per ritrovare le chiavi – e quindi ha, al suo interno, una piccola batteria e un circuito –  allora è un RAEE

Lo stesso, e a maggior ragione, vale per le power bank che sono AEE. Una power bank, infatti, non è altro che un insieme di batterie agli ioni di litio gestite da un circuito di controllo, un concentrato di tecnologia. Quando non riescono più a mantenere la carica, diventano rifiuti speciali. Le batterie al litio, se danneggiate o smaltite in modo scorretto, possono essere pericolose e persino incendiarsi. Per questo, il loro corretto smaltimento è cruciale. Sia le power bank che i portachiavi elettronici, al termine della loro carriera, andranno  conferiti come RAEE. Potete portarli all’isola ecologica o utilizzare i contenitori per la raccolta di pile e accumulatori esausti che si trovano in molti supermercati e negozi.

Anche in questo caso, vale la regola dell’ “uno contro zero” per i dispositivi di piccole dimensioni. 

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Economia circolare in tasca: come un piccolo gesto di smaltimento fa la differenza per il pianeta

Come abbiamo visto, le nostre borse e i nostri zaini sono scrigni di tecnologia che, a fine vita, richiedono la nostra attenzione. Sigarette elettroniche, auricolari, power bank e persino portachiavi luminosi non sono spazzatura da conferire coi vecchi scontrini, ma un insieme di risorse preziose che attendono di essere recuperate. Riconoscerli come RAEE è il primo passo fondamentale. Il secondo è agire di conseguenza, utilizzando gli strumenti che abbiamo a disposizione: le isole ecologiche comunali, il ritiro “uno contro uno” presso i negozi quando acquistiamo un prodotto nuovo equivalente e il comodissimo “uno contro zero” per i piccoli dispositivi elettronici. Ogni volta che smaltiamo correttamente uno di questi oggetti, compiamo un atto concreto di economia circolare. Impediamo a sostanze nocive di contaminare il nostro ambiente, riduciamo la necessità di estrarre nuove materie prime e contribuiamo a un sistema produttivo più sostenibile. La prossima volta che svuoterete la vostra borsa, guardatela con occhi diversi: potreste avere tra le mani non solo un oggetto rotto, ma l’opportunità di fare la scelta giusta per il futuro del nostro pianeta.

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