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Benvenute e benvenuti alla diciannovesima rassegna internazionale di EconomiaCircolare.com. Nella raccolta di oggi segnaliamo uno studio sul passaporto digitale del prodotto, una valutazione sui costi del mancato adeguamento alle norme ambientali europee, dati preoccupanti sulle foreste tropicali. E poi la causa delle Isole Vergini a Coca Cola, le preoccupazioni delle imprese per il pacchetto Omnibus, e ancora filtri di sigarette, tassazione del carbonio alle frontiere, crisi climatica.
Buona lettura
PASSAPORTO DIGITALE DEI PRODOTTI: OLTRE L’OBBLIGO UN’OPPORTUNITÀ STRATEGICA “
Il Digital Product Passport (DPP) non è solo uno strumento normativo, ma una risorsa strategica per le imprese. Uno studio condotto con il metodo della Design Science Research ha coinvolto tre aziende del settore arredamento per testare un framework che guida lo sviluppo di nuovi servizi basati sul DPP. I risultati mostrano che questi servizi rafforzano la relazione con i clienti, aumentano la trasparenza sui cicli di vita dei prodotti e migliorano il posizionamento competitivo, rendendo il DPP uno strumento di valore anche al di là degli obblighi normativi.
Leggi lo studio sul Journal of Circular Economy
LE IMPRESE EUROPEE PROMUOVONO LA CSRD, MA BOCCIANO L’OMNIBUSUn sondaggio su oltre 1.000 dirigenti d’impresa nell’area economica europea rivela che la Direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese (CSRD) è ampiamente apprezzata: solo il 7% ne auspica la revisione, mentre il 61% si dichiara soddisfatto. Il vero motivo di preoccupazione è la proposta “omnibus”, che aumenterebbe la soglia dei dipendenti per l’obbligo di rendicontazione, riducendo di fatto l’ambito d’applicazione della CSRD. L’84% dei dirigenti sostiene gli obiettivi di sostenibilità dell’UE, riconoscendo alla CSRD un ruolo strategico per la trasparenza e la trasformazione aziendale. Tuttavia, la mancanza di linee guida chiare e gli oneri per le PMI restano criticità. Solo il 37% degli intervistati ritiene che la direttiva limiti la competitività rispetto ai concorrenti extra-UE. Il 90% considera la CSRD “un elemento della sovranità e del potere europeo” Eliminare una vasta parte di imprese dalla CSRD non semplifica nulla. Al contrario, crea problemi per molte aziende, ad esempio nella gestione dei rischi e nelle relazioni con gli investitori Andreas Rasche, Copenhagen Business School
Leggi il resoconto su Sustainable Views |
CHIESA E CLIMA: LA SFIDA DI PAPA LEONE TRA DIRITTI INDIGENI E GIUSTIZIA AMBIENTALEPapa Francesco ha ridefinito l’approccio della Chiesa al cambiamento climatico, riconoscendo la responsabilità morale verso i più vulnerabili e i popoli indigeni. Papa Leo XIV eredita questa missione in un momento di crisi ambientale e politica globale. Le sue radici in America Latina e la sua sensibilità verso l’Amazzonia e i diritti umani fanno sperare in una continuità nell’impegno climatico e sociale della Chiesa. Leggi l’analisi su Grist |
AMBIENTE, QUANTO COSTA NON RISPETTARE LE LEGGI UEUno studio della Commissione UE aggiorna i costi legati al mancato rispetto delle normative ambientali nei 27 Stati membri. L’analisi evidenzia un ampio divario tra lo stato ambientale attuale e gli obiettivi normativi in otto settori chiave. Questo “implementation gap” si traduce in significativi costi sociali, sanitari ed economici, mostrando come l’inazione ambientale abbia un prezzo concreto per l’intera società europea.
Leggi l’analisi sul sito dell’Unione Europea |
2024, ANNO NERO PER LE FORESTE TROPICALISecondo nuovi dati dell’Università del Maryland, nel 2024 i tropici hanno perso 6,7 milioni di ettari di foresta primaria, record assoluto negli ultimi vent’anni. Gli incendi, quintuplicati rispetto al 2023, sono stati la causa principale, alimentati da caldo estremo e siccità indotta da cambiamento climatico ed El Niño. Le emissioni generate, pari a 3,1 miliardi di tonnellate di CO₂, superano quelle annuali dell’India da combustibili fossili.
Leggi l’analisi sul sito del World Resources Institute |
TASSE SUL CARBONIO ALLE FRONTIERE: PROIEZIONI SUL FOREIGN POLLUTION FEE ACTIl Foreign Pollution Fee Act 2025 – proposta legislativa statunitense presentata al Congresso nel 2025 dai senatori Bill Cassidy (R-LA) e Lindsey Graham (R-SC) – introdurrebbe dazi su prodotti importati ad alta intensità di carbonio. Secondo uno studio basato sul modello GEM, la misura favorirebbe la produzione industriale interna (cemento +9,1%, alluminio +7,9%), riallineando il commercio verso paesi a basse emissioni. L’impatto globale sulle emissioni resta però marginale: -0,06% su scala mondiale.
Leggo i risultati dello studio su Resources for the future |
INNALZAMENTO DEI MARI: ANCHE A 1,5°C IL FUTURO È SOMMERSOAnche limitando il riscaldamento globale a 1,5°C, l’innalzamento dei mari sarà inarrestabile e condurrà a migrazioni interne “catastrofiche”, secondo un nuovo studio pubblicato su Communications Earth and Environment. A quel livello di riscaldamento, il ritmo di crescita del mare supererà la capacità delle nazioni di costruire difese costiere, colpendo miliardi di persone.
Leggi il resoconto sul Guardian |
ISOLE VERGINI USA CONTRO COCA-COLA E PEPSI: CAUSA PER L’EMERGENZA PLASTICAIl governo delle Isole Vergini USA ha avviato un’azione legale contro PepsiCo e Coca-Cola, accusandole di contribuire in modo determinante alla crisi locale dei rifiuti plastici. Secondo la denuncia, le aziende avrebbero ingannato i consumatori promuovendo le bottiglie in plastica monouso come ecologiche, senza fornire soluzioni sostenibili per il loro smaltimento.
Leggi la notizia su USA Today |
SIGARETTE NEL MIRINO: PARTE LA CAMPAGNA GLOBALE CONTRO I FILTRI DI PLASTICACon la campagna globale “No Plastic Filter”, una coalizione internazionale di cittadini, scienziati, ONG e istituzioni chiede il divieto dei filtri di sigaretta in plastica. Questi filtri, tra le forme più diffuse di inquinamento plastico, rilasciano microplastiche e sostanze tossiche. Il movimento punta ad azioni concrete nei negoziati del Global Plastics Treaty e nella direttiva UE sulle plastiche monouso.
Leggi la notizia su Recycling Magazine |
SCIENZA SOTTO CENSURA: L’EFFETTO GELO DELLE DIRETTIVE ANTI-DEI NEGLI USAUn ordine esecutivo dell’amministrazione Trump ha imposto lo stop a ogni attività DEI (diversità, equità e inclusione) nelle agenzie federali. Ne deriva un effetto repressivo sulla ricerca scientifica: riviste finanziate dal governo USA chiedono la rimozione di termini come “equitably” o dati demografici. Alcuni autori hanno ritirato i propri articoli in segno di protesta contro l’interferenza politica nella scienza.
Leggi la notizia su Undark |