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Bentrovate e bentrovati alla rassegna internazionale numero 27 di EconomiaCircolare.com. Il resoconto di oggi parte da come la lingua che cambia rifletta le alterazioni del rapporto tra esseri umani e natura, alterazioni che sono all’origine delle crisi ambientali. Trovate uno studio pubblicato su Nature che inchioda Big Oil alle proprie responsabilità climatiche. E poi ancora il tentativo delle lobby fossili di sottrarsi alla giustizia climatica. Ancora: il giudizio di Andreas Rasche sui pacchetti Omnibus usati dalla Commissione per riscrivere le normative ambientali. E una ricerca sul rapporto tra smog e demenza.
Buona lettura.
QUANDO SCOMPAIONO LE PAROLE PER DIRE LA NATURA
Negli ultimi due secoli, l’uso di parole legate alla natura in lingua inglese è diminuito drasticamente, riflettendo un progressivo allontanamento culturale e sensoriale dall’ambiente naturale. Questa perdita linguistica, secondo studi, non è solo sintomo ma anche causa del disinteresse per la tutela del pianeta e ostacola la formazione di legami affettivi con la natura.
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OMNIBUS UE: LA SOSTENIBILITÀ SOTTO REVISIONETRA SEMPLIFICAZIONE E RETROMARCIA POLITICAAndreas Rasche, professore presso la Copenhagen Business School (CBS), spiega come i vari Omnibus dell’UE, volti a semplificare le normative sulla sostenibilità come CSRD e CSDDD, siano criticati per aver preceduto l’esperienza dell’attuazione. Le modifiche, percepite come politiche e affrettate, rischiano di minare l’efficacia delle direttive ambientali e sociali. Rasche invita a basare la semplificazione su dati reali, non su pressioni ideologiche.
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TRATTATO IN STALLO, INQUINAMENTO IN CRESCITA:LA BATTAGLIA CONTRO LA PLASTICA CONTINUAIl fallimento dei negoziati dell’agosto 2025 per il trattato globale sulla plastica mostra le profonde divisioni tra i paesi: alcuni chiedono limiti alla produzione, altri puntano solo sulla gestione dei rifiuti. Intanto, comunità vulnerabili e paesi in via di sviluppo continuano a pagare il prezzo più alto dell’inquinamento. Le soluzioni esistono, si rendendo urgenti azioni coordinate a livello nazionale e internazionale.
Leggi l’analisi sul sito del World Resources Institute |
LO SMOG CHE UCCIDE IL CERVELLO:NUOVE PROVE SUL LEGAME TRA INQUINAMENTO E DEMENZAUn nuovo studio rivela che l’inquinamento atmosferico da polveri sottili (PM2.5) può favorire la comparsa della demenza a corpi di Lewy, terza forma più diffusa al mondo. Le particelle inquinanti inducono la formazione di proteine tossiche nel cervello, causando morte cellulare e declino cognitivo. I ricercatori chiedono azioni urgenti per migliorare la qualità dell’aria.
Leggi sul Guardian |
IBRIDE PLUG-IN SOTTO ACCUSA: EMETTONO CINQUE VOLTE PIÙ CO₂ DEL DICHIARATOI nuovi dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente rivelano che le auto ibride plug-in emettono in media 139g/km di CO₂, quasi cinque volte più delle emissioni dichiarate nei test ufficiali (28g/km). Nonostante ciò, l’industria automobilistica chiede all’UE di annullare le correzioni previste per allineare i dati reali agli obiettivi climatici.
Leggi sul sito di Transport & Environment |
IL CLIMA IN FIAMME: RESPONSABILITÀ DIRETTA DELLE BIG OIL NELLE ONDATE ESTREMEUno studio su scala globale pubblicato su Nature collega direttamente le emissioni di gas serra delle grandi aziende fossili (“carbon majors”) con l’aumento dell’intensità e frequenza delle ondate di calore. Circa il 37% delle giornate di caldo estremo a livello globale tra il 2000 e il 2019 è attribuibile alle loro emissioni cumulative. Questo rappresenta un passo fondamentale per legare giuridicamente cause climatiche a responsabilità aziendali.
Leggi su Nature |
ESPLORAZIONI FOSSILI IN CRESCITA:LE NUOVE LICENZE MINACCIANO GLI OBIETTIVI CLIMATICI GLOBALINel solo mese di agosto 2025, sono state assegnate 14 nuove licenze di esplorazione per petrolio e gas in quattro paesi, corrispondenti a 48,3 Mt di CO₂ potenzialmente emesse. L’IISD denuncia come queste iniziative contraddicano gli impegni dell’Accordo di Parigi e aumentino il rischio di asset bloccati, soprattutto in paesi come l’Algeria, che punta a mantenere l’export verso l’Europa.
Leggi sul sito dell’International Institute for Sustainable Development (IISD) |
BIG OIL VUOLE L’IMMUNITÀ: SVELATI I PIANI PER SFUGGIRE ALLE CAUSE SUL CLIMAIl New York Times ha confermato che l’industria fossile americana sta spingendo per ottenere dal Congresso una legge federale che la protegga dalle cause legali sui danni climatici. Il modello sarebbe la legge che già tutela i produttori di armi. La misura bloccherebbe le richieste di risarcimento da parte delle comunità colpite, scaricando i costi della crisi climatica sui contribuenti.
Leggi sul sito del Center for Climate Integrity |



