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venerdì, Novembre 15, 2024

Retrofit elettrico: arriva il bonus ma mancano le omologazioni per auto

Da un motore endotermico a quello elettrico: i kit retrofit, incentivati da un bonus appena approvato dal governo, potrebbero supportare la transizione dell'automotive. Ma la lunga e costosa burocrazia potrebbe rendere la misura inefficace

Simone Fant
Simone Fant
Simone Fant è giornalista professionista. Ha lavorato per Sky Sport, Mediaset e AIPS (Association internationale de la presse sportive). Si occupa di economia circolare e ambiente collaborando con Economia Circolare.com, Materia Rinnovabile e Life Gate.

Riqualificare e ammodernare un veicolo rendendolo meno inquinante: è questa l’idea che sta alla base della conversione retrofit elettrica, ovvero l’installazione di un motore elettrico in sostituzione di quello endotermico, che sta prendendo piede nel settore automotive.

Dopo l’approvazione del Parlamento Europeo del divieto di vendita di motori termici per le case automobilistiche a partire dal 2035, il percorso verso un’elettrificazione dei trasporti sembra ormai tracciata. Ma allora che fine faranno tutti quei veicoli troppo inquinanti per circolare? La demolizione non è sicuramente un fine vita ottimale in ottica circolare. Ecco allora che il retrofit elettrico potrebbe diventare una soluzione che da una parte allunga il ciclo vita del veicolo e dei materiali che lo compongono, dall’altra riduce l’impatto ambientale rispetto al classico motore a gas o benzina.

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Il bonus c’è, ma nessuno menziona i problemi di omologazione del veicolo

Questa operazione di conversione è incentivata dal governo italiano che lo scorso luglio ha definitivamente approvato il bonus retrofit 2022 con la firma del decreto interministeriale tra MIMS (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) e MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico). Sui 14 milioni stanziati per promuovere la decarbonizzazione del sistema dei trasporti, il bonus prevede un contributo pari al 60% del costo per la riqualificazione elettrica fino a un massimo di 3.500 euro. Poca cosa rispetto agli 10mila concessi in alcuni dipartimenti francesi ma sarebbe comunque un aiuto interessante per far scendere i prezzi.

Ma poco importa della cifra messa sul piatto se i veicoli poi non possono circolare. “È da più di tre anni che si parla di questi Kit per convertire in elettrico macchine di una certa età –  spiega Diego Tebaldi, esperto di auto elettriche nel veronese – ma il principale problema è la burocrazia. Nessuno scrive sui giornali che questo bonus non è quasi mai attuabile perché oggi l’unico kit omologati retrofit è quello della vecchia 500 prodotto dal Newtron Group di Messina”.

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Lunghi iter burocratici, più i costi: un mercato di nicchia?

Il kit cambia dal tipo di macchina e anche le officine possono acquistare i pezzi per costruirlo. L’ostacolo è l’omologazione, perché il kit deve essere autorizzato a circolare. “Per omologare un kit privatamente bisogna fare mille carte e spenderci tanti soldi – continua Tebaldi – L’iter burocratico è lungo e tra l’altro non tutte le motorizzazioni sono disposte a farlo”. Ci sono diverse piccole aziende o startup che stanno cercando di omologare i loro kit ma, come ripete Tebaldi, anche per costoro ci vogliono tante risorse e devono accreditarsi al Ministero dei trasporti.

“Tanta gente non sa cosa vuol dire retrofit. Mi arrivano tantissime richieste, ma pochi sanno che per esempio ci sono dei limiti sui kilowatt di potenza del motore. Per una macchina che ha più autonomia si devono installare più batterie, e allo stesso tempo devono avere un peso limitato”. I costi per un kit Fiat 500 si aggirano intorno ai 10mila euro e se la macchina ha poco valore non ha molto senso riconvertirla in elettrica. “Sarà un mercato di nicchia – aggiunge Tebaldi – per coloro che possiedono un’auto d’epoca e vogliono allungargli la vita. Al momento i prezzi però non sono competitivi per vedere una conversione su grande scala”.

Le iniziative di Talet-e e Renault

Al momento dal bonus retrofit sono esclusi i veicoli a due ruote. Ma c’è chi ci punta lo stesso. Talet-e è una start-up italiana che ha completato il suo ‘seed round’ di finanziamenti nel mese di aprile. L’azienda punta a velocizzare la transizione all’elettrico con la partnership di Newtron Group, azienda leader in sistemi di qualificazione elettrica. L’obiettivo di Talet-e è trasformare uno scooter termico in elettrico grazie all’acquisto online e a una rete di installatori ufficiali su tutto il territorio italiano.

Tra le case automobilistiche che si stanno attivando sul fronte retrofit c’è Renault, che con la sua prima iniziativa retrofit si rivolge solamente ai veicoli commerciali, non alle auto. Nello specifico, il kit di trasformazione proposto permetterà di trasformare i veicoli commerciali con motori termici di più di 5 anni in veicoli elettrici con la collaborazione di Phoenix Mobility, azienda con sede a Grenoble specializzata nella trasformazione dei veicoli commerciali in elettrici. La commercializzazione è prevista per il 2023 con l’installazione di circa mille kit di retrofit, per poter dimostrare ai clienti professionali i vantaggi della conversione. “Questa partnership con Phoenix Mobility è il primo caso di associazione tra un costruttore automobilistico e una promettente start-up per lanciare un’offerta commerciale inedita sul mercato aftermarket – ha dichiarato François Delion, direttore post-vendita del Gruppo Renault – e rispondere così alle attese dei nostri clienti professionali che ricercano soluzioni di mobilità più sostenibili ed economiche”.

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