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lunedì, Dicembre 16, 2024

La seconda vita dei nostri capelli

L’economia circolare non riguarda solo le materie prime o gli imballaggi, ma anche cose più ‘vicine’ a noi, come i nostri capelli. Ecco come possono essere riutilizzati e dove vanno conferiti una volta che li abbiamo tagliati

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Quando parliamo di riuso, riciclo e in generale di economia circolare, ci riferiamo di solito a materiali – naturali o di sintesi – che sono intorno a noi. Ma queste pratiche potrebbero riguardarci ancor più da vicino: oggi parliamo della seconda vita dei capelli… dopo che li abbiamo tagliati dal parrucchiere.

In Italia di norma vengono buttati, ma vi sono delle iniziative spot per il loro recupero che possono partire dai negozi stessi o dalle clienti che si fanno tagliare i capelli di una certa lunghezza per poterli poi donare a progetti onlus che si occupano di creare delle parrucche per i malati oncologici. La regola generale è però quella che stabilisce che il loro destino sia di finire  nella frazione secca non differenziabile sebbene essi siano riciclabili, assorbenti e ultra resistenti.

Queste loro caratteristiche hanno fatto sì che il riciclo dei capelli sia diventata una pratica che si sta diffondendo in alcuni Paesi del mondo con lo scopo di dar loro una seconda vita sotto molteplici utilizzi… peraltro anche a protezione dell’ambiente.

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Come riciclare i capelli per realizzare materiali assorbenti anti inquinamento (e non solo)

Ma veramente i capelli possono essere utili in termini di economia circolare? La Ong belga Dung Dung che ha lanciato il progetto Hair Recycle di opzioni per riciclarli ne ha trovate ben tre. Secondo quanto riportato dalla onlus, è stato dimostrato che un capello – costituito per il 95% da cheratina, una proteina che gli conferisce elasticità, resistenza, flessibilità e insolubilità in acqua – è in grado di sostenere 10 milioni di volte il proprio peso!

Intrecciati e trasformati, divengono tappeti che possono essere utilizzati per assorbire petrolio e altri idrocarburi inquinanti dispersi nell’ambiente, come raccontato anche sulle pagine di Reuters. In base ai dati diffusi dal co-fondatore del progetto, Patrick Janssen, sappiamo che 1 chilogrammo di capelli può assorbire ben 7-8 litri di petrolio e idrocarburi. Tali manufatti possono essere posizionati in acqua, come nei pressi degli scarichi per evitare che l’inquinamento arrivi ad un fiume o al mare o, nel caso di sversamenti, per ridurre l’impatto dell’eventuale perdita.

Un altro uso è quello per la fabbricazione di sacchetti utili per raccogliere materiali compostabili.

La terza forma di riciclo porta invece all’estrazione di cheratina che viene usata per alcuni trattamenti di ustioni cutanee.

Come avviene la raccolta dei capelli presso i parrucchieri in Belgio

Un’ulteriore raccolta differenziata, se non fatta bene, può essere un aggravio per i negozianti. Per questo è fondamentale che sia realizzata in maniera efficace e ben organizzata. Nel caso di Hair Recycle si spiega come i saloni ricevano abbastanza borse per raccogliere i capelli che verranno raccolti regolarmente dalla ong. Legato a ciò, una campagna per informare il pubblico dell’approccio eco sostenibile del negozio mediante delle vetrofanie consegnate agli aderenti.

In questo modo i saloni di bellezza possono contribuire a ridurre l’impronta ecologica della propria attività e dare una seconda vita ai capelli per evitare che finiscano nell’inceneritore così da rispondere anche alle esigenze dei clienti che al giorno d’oggi sono sempre più consapevoli delle problematiche ambientali e dell’importanza di uno stile di vita sostenibile.

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Altri utilizzi dei capelli

I differenti usi di questa materia prima così ricca di cheratina e resistente non finiscono qui.

Vi è chi dà loro valore trasformandoli (e mixandoli con altri materiali organici) in fertilizzante per giardini, sfruttando il fatto che i capelli contengono azoto, fosforo e potassio e possono quindi assolvere  una funzione nutriente per le piante.

I capelli potrebbero essere impiegati anche per creare materiali come il feltro  o la carta. Inoltre, sono stati utilizzati da artisti per creare opere d’arte uniche.

Le modalità di riuso non finiscono però qui. Esistono molte altre possibilità di riciclo che vanno dall’utilizzo come imbottitura, ad esempio per cuscini e giocattoli, alla creazione di tessuti, fino alla realizzazione di componenti per produrre energia rinnovabile .

Dove si buttano i capelli (di casa)

Ora probabilmente a molti di voi sarà venuta la domanda su dove conferire i propri capelli a casa, quelli che trovate solitamente sul pavimento. Consultando l’app Junker sia per quelli trattati, tinti o al naturale, il consiglio che si dà è di conferirli tra i materiali non riciclabili. Neanche il portale Ama fa differenza sul tipo di capello ma sulla quantità. Per quelle modiche consiglia l’organico, per le grandi, l’indifferenziato. Quindi in tal caso la risposta giusta è quella di consultare il regolamento del proprio Comune.

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