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lunedì, Maggio 20, 2024

I mozziconi di sigarette che mandano in fumo il benessere del Pianeta

Dalla Spagna all'Olanda sono sempre più numerosi i Paesi che intervengono per limitare l'invasione delle cicche. Secondo le stime di MareVivo, ogni anno nel mondo 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente. Anche l'Italia ha annunciato un nuovo giro di vite

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Fumare fa male, non solo alla salute ma anche all’ambiente. I dati parlano chiaro: una enorme parte dei mozziconi finisce per strade, parchi e spiagge.

In tutto il mondo, ogni anno – in base a quanto divulgato con la campagna “Piccoli gesti, grandi crimini” di MareVivo – 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente, generando circa 770 milioni di chili di rifiuti tossici.

Rimanendo nei confini italici, nel Belpaese risulta che ne vengano dispersi nell’ambiente circa 14 miliardi. Per comprendere la portata del fenomeno, l’UNEP (il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) stima che i mozziconi rappresentino il 40% dei rifiuti marini nel Mediterraneo. Le cose non vanno meglio fuori dall’acqua essendo tra i rifiuti più presenti anche in ecosistemi quali le spiagge o i parchi.

Come raccontato dalla nostra testata qualche mese fa, “ogni giorno nei Paesi Bassi finisce per strada un camion pieno di mozziconi di sigarette” spiega Karl Beerenfenger, responsabile della campagna Plastic PeukMeuk. “Anche se il 90% dei fumatori getta correttamente le cicche, ogni anno centinaia di milioni di filtri di plastica finiscono per strada e nell’ambiente. L’industria del tabacco tende ad addossare la responsabilità al fumatore stesso. Ma la consapevolezza da sola non porrà mai fine all’inquinamento”.

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Perché i mozziconi sono un problema ambientale

Partiamo da un dato di fatto: i mozziconi di sigarette in circolazione non sono velocemente biodegradabili. Ciò significa che non si decompongono in breve tempo e possono rimanere intatti per anni.

Inoltre al loro interno hanno sostanze che possono essere rilasciate nell’ambiente e causare danni alla fauna e alla flora. Basta effettuare una ricerca su Junker app per leggere come l’indicazione sia di “non gettare i mozziconi per terra, nelle acque o negli scarichi. Ricorda che le sigarette sono altamente inquinanti poiché contengono sostanze tossiche come nicotina, ammoniaca e benzene, mentre il filtro può impiegare fino a 5 anni per decomporsi”.

Il problema non si ferma a ciò che può finire per decomporsi in natura – liberando peraltro microplastiche  – ma riguarda anche il fatto che i mozziconi possono essere scambiati per qualcosa di commestibile da parte della fauna locale (che potrebbe scambiarli per vermi) ed essere quindi ingeriti. Questo accade ad esempio quando finiscono in mare , causando danni all’apparato digerente di chi li ingoia fino a causarne la morte.

Leggi anche: I 3 grandi ostacoli di una corretta raccolta differenziata, secondo Junker

Il rifiuto numero uno nei parchi

Se nel nostro immaginario le cosiddette cicche sono tra i rifiuti più diffusi nelle spiagge – secondo l’indagine Beach litter, realizzata da Legambiente, siamo intorno all’8,5% –  i dati sono ancora peggiori quando si analizzano i rifiuti abbandonati nei parchi. In base a quanto raccolto da un’altra indagine di Legambiente, denominata Park Litter 2022, nelle aree verdi urbane il mozzicone supera il 42% di rifiuti campionati (13.483 su 31.961 totali).

Eppure il senso civico in primis, ma anche la legge, dovrebbero indurre i fumatori a tenere comportamenti virtuosi. Infatti – sebbene evidentemente non attuata come meriterebbe – la normativa prevede che chiunque butti mozziconi di sigaretta a terra, in acqua, negli scarichi o «in qualsiasi apertura della pavimentazione», dovrebbe essere multato con una sanzione che va dai 60 ai 300 euro.

Prendere provvedimenti è doveroso, per la salute delle persone e del Pianeta. Ma che misure adottare?

In Spagna i produttori di sigarette dovranno pagare per la pulizia dei mozziconi

Vi è chi riduce sempre più i luoghi ove è ammesso fumare, dagli spazi pubblici al chiuso – come locali e uffici – a quelli all’aperto come spiagge, fermate dei mezzi o parchi pubblici. Vi è poi chi decide che la pulizia dei mozziconi debba rientrare tra le spese che la filiera delle sigarette deve supportare come ad esempio avviene in Spagna.

Nel Paese iberico i produttori del noto prodotto a base di tabacco dovranno pagare le spese di pulizia dei mozziconi. La misura è stata inoltre accompagnata da ulteriori disposizioni che hanno previsto il divieto di fumo su centinaia di spiagge e che hanno imposto alle aziende in questione – come riporta Wired – la responsabilità di educare il pubblico a non gettare i mozziconi in giro.

La misura segue quanto già iniziato un anno fa in Francia, che punta a una riduzione dello sgradevole rifiuto del 40% entro il 2030. Come invece ricorda Silvia Ricci sulla pagine di EconomiaCircolare.com, in Olanda lo scorso anno si è proposto drasticamente di eliminare il filtro delle sigarette.

Tutto ciò va nella direzione di quanto annunciato durante il NotobaccoDay 2022, in occasione di questa ricorrenza, come indicato sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Cornel Radu-Loghin, segretario generale della Rete europea per la prevenzione del fumo e del tabacco (ENSP), ha spiegato come la direttiva europea sulla plastica monouso abbia una rilevanza diretta anche per il controllo del tabacco.

“Ora esistono requisiti di marcatura ed etichettatura, nonché misure di sensibilizzazione. La direttiva impone inoltre l’attuazione di regimi di responsabilità estesa del produttore entro il 5 gennaio 2023, in base ai quali i produttori di tali prodotti dovrebbero coprire almeno i costi delle misure di sensibilizzazione nonché i costi di pulizia, raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti”.

Come riportato sul portale dell’OMS, citando il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus,  “se il tabacco fosse un virus, molto tempo fa sarebbe stato  definito una pandemia e il mondo avrebbe messo in campo ogni risorsa per fermarlo”.

Nel frattempo in Italia, a tutela della salute (ma con ricadute positive anche in termini ambientali) il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato un giro di vite contro il fumo, sia per sigarette tradizionali che per quelle elettroniche.

Per saperne di più, si può ascoltare la trasmissione Fattacci andata in onda su Radio Cusano TV il 19 gennaio 2023.

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