Tute spaziali sul bus, in bici o mentre si passeggia con il proprio bambino, è questa la campagna di Clean Cities, “Espacio para respirar”, nata in Spagna per chiedere aria respirabile e spazi urbani vivili per tutte e tutti.
Nel mirino della campagna la necessità di un trasporto pubblico pulito ed efficiente che permetta di liberare le città dalle auto, in particolare da quelle a benzina e diesel che occupano la maggior parte dello spazio, “troppo” secondo la campagna, e che inquinano l’aria con tutti i problemi, per la salute dell’uomo e del Pianeta, che ne derivano.
“L’inquinamento atmosferico – scrivono in una nota – causa ogni anno 30.000 morti premature in Spagna. Il traffico è una delle principali cause di inquinamento nelle città, che porta all’asma infantile e ad altre malattie che compromettono la nostra salute. Inoltre, tra il 65% e l’80% dello spazio pubblico urbano è occupato da automobili, che trascorrono più del 90% del loro tempo ferme”.
Le richieste ai politici
La mobilitazione, e la petizione, nasce in vista delle prossime elezioni amministrative del 28 maggio: si chiede a tutti i candidati di attuare misure per migliorare la qualità dell’aria, in conformità con gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; di promuovere una ridistribuzione dello spazio pubblico che metta le persone al centro della città e di garantire spazi liberi dallo smog, dal rumore e dalle auto intorno a luoghi particolarmente vulnerabili, come scuole, centri sanitari e centri per anziani.
“Il consiglio comunale – affermano – ha il potere di gestire lo spazio pubblico e la responsabilità di garantire la salute e il benessere della popolazione, promuovendo misure per trasformare le città in luoghi dove le persone possano vivere con meno smog, meno rumore e una migliore qualità della vita”.
Leggi l’articolo: Città 30, l’urgenza di una legge nazionale
L’aria che si respira in Europa
Le città spagnole, ovviamente, non sono le uniche a soffrire una cattiva qualità dell’aria. Secondo l’ultimo report sullo stato della qualità dell’aria in Europa dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), Europe’s air quality status 2023, nel 2021 la maggior parte della popolazione urbana dell’UE è stata esposta a livelli di inquinanti atmosferici dannosi per la salute. In particolare, il 97% della popolazione urbana è stato esposto a concentrazioni di particolato fine (PM2,5) superiori alla linea guida annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il 2021 di 5 µg/m3.
E proprio l’Europa centro-orientale e l’Italia con il bacino padano hanno registrato le concentrazioni più elevate di particolato, anche se principalmente a causa della combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico e del loro utilizzo nell’industria, cui le auto danno però certamente un contributo.
Non a caso, la corte europea ha condannato lo scorso anno l’Italia per il mancato rispetto, “sistematico e continuativo”, del valore limite annuale fissato per il biossido d’azoto, sia per la mancata adozione, a partire dall’11 giugno 2011, di misure volte a garantire il rispetto nelle stesse zone dei valori limite di NO2. Come sottolineato anche dalla campagna e petizione “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” in cui Legambiente chiede al governo di prendere provvedimenti in merito all’inquinamento atmosferico che causerebbe in Italia 50mila morti l’anno.
Nell’ambito del Piano d’azione europeo del Green Deal, la Commissione europea ha fissato l’obiettivo per il 2030 di ridurre il numero di morti premature causate dal particolato fine (PM2,5) di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005. A questo scopo, nel 2022 la Commissione europea ha pubblicato una proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria ambiente, con l’obiettivo, tra l’altro, di allineare maggiormente gli standard di qualità dell’aria alle raccomandazioni dell’OMS.
Leggi l’articolo: Ciclabili e trasporto collettivo, a che punto siamo con la mobilità sostenibile in Italia
© Riproduzione riservata