mercoledì, Dicembre 3, 2025
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SPECIALE COP30
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Di solito c’è da diffidare degli anniversari, specie quando recano una cifra tonda. E invece la Cop30 di Belém, la 30esima edizione della Conferenza delle Parti, cioè l’appuntamento annuale sui cambiamenti climatici sotto l’egida dell’Onu, passerà certamente alla storia. Dopo tre Cop in tre cosiddetti Petrostati (Cop27 in Egitto, Cop28 negli Emirati Arabi, Cop29 in Azerbaijan), il compito del Brasile guidato dal progressista Lula – mettere insieme 162 Paesi per ottenere accordi fondamentali per la salvaguardia del clima, e dunque della vita sul pianeta – è certamente immane.

Specie se rapportato al complesso periodo storico che stiamo vivendo, con alcuni punti che hanno pesato sui negoziati fin qui intercorsi:

  • gli Stati Uniti che non solo flirtano col negazionismo ma che hanno rimesso al centro dell’agenda le proprie aziende fossili a scapito del resto del mondo;
  • l’Unione Europea e la retromarcia sull’ambiente a favore del riarmo;
  • il modello della Cina dove, a fronte di un protagonismo dello stato che sconfina nell’autoritarismo, si conseguono risultati eccellenti sulla transizione ecologica;
  • la “resa dei conti” dei Paesi che finora hanno dovuto subire un modello di sviluppo imposto dai Paesi occidentali e che si è rivelato predatorio e coloniale.

In particolare, poi, la Cop30 di Belém ha un elemento solo in apparenza simbolico ma che in realtà è concretissimo: si svolge infatti affianco la foresta dell’Amazzonia, il cosiddetto “polmone verde” del mondo, che però si sta sempre più riducendo per via di incendi e disboscamenti. Un’occasione in più, semmai ce ne fosse bisogno, per mostrare l’insostenibilità della società in cui viviamo e che poi è responsabile del collasso climatico in atto, così come definito dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

I temi della Cop30 sono noti: in primis la finanza climatica, dove bisognerà rendere operativi gli accordi sanciti alla scorsa Cop29, e poi l’adattamento, in particolare in relazione alla definizione di un quadro per monitorare i progressi verso il Global Goal on Adaptation (GGA) e alla presentazione dei Piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici, anch’essi attesi quest’anno. In mezzo tante altre questioni complesse e controverse, dal ruolo dei biocarburanti per la mobilità sostenibile agli “aiutini” promessi dai crediti di carbonio per la riduzione delle emissioni.

La Cop30 è dunque un’occasione per guardare al futuro, a patto di saper affrontare il presente. Un presente che deve a sua volta fare un bilancio del passato, dato che il 2025 segna il 20esimo anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e il decimo anniversario dell’adozione dell’Accordo di Parigi

Come si può notare, dunque, la Cop30 sarà inevitabilmente uno snodo cruciale del multilateralismo climatico. Nel nostro piccolo, anche noi di EconomiaCircolare.com vogliamo dare un contributo, e lo faremo attraverso questo Speciale dove troverete analisi, riflessioni e testimonianze dirette dal Brasile.

A voi, come al solito, auguriamo una buona lettura.

AGGIORNAMENTO DEL 30 OTTOBRE 2025

Alla Cop30 di Belém EconomiaCircolare.com offre una copertura quanto più ampia grazie alla collaborazione con A Sud, l’associazione ecologista/radicale/femminista che da più di 20 anni si occupa di ambiente e che ha una storica presenza alle varie Conferenze annuali sul clima. L’obiettivo è replicare l’importante lavoro che abbiamo garantito insieme alla Cop26 di Glasgow, prima delle 3 Cop petrolifere che hanno ridimensionato di molto la partecipazione della società civile. In questo senso la (ri)apertura del Brasile alle ong e al mondo dell’attivismo è da salutare con favore, anche se resta il tema dei costi proibitivi.

In ogni caso una delegazione di A Sud sarà in Brasile e seguirà alcuni tavoli specifici, nonché le negoziazioni in corso. Con loro garantiremo interviste sul posto, dirette, umori e restituzioni. Dall’Italia, inoltre, una delegazione della redazione, grazie agli accrediti ottenuti dalla Cop30, potrà seguire alcuni tavoli specifici su quelli che sono i temi di cui ci occupiamo: ovviamente l’economia circolare, ma anche le bioenergie, le foreste (tema su cui il Brasile, ovviamente, punta molto), l’adattamento (che a detta degli esperti in questa edizione potrebbe avere persino più attenzioni rispetto alla mitigazione).

Andrea Turco

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