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sabato, Dicembre 14, 2024

Vetro, verso un riciclo del 90% entro il 2030: quando una bottiglia non è più un rifiuto

Il vetro rappresenta uno degli esempi più riusciti di economia circolare. Negli ultimi anni Italia ed Europa hanno registrato ottimi risultati nelle percentuali di raccolte e riciclo ma è necessario puntare su un maggiore riuso e su una raccolta di qualità per abbattere le emissioni entro il 2030

Silvia Santucci
Silvia Santucci
Giornalista pubblicista, dal 2011 ha collaborato con diverse testate online della città dell’Aquila, seguendone le vicende post-sisma. Ha frequentato il Corso EuroMediterraneo di Giornalismo ambientale “Laura Conti”. Ha lavorato come ufficio stampa e social media manager di diversi progetti, tra cui il progetto “Foresta Modello” dell’International Model Forest Network. Nel 2019 le viene assegnata una menzione speciale dalla giuria del premio giornalistico “Guido Polidoro”

Ormai non si hanno più dubbi: una sempre maggiore circolarità del vetro sarà la direzione che le industrie prenderanno nei prossimi anni. Il vetro – al quale le Nazioni Unite hanno dedicato il 2022 – è un materiale antico ma che si presta perfettamente ad un moderno approccio di economia circolare: se raccolto e differenziato correttamente può essere riciclato un numero infinito di volte senza intaccare la qualità del prodotto finale, con un notevole risparmio di energia e materie prime e un abbattimento delle emissioni.

L’industria europea è determinata a raggiungere il 90% di riciclo del vetro entro il 2030, andando ben oltre gli obiettivi che la Commissione Europea ha stabilito del 75% di riciclo sul totale degli imballaggi immessi al consumo entro il 2030. Obiettivi raggiungibili ma ambiziosi, che devono fare i conti con la richiesta di una maggiore qualità del materiale raccolto.

Le ambizioni dell’Europa

Secondo gli ultimi dati (2018) di Feve – Federazione Europea dei contenitori in vetro in Europa il 76% degli imballaggi in vetro è raccolto per il riciclo e il nuovo packaging contiene in media il 52% di vetro riciclato. Un risultato ammirevole ma si può riciclare di più e meglio: una parte del vetro che utilizziamo non viene differenziato e una buona parte di quello prodotto utilizza processi ad alta intensità di carbonio.

Grazie al riciclo del vetro in Europa ogni anno vengono risparmiate oltre 12 milioni di tonnellate di materie prime e si evitano oltre 7 milioni di tonnellate di CO2. Si risparmia inoltre il 2,5% di energia e il 5% di CO2 per ogni 10% di vetro riciclato nel forno.

Il 30 giugno del 2020 è stata lanciata Close the Glass Loop, un’iniziativa che mette in relazione tutti gli anelli della filiera europea degli imballaggi con l’obiettivo di raggiungere la percentuale del 90% del vetro raccolto per il riciclo in tutta Europa entro il 2030. L’iniziativa, promossa da Feve, riunisce dodici federazioni europee che rappresentano produttori di vetro, trasformatori, brand, organizzazioni per il recupero degli imballaggi, comuni e, da parte dell’Italia, di Assovetro e CoReVe.

La raccolta del vetro in Italia: si può fare di meglio

In Italia nel 2019 il tasso di raccolta del vetro è stato dell’87%, di cui si è riusciti ad avviare al riciclo il 77,3%. Numeri che pongono l’Italia tra i Paesi più virtuosi d’Europa ma se si analizzano i dati locali è evidente quanto ancora sia lunga la strada verso una vera sostenibilità: secondo i dati ambientali Istat, nel 2019 in Italia su 108 capoluoghi di provincia e città metropolitane, ben 70 città erano prive di un piano per la rivalorizzazione del vetro.

Certamente negli ultimi anni si sta sviluppando uno sguardo diverso sulle questioni legate all’ambiente: il Rapporto 2021 su raccolta e riciclo vetro relativi al 2020 del consorzio CoReVe mostra infatti una crescente attenzione da parte degli italiani.

Nel 2019 si raccoglievano in media 38,7 kg per abitante, nel 2020 siamo arrivati a 40,4 kg. Nel 2020 gli italiani hanno differenziato il 2,6% in più di rifiuti di imballaggio in vetro rispetto all’anno precedente e il 3,6% in più di imballaggi raccolti, recuperati e avviati al riciclo.

Leggi anche: Il riciclo del vetro in Italia spiegato con i numeri

Durante il 2020 le famiglie hanno anche acquistato più vetro: è infatti cresciuto dell’1,8% l’immesso al consumo di bottiglie e vasetti, nonostante le chiusure di bar, ristoranti e hotel dovute alla pandemia. D’altronde a guadagnarci non è solo l’ambiente: il vetro è sicuro e igienico e sempre più persone lo scelgono per bevande e alimenti, soprattutto se si hanno bambini. Seguendo questa tendenza, sono diverse le aziende che stanno tornando al vetro per l’imballaggio di prodotti alimentari, cosmetici o per la casa.

Lunga vita al vetro: il riutilizzo è la chiave della vera sostenibilità

Vetro sì ma con alcune accortezze. Gettare un contenitore in vetro dopo un solo uso, può avere un grande impatto in termini di CO2, anche se lo si ricicla. Secondo il report Reusable vs Single-Use Packaging: A Review of Environmental Impact, pubblicato a dicembre 2020 da Zero Waste Europe, una bottiglia in vetro riutilizzabile produce l’85% in meno di emissioni rispetto a una bottiglia in vetro usa e getta.

Zero Waste Europe esorta quindi ad allungare il più possibile il ciclo di vita dei contenitori in vetro. Non a caso barattolo e bottiglia in vetro rappresentano il punto di partenza di chiunque voglia approcciarsi alla logica zero waste: i barattoli possono essere usati per contenere alimenti, come bicchieri, vasi, porta candele e porta oggetti, così come una bottiglia in vetro di una bevanda può diventare facilmente una bottiglia per l’acqua, sia a tavola che fuori casa. Bottiglie e barattoli possono inoltre essere utili per acquistare nei negozi di prodotti sfusi.

Leggi anche: Obiettivo neutralità climatica? È l’ora (anche) degli imballaggi riutilizzabili

Come differenziare il vetro senza commettere errori

 Se poi è giunto il momento di gettare via il nostro contenitore in vetro, facciamolo nel modo corretto. C’è da considerare che, sebbene i numeri del vetro raccolto siano positivi, la qualità lascia a desiderare: sono ancora troppi gli oggetti di ceramica, pyrex e cristallo, ma soprattutto sacchetti, che finiscono nella raccolta del vetro. Una così alta percentuale di impurità che pesa come se sette regioni smettessero di differenziare, producendo un costo per i cittadini stimato a 48 milioni di euro, senza contare il danno ambientale

Attenzione quindi ai falsi amici: ceramica, cristallo, porcellane, specchi, lampadine non vanno conferiti nella raccolta differenziata del vetro. In generale, è consigliabile consultare il sito dell’azienda che si occupa della raccolta differenziata nel proprio comune, ma è buona norma togliere tappi di plastica e gettare via residui di cibo e vivande. Questo, però, non deve essere un deterrente nel differenziare: non è infatti necessario eliminare le etichette ma basta togliere solo tutto quello che è facilmente asportabile come tappi e collarini.

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