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venerdì, Novembre 15, 2024

Il 69% dei rifiuti speciali italiani viene riciclato. Ma ne produciamo sempre di più

L’Italia dei rifiuti delle attività commerciali e produttive è descritta nel Rapporto rifiuti speciali 2021 di ISPRA che certifica un alto tasso di riciclo ma anche il mancato disaccoppiamento tra crescita economica e produzione dei rifiuti

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Redazione EconomiaCircolare.com

Più riciclo, quasi il 70%, ma anche più rifiuti, 10,5 milioni di tonnellate in più nel 2019 rispetto all’anno precedente. Il rapporto ISPRA sui rifiuti speciali (quelli delle attività commerciali, produttive, sanitarie quindi) racconta un’Italia la cui economia per fortuna cresce ma in cui il disaccoppiamento PIL- rifiuti è ancora lontano. Per fortuna quel 69% di materia che viene riciclata indica almeno che la strada è quella dell’economia circolare e che il percorso è a buon punto.

Sempre più rifiuti

Con 10,5 milioni di tonnellate in più prodotte nel 2019 la produzione di rifiuti speciali in Italia aumenta del 7,3% (più del PIL, cresciuto dello 0,3%) e raggiunge quasi le 154 milioni di tonnellate. I rifiuti non pericolosi sono la grandissima maggioranza: 93,4% del totale. Il 45,5%, oltre 70 milioni di tonnellate, è costituito dai rifiuti di costruzione e demolizione.

“La sfida per la nostra industria è diminuire la quantità di rifiuti speciali attraverso l’ottimizzazione dei cicli produttivi e la ecoprogettazione, applicando tecniche in grado di rendere i prodotti maggiormente riciclabili o facilmente smontabili”, avverte ISPRA.

A gestire e produrre la maggior parte dei rifiuti speciali in Italia sono le regioni del Nord dove il tessuto industriale è più sviluppato: 88,6 milioni di tonnellate (57,6% del dato complessivo nazionale) sono prodotti in quest’area del Paese.

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Riciclo dei rifiuti speciali

Solo il 7,3% dei rifiuti speciali è smaltito in discarica, riferisce ISPRA. L’1,9% va complessivamente ad incenerimento (0,7% incenerimento, 1,2% coincenerimento). Il recupero di materia riguarda il 69% dei rifiuti. I maggiori tassi di riciclo riguardano i rifiuti di costruzione e demolizione: 78,1%, sopra l’obiettivo europeo di recupero (fissato al 70% entro il 2020, ma vanno notate le perplessità di Legambiente su queste cifre).  Meno bene per i veicoli fuori uso: con 84,2% siamo al di sotto degli obiettivi europei di recupero totale: 95% (ma anche in questo caso, a causa dell’assenza di incenerimento e dei differenti sistemi di conteggio a livello europeo, i numeri vanno presi con le molle).

Gli impianti e l’export 

Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi in Italia sono quasi 11.000 (10.839): la maggior parte al Nord (6.152, soprattutto in Lombardia, dove sono localizzate 2.180 infrastrutture, il 20,1% del totale nazionale), seguono il Sud (2.707) e il Centro (1.980). Il 42,6% di questi impianti (4.619) sono dedicati al recupero di materia.

L’Italia è un importatore netto di rifiuti speciali: 3,9 i milioni di tonnellate esportate, 7 quelle importate.

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Pnrr e impianti

“Il Pnrr rappresenta un’ulteriore occasione per migliorare la nostra capacità di recupero dei materiali cercando di incrementare le prestazioni anche energetiche in campo edilizio – sottolinea il direttore generale dell’Ispra Alessandro Bratti – Occorre potenziare e migliorare l’impiantistica per raggiungere gli obiettivi europei e per proporci sempre di più come leader a livello europeo nell’economia circolare”.

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