“L’ora legale è l’unica cosa legale rimasta in Italia”. Così il comico Valerio Lundini, tra il surreale e il metacomico, aveva chiosato in una puntata del programma Rai Battute, lo scorso 19 novembre 2019, prendendo in giro una vecchia battuta che però si continua a ripetere troppo spesso. Qualche giorno prima, infatti, il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale e il nostro Paese (insieme alla Spagna) aveva votato per un mantenimento dell’alternanza.
Un aneddoto che torna alla mente ora che si torna a parlare di ora legale. In teoria nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre le lancette dell’orologio andranno spostate indietro dalle 3 alle 2 della notte, per il passaggio dall’ora legale a quella solare, come avviene dal 1996 in tutta l’Unione europea.
Eppure da qualche tempo si ragiona sulla possibilità di prolungare l’ora legale per poter affrontare meglio la crisi energetica e il rincaro delle bollette. Ora quella proposta è diventata una raccolta firme sul sito change.org e un appello al governo, alla Commissione europea e al Parlamento europea. A presentarlo sono la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e l’associazione Consumerismo No profit, che chiedono di istituire l’ora legale tutto l’anno e abbandonare l’ora solare.
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Lo scetticismo di Cingolani e l’incertezza sul governo Meloni
Che l’ora legale possa essere quantomeno allungata è stata fino all’ultimo una delle ipotesi del governo Draghi, che poi ha preferito lasciare la palla al nascente governo Meloni. In un’intervista rilasciata lo scorso 12 settembre a Radio24, l’ormai ex ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani non aveva del tutto chiuso la porta. “Insieme allo smartworking questa è una delle misure che se dovesse esserci un inasprimento del problema potremmo considerare” aveva detto. Anche se comunque aveva manifestato alcune perplessità. “Non sembra esserci un particolare vantaggio da un punto di vista energetico – aveva detto Cingolani – perché quell’ora che si guadagna la sera, molto probabilmente la si perde la mattina, quindi alla fine il vantaggio medio non è altissimo”.
Di tutt’altro parere l’appello congiunto di Sima e Consumerismo. “La politica discute di razionamenti del gas alle imprese, il sabato in DAD per le scuole e riduzione della durata dei riscaldamenti dal prossimo autunno, ma dimentica che già dal 2018 il Parlamento Europeo ha approvato con l‘84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o legale – si legge nella petizione su change.org – Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”.
Al momento la raccolta firme su change.org ha raccolto più di 70mila firme: un numero significativo ma non eccezionale, che non sembra potrà smuovere gli orientamenti di Giorgia Meloni, impegnatissima in questi giorni a chiudere la squadra di governo. Difficile in ogni caso che un provvedimento così complesso come il mantenimento dell’ora legale per tutto l’anno, o anche solo un suo provvisorio prolungamento, possa essere assunto da un esecutivo appena nato, che dovrà concentrarsi sin da subito sulla Legge di Bilancio. Intanto l’appello di Sima e Consumerismo è stato raccolto e pubblicato sulla rivista Lancet Regional Health Europe. Tra i firmatari dell’appello ci sono il sottosegretario al ministero della Salute Andrea Costa, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo. E la proposta continua a far discutere e appassionare.
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Lo studio di Conflavoro PMI
A sostenere l’abolizione dell’ora solare e il conseguente allungamento per tutto l’anno dell’ora legale è anche un recente studio di Conflavoro PMI, la Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese. Lo studio, che in realtà più correttamente parla di “valutazioni”, prova a calcolare quanto possano risparmiare le aziende in base ai dati Arera del 2020 relativi ai consumi, che vengono poi triplicati in base all’aumento delle bollette che ci si aspetta per l’inverno.
“Facciamo un esempio pratico – si legge nel report – A Roma, quando l’ora solare è in vigore, il 21 dicembre (il giorno più corto dell’anno) il sole tramonta alle 16.42. Con quella legale diventerebbero le 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma è facile intuire come si ritarderebbe l’uso della luce artificiale in un momento in cui la gran parte delle attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento – generando così un risparmio in termini di consumi e, conseguentemente economici”.
A quanto equivarrebbe questo risparmio? “Ipotizzando che nel periodo in cui vige l’ora solare si applicasse invece l’ora legale (30 ottobre – 26 marzo, per un totale di 147 giorni), si acquisterebbe un’ora di luce naturale al giorno in più, per un totale di 147 ore. Considerati gli attuali prezzi, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia ipotizzabili in 2,7 miliardi di euro per il 2023 – viene riferito nel report di Conflavoro PMI – Si tratta, chiaramente, di una stima basata sull’ultimo fabbisogno energetico certo (dati Terna al 2021) pari a 318,1 miliardi di KWh rinnovabili comprese (i primi 8 mesi del 2022 hanno già registrato una media di fabbisogno mensile di 25,9 miliardi di KWh) calcolati sul prezzo oggi nel mercato tutelato da Arera, ossia 0,51 euro/KWh calcolato al momento per il mese di ottobre 2022”.
Va da sé che si dà per assodato che il prezzo del gas sul mercato internazionale di Amsterdam, l’ormai noto TTF, resti bene o male costante. E se è pur vero che le oscillazioni degli ultimi giorni sono meno ripide di quelle viste in estate, è altrettanto innegabile che la situazione internazionale è molto precaria: sia perché il conflitto in Ucraina potrebbe ulteriormente acuirsi, con un riverbero negativo sulle forniture del gas russo, sia perché l’Unione europea potrebbe decidere misure comuni che potrebbero abbassare i prezzi.
In ogni caso c’è un dato assodato: l’ora legale fa risparmiare energia. “Dal 2004 al 2021, sempre secondo dati Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro” si legge ancora nel report. Sin da ottobre 2021 comunque Conflavoro PMI ha avanzato una serie di proposte per affrontare il rincaro delle bollette di luce e gas, tra queste “il tetto al prezzo dell’energia – auspicabilmente di profilo europeo – con la compensazione dei costi extra in bolletta e l’istituzione di un fondo di garanzia che possa garantire un finanziamento a tasso zero per le imprese”.
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