L’augurio a che tutti facciano la propria parte e non parlino solo di green ed ecologia, la speranza si sia finalmente consapevoli che non possa esserci economia sana senza biosfera sana, l’invito alla coerenza durante le feste fino o il ricordare l’importanza del ruolo dell’energia nella nostra vita. Questi sono solo alcuni dei tanti spunti che ci sono stati lasciati dai protagonisti nel nostro speciale biglietto d’auguri per l’anno che verrà.
Per un 2023 in cui ognuno impari a mettere al centro l’eco e non l’ego, in cui ad essere circolare non sia solo l’economia ma il modello di società.
Rosy Battaglia, giornalista ambientale
Un augurio che non vuole essere retorico, specie dopo questi anni duri e lasciandoci alle spalle un 2022 che avrebbe voluto essere un ritorno alla cosiddetta “normalità”, nelle intenzioni di molti.
Pandemie e guerre ci hanno restituito un conto salatissimo che grava su chi non ha potere decisionale. E in special modo in tutte le aree più fragili della nostra società. Gli adolescenti, gli anziani, noi donne, le popolazioni ai margini da nord a sud del nostro stesso paese e quelle popolazioni migranti in fuga che cerchiamo di dimenticare.
Ecco, la mia scelta per il 2023, l’augurio che faccio a me stessa è quello di andare più lentamente ma in profondità. Scegliere da che parte stare, decidere come svolgere al meglio il proprio lavoro e il proprio ruolo nella società. scegliere accuratamente le mie compagne e i miei compagni di cammino. Lo faccio a partire da una parola che, se non declinata con esattezza, rischia di essere svuotata di ogni senso, come la parola “sostenibilità”.
Lo farò in un viaggio partendo da Trieste e arrivando a Taranto, definita da Pier Paolo Pasolini “città perfetta” nel 1959. Mentre dopo poco meno 60 anni di sviluppo fossile e industriale è divenuta una “sacrifice zone”, secondo il rapporto ONU pubblicato proprio a ridosso dell’entrata in Costituzione del valore “ambiente” tra i principi cardine all’articolo 9, lo scorso febbraio.
Una zona di sacrificio per l’impatto dell’inquinamento industriale dell’ex Ilva sulla città e la sua popolazione. Sempre secondo le Nazioni Unite le zone di sacrificio sono l’opposto dello sviluppo sostenibile. Eppure proprio a Taranto cittadine e cittadini, commercio e nuove imprese, mondo religioso e scientifico, istituzioni culturali e turistiche, naturalisti, agricoltori e pescatori ci stanno dimostrando che un altro modello di sviluppo è possibile. Ma che sta ad ognuno di noi, in ogni quotidiana scelta, realizzarlo.
Grazie a chi ha deciso di sostenermi in questo viaggio da giornalista e regista indipendente. Anche chi legge questo augurio può farlo donando su Produzioni dal Basso per la realizzazione del mio prossimo documentario-inchiesta che si intitola, non a caso, “Taranto chiama”.
Anche per tutto ciò auguro a me e a tutti voi, che il nostro 2023 sia l’anno delle scelte più concrete, sincere e radicali, per cambiare in meglio le nostre vite.
Ottavia Belli, fondatrice di Sfusitalia
“Io sono soltanto uno. Ma comunque sono uno. Non posso fare tutto, ma comunque posso fare qualcosa, e il fatto che non posso fare tutto non mi fermerà dal fare quel poco che posso fare”. Questa la citazione di Edward Hale che ho reso il mio motto.
Auguro a tutti di trovare la forza di continuare a compiere quei piccoli gesti di sostenibilità quotidiana che, se ripetuti collettivamente, possono generare un vero cambiamento dal basso.
Roberto Cavallo, ceo Erica soc. coop.
Quando mi trovo a correre, soprattutto in montagna, e raccogliere rifiuti due pensieri mi affollano la mente.
Il primo è che per raggiungere un risultato occorre tenere la mente tesa al traguardo, all’obiettivo, anche se appare lontano, a volte addirittura centinaia di chilometri, ma al contempo bisogna guardare bene dove si mettono i piedi, per evitare di prendere storte. Così penso che la transizione ecologica abbia bisogno di questo: coltivare il sogno dell’orizzonte, senza perderlo di vista, essendo capaci di applicare soluzioni fattibili nel quotidiano.
Il secondo è che dobbiamo riconnetterci con la natura attraverso tutti i sensi, a partire dalla vista: camminiamo per vie, strade, sentieri e spesso non ci accorgiamo nemmeno più di quanto l’uomo li abbia rovinati, ma con altrettanta consapevolezza dovremmo renderci conto che è sufficiente un semplice gesto, quotidiano, per provare a ripristina quell’equilibrio che ci tiene in vita.
Allora per il 2023 auguro a me stesso e a tutte e tutti di continuare a camminare aprendo mente e occhi!
Licia Colò, autrice e conduttrice televisiva, scrittrice
Il 2022 è stato un anno terribile per la malattia del Pianeta, per la guerra, per le divisioni e per molti altri motivi. Il mondo non è mai stato così diviso dal dopoguerra e se si parla di mondo diviso si parla di un mondo di cui non ci si vuole prendere cura: per prenderci cura del Pianeta dobbiamo farlo tutti insieme.
Il bilancio dell’anno passato è dunque assolutamente negativo, quello che posso trovare di positivo, e che mi auguro, è che questa manifestata sensibilità nei confronti dell’ambiente si trasformi in qualcosa di concreto perché ormai la parola green, ecologia e ambiente la trovi ovunque, cosa che non accadeva 10 anni fa, però poi quando vengono chiesti dei piccoli sacrifici le persone si tirano indietro, e questo è molto triste: si pensa sempre sia l’altro a dover risolvere il problema.
Mi auguro, perciò, che in questo nuovo anno ci sia una maggiore predisposizione da parte di ognuno di noi a fare la propria parte perché è importante: è inutile che ci prendiamo in giro, il singolo individuo non può certo cambiare il mondo però può non essere complice, è un discorso anche etico e morale. Io non voglio essere complice di qualcosa che è sbagliato: ho troppa stima di me stessa per far sì che un altro decida il mio stile di vita. Quindi mi augurerei che ognuno di noi si sentisse più responsabile nei confronti delle proprie scelte.
Naturalmente mi auguro che finisca la guerra: in questo momento sembra quasi superficiale parlare di altre cose…l’auspicio, intanto, è che ognuno faccia la propria parte senza farsi condizionare da tutto ciò che accade intorno a noi, che sicuramente non è stimolante.
Noemi De Santis, co-founder Junker app
Ho scelto un obiettivo tra tutti: mitigare il cambiamento climatico, pericoloso in primis per la nostra specie. Ma cosa possiamo fare noi come singoli? Innanzitutto cambiare atteggiamento mentale: dismettere gli alibi rinunciatari di tipo “ma quanta differenza posso fare io da solo?” perché la differenza la fa la somma delle azioni individuali, è evidente…caspita, siamo 8 miliardi, la faremo qualche differenza tutti insieme! Fuor di ironia, c’è una grande urgenza di informazione e di formazione: l’opinione pubblica va indirizzata nella giusta direzione con i dati, con la conoscenza e le indicazioni per cambiare abitudini e modelli di consumo, per aprire la porta a nuovi valori costruttivi (due su tutti: il riuso, la lotta allo spreco) e chiuderla a nocivi valori del passato, soprattutto il consumismo sfrenato, lo spreco, instillato dal marketing martellante di aziende non etiche. Credo fermamente che il futuro apocalittico non sia già scritto, ma lo facciamo noi ogni giorno. Possiamo scrivere tutti insieme un futuro etico e sostenibile ed è questo il mestiere di Junker app: il suo scopo è informare, informare, informare, come una goccia cinese che ogni giorno ti insegna a differenziare, a riusare, a recuperare, a condividere, a scegliere la sostenibilità, in ogni parte d’Italia. Il regalo che consegniamo al 2023 è aver raggiunto 60 milioni di ricerche in app, ovvero aver indirizzato 60 milioni di azioni corrette. Lo abbiamo fatto tutti insieme, coerenti, nella stessa direzione. Un inizio del futuro bello. Auguri a tutti noi.
Antonio Disi, architetto, ricercatore ENEA e divulgatore scientifico
L’energia è un bisogno ma, soprattutto, un diritto umano fondamentale.
Purtroppo, il controllo e lo sfruttamento concentrato delle risorse energetiche e dei combustibili fossili sono la causa principale delle divisioni razziali e di classe.
Secondo la Banca Mondiale, a livello globale, 733 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità e 2,4 miliardi rimangono prive di accesso a combustibili e tecnologie pulite. In più, entro il 2030, è probabile che il cambiamento climatico spinga altri 132 milioni di persone nella povertà estrema, molte delle quali donne, ragazze e comunità emarginate.
Questa è l’antitesi della democrazia, un muro che sembra così difficile da abbattere.
Il mio augurio, per il 2023, è che si cominci a demolire questo enorme muro, unendo la transizione verso le energie rinnovabili e l’efficienza energetica con gli sforzi per democratizzare la produzione e la gestione delle risorse energetiche, compresa la proprietà sociale delle infrastrutture energetiche, il decentramento dei sistemi energetici e l’espansione della partecipazione pubblica al processo decisionale sull’energia.
Laura Greco, presidente società cooperativa Editrice Circolare
Auguri al nostro progetto, che parla di economia circolare e di trasformazione radicale di stili di vita e modelli di produzione. Che il nostro giornale nel 2023 accompagni il radicamento di nuova consapevolezza e coscienza e contribuisca a trasformare parole come transizione ecologica, green economy e sviluppo sostenibile in termini come diritti, lavoro, equità e pluralismo.
Crediamo e ci auguriamo che la trasformazione del nostro modo di abitare il Pianeta possa arrestare la più grave emergenza a cui l’umanità sta andando incontro. Crediamo nella giustizia sociale e climatica come unica via. Che sia un 2023 all’insegna delle alleanze necessarie alla promozione di un nuovo paradigma che metta al centro le relazioni e non i profitti, che valorizzi la capacità di costruire insieme comunità di cambiamento e un equilibrio nuovo e virtuoso tra persone e Pianeta.
Rossella Muroni, Presidente di Nuove Ri-Generazioni
Nessuno si salva da solo. Lo abbiamo ripetuto tantissime volte in questi ultimi anni, soprattutto pensando alla pandemia da covid-19. Ma è altrettanto vero per le altre sfide del nostro tempo: la crisi climatica e quelle energetica e dei diritti, deflagrate con l’invasione russa dell’Ucraina.
Già perché la conversione ecologica richiede il taglio delle emissioni in tutti i settori e la decarbonizzazione, a sua volta, presuppone la transizione alle fonti pulite. Trasformazioni che ci porteranno in dote anche l’indipendenza energetica, quindi lo stop al finanziamento dei ‘regimi fossili’ e più democrazia. Ma per realizzarlo davvero questo cambiamento servirà una crescita esponenziale della capacità rinnovabile installata insieme a un sistema diffuso di produzione energetica. In altre parole un sistema multipolare dove l’insieme fa la forza, che aiuterà sia a uscire dai fossili che dalle speculazioni e dalle violazioni di diritti ad essi legati.
Per il 2023, allora, auguro a tutti noi e al Paese di contribuire concretamente alla costruzione della pace e al contrasto dei cambiamenti climatici sviluppando finalmente le nostre potenzialità rinnovabili.
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore, vicepresidente di Legambiente
Affrontiamo il nuovo anno con tante fragilità che riguardano le persone, la loro autonomia e dignità, i territori e l’ambiente. Giovani e bambini che rientrano sempre più numerosi fra i poveri. Donne che non vedono riconosciute pari opportunità. Divari territoriali che con la pandemia e la crisi economica sembrano sempre più incolmabili. Emergenze ambientali, a iniziare da quella climatica, che non ricevono mai risposte adeguate e soluzioni oneste.
Ecco, il migliore augurio che ci possiamo fare per il nuovo anno è che intorno a queste ingiustizie ci sia un’inversione di tendenza, che finalmente vengano costruite risposte e percorsi.
Non è un problema di finanziamenti, è un problema di giuste priorità, di ridare protagonismo alla politica come visione del bene collettivo, di rimettere le comunità e le persone al centro dei benefici della politica stessa.
Diego Parassole, comico, speaker e formatore
Siccome i nostri buoni propositi saranno anche buoni, ma restano per lo più propositi, quest’anno faccio un augurio semplice semplice.
Incominciamo subito ad essere un po’ più “sostenibili”.
A partire da quel che mangeremo durante le feste. Sappiamo bene quanto l’allevamento animale contribuisca alla deforestazione e all’emissione di gas serra.
È ora di iniziare la nostra battaglia contro il cotechino! E non tralasciamo il brasato. Impegniamoci al massimo contro bresaola, pancetta e salumi tutti.
Perché la nostra tenzone contro i cambiamenti climatici va di pari passo alla lotta al colesterolo.
Insomma cominciamo a creare adesso un mondo più in linea con l’economia circolare, evitando quei cibi che ci aiutano solo a rendere più circolare la linea del nostro addome.
PS: Messaggio per tutti i cotechini che ci leggono in questo momento: niente di personale. E in ogni caso, auguri anche a voi.
Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico, saggista, conduttore televisivo
Auguri per un anno in cui si capisca che non esiste alcuna economia sana se non c’è una biosfera sana.
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