Un portale online per il riuso, facile da consultare e da cui visualizzare tutte le soluzioni di riuso applicate in Europa? Da qualche tempo ciò è possibile grazie a Planet Reuse, il sito che, come si legge sulla homepage, costituisce “la prima piattaforma e rete online europea che riunisce professionisti per connettersi, imparare e collaborare sul tema del riutilizzo e delle soluzioni di imballaggio riutilizzabili”. Al momento in cui scriviamo la piattaforma vanta 416 membri, 266 organizzazioni e 64 soluzioni di riuso. E l’Italia? La domanda è pertinente soprattutto se si considerano le (presunte) specificità del nostro Paese, che negli ultimi anni si è contraddistinto per una sorta di resistenza alle direttive comunitarie che combattono la plastica monouso e favoriscono soluzioni di riuso, come insegnano le recenti vicende della direttiva SUP e del regolamento sugli imballaggi.
“Al momento il portale è disponibile in lingua inglese, francese, tedesca e olandese, a breve sarà attivata anche la lingua italiana – segnala su Linkedin Paolo Azzurro, responsabile dell’area economia circolare per ANCI Emilia Romagna – Nell’attesa abbiamo attivato sul portale anche l’Hub Italiano, che si propone quale luogo di incontro e confronto tra operatori economici, tecnici, ricercatori, amministratori pubblici interessati allo sviluppo e all’implementazione di soluzioni basate sul riuso sul territorio nazionale. La registrazione e l’utilizzo delle funzioni messe a disposizione dal portale è gratuita e aperta a tutte e tutti”.
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Il riuso a portata di tutti
Seppur attivo da poco, esattamente dal settembre 2022, Planet Reuse sta facendo già parlare di sé. Facile da fruire e accattivante nella grafica, il portale è nato in Olanda e vanta, tra i partner, anche la rete Zero Waste Europe e l’Istituto olandese per il packaging sostenibile. Sebbene gli imballaggi riutilizzabili esistono da decenni in Europa, è stato solo negli ultimi anni che centinaia di soluzioni di riutilizzo sono state sviluppate e introdotte sul mercato. Molte di queste, nate magari come start-up, sono poi diventate nuove ed estese applicazioni in molti settori: dall’e-commerce al cibo e alle bevande fino ai prodotti per la cura della persona. Tuttavia la sensazione è che ancora ci si muova troppo in maniera singola, soprattutto all’interno dei singoli Stati dell’Unione europea. E manca anche un’implementazione diffusa e su larga scala di modelli comuni di riuso, che ovviamente poi ciascun territorio dovrà adattare in base alle proprie esigenze.
Quel che è mancato, insomma, è lo scambio. Ecco perché, come scrive il sito Packaging Revolution, nell’estate del 2021 alcuni appassionati di riutilizzo in tutta Europa si sono incontrati e hanno discusso su come accelerare la transizione dagli imballaggi monouso a quelli riutilizzabili. L’idea era proprio quella di aumentare la visibilità delle soluzioni di riutilizzo e migliorare l’accesso alla conoscenza e agli strumenti che supportano il processo decisionale e l’implementazione di modelli di riutilizzo. Nei mesi che seguirono si capì che il vero valore aggiunto sarebbe stato riunire i professionisti per imparare gli uni dagli altri e consentire la cooperazione e la collaborazione tra questi professionisti.
“Aumentando la visibilità delle soluzioni di riutilizzo – si legge nel manifesto di Planet reuse – le possibilità di trovare partner di cooperazione (come fornitori e fornitori di servizi) e attraverso una comunità impegnata e attiva, miriamo ad accelerare l’implementazione di soluzioni di riutilizzo e l’espansione dell’infrastruttura di imballaggio riutilizzabile. In questo modo, possiamo prevenire attivamente i rifiuti di imballaggio. La fondazione senza scopo di lucro dietro Planet Reuse è orientata all’impatto, trasparente e indipendente. È neutrale per quanto riguarda il contenuto, basata sui fatti e scientificamente valida, garantita da un comitato di esperti del settore. Un comitato consultivo assicurerà che la piattaforma rimanga neutrale e indipendente da qualsiasi influenza”.
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