Il marzo più caldo di sempre, anzi no, l’aprile più caldo, ma no, il maggio più caldo registrata da quando si misurano le temperature… Ci stiamo ormai abituando ad un clima che “brucia” (letteralmente) i record mese dopo mese. La percezione diffusa viene confermata dallo “State of the Climate in 2023” pubblicato dai National Centers for Environmental Information (NCEI), una divisione della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti.
Concentrazioni di gas serra in atmosfera, temperatura superficiale globale, livello del mare, calore oceanico, siccità, tutti indicatori, ricorda National Centers for Environmental Information, che l’anno scorso hanno toccato i massimi storici.
“Il rapporto sullo stato del clima è il prodotto di uno sforzo internazionale per comprendere meglio le condizioni climatiche globali nel 2023″, ha dichiarato il direttore del NCEI, Derek Arndt. “Questo rapporto documenta e condivide un quadro sorprendente, ma ben consolidato: stiamo vivendo un mondo che si sta riscaldando mentre parlo, e gli indicatori e gli impatti sono visibili in tutto il pianeta. Un altro segnale per le generazioni attuali e future“.
Ecco un’analisi dettagliata di ciascun record climatico menzionato nel rapporto.
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Concentrazioni di gas serra
“Le concentrazioni atmosferiche medie globali di CO2, metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) (i principali gas serra, ndr) per il 2023 hanno raggiunto rispettivamente nuovi valori record annuali di 419,3 parti per milione, 1922,6 parti per miliardo (ppb) e 336,7 ppb”. La concentrazione media globale di CO₂ ha segnato un aumento significativo rispetto ai livelli preindustriali (280 ppm).
La crescita annuale della CO2 media globale è passata da 0,6±0,1 ppm annue all’inizio degli anni ’60 a una media di 2,5 ppm annue durante l’ultimo decennio (2014-23). Dal 2022 al 2023 è stata di 2,8 ppm, la quarta più alta registrata dagli anni Sessanta.
Questi aumenti sono dovuti principalmente all’uso di combustibili fossili, alla deforestazione e all’agricoltura intensiva, e contribuiscono alla crisi climatica.
Temperatura superficiale globale
“Il 2023 è stato l’anno più caldo da quando sono iniziate le registrazioni, a metà e fine del 1800, superando il precedente record del 2016”. Tutti i dataset di temperatura globale utilizzati per l’analisi del rapporto “concordano sul fatto che gli ultimi nove anni (2015-23) sono stati i nove più caldi mai registrati”. La temperatura media annuale della superficie globale è aumentata a un tasso medio di 0,08-0,09 gradi C per decennio dal 1880, e a un tasso più che doppio dal 1981.
Livello e calore dei mari
Calore degli oceani e livello globale del mare sono stati i più alti mai registrati, secondo il National Centers for Environmental Information. Nell’ultimo mezzo secolo, gli oceani hanno immagazzinato più del 90% dell’energia in eccesso intrappolata nel sistema terrestre dai gas serra e da altri fattori. Col risultato che il contenuto globale di calore degli oceani, misurato dalla superficie dell’oceano fino a una profondità di 2.000 metri, “ha continuato ad aumentare e ha raggiunto nuovi record nel 2023”.
Il livello medio globale del mare ha raggiunto un” livello record per il 12° anno consecutivo, superando di circa 101,4 millimetri la media del 1993, anno di inizio delle misurazioni altimetriche satellitari”. Questo aumento rappresenta un incremento di 8,1±1,5 millimetri rispetto al 2022, il terzo più alto incremento annuale mai registrato.
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Incendi e ondate di calore
Ondate di calore e siccità hanno contribuito a provocare enormi incendi in tutto il mondo. Durante la tarda primavera e un’estate da record, in Canada sono bruciati circa 37 milioni di acri, un’area grande più del doppio dell’Irlanda e più del doppio del precedente record del 1989. Circa 232.000 persone sono state evacuate a causa della minaccia degli incendi, il cui fumo ha colpito regioni di tutto il Canada e ha interessato anche le città di New York e Chicago, molto popolate, e persino aree dell’Europa occidentale.
Poiché il periodo agosto-ottobre 2023 è stato il periodo di tre mesi più secco mai registrato in Australia a partire dal 1900, milioni di acri di incendi hanno bruciato per settimane nel Territorio del Nord durante i mesi di settembre e ottobre. Tra la metà di agosto e l’inizio di settembre, nel comune di Alexandroupolis, in Grecia, è divampato il più grande incendio selvaggio mai registrato dall’inizio del 2000 nell’Unione Europea. L’incendio ha bruciato quasi 232.000 acri. Complessivamente, l’area totale bruciata in Grecia nel 2023 è stata più di quattro volte la sua media a lungo termine.
Artico, record di temperature (e di transiti navali)
“L’Artico ha registrato il quarto anno più caldo degli ultimi 124 anni, con un’estate (da luglio a settembre) da record”. Le temperature del permafrost sotto il suolo sono state le più alte mai registrate in oltre la metà dei siti di rilevamento, sottolinea il NCEI. Il disgelo del permafrost “disturba le comunità e le infrastrutture artiche e può anche influenzare il tasso di rilascio di gas serra nell’atmosfera, accelerando potenzialmente il riscaldamento globale”.
L’estensione minima stagionale del ghiaccio marino artico, che di solito si raggiunge a settembre, è stata la quinta più bassa negli ultimi 45 anni. “La quantità di ghiaccio pluriennale – il ghiaccio che sopravvive ad almeno una stagione di scioglimento estivo nell’Artico – ha continuato a diminuire: dal 2012, l’Artico è quasi privo di ghiaccio di età superiore ai quattro anni”.
Sia la Northern Sea Route che il Passaggio a Nord-Ovest sono diventati accessibili al traffico marittimo. Quest’ultimo, in particolare, che collega l’Oceano Atlantico al Pacifico attraverso le acque del Canada settentrionale e dell’Alaska, ha visto un numero record di passaggi di navi: 42 navi hanno effettuato il transito, superando di gran lunga il precedente record di 33 navi del 2017.
Record al ribasso per il ghiaccio antartico
Il ghiaccio marino dell’Antartide fa registrare minimi storici per tutto il 2023. Per otto mesi si sono registrati nuovi record medi mensili di estensione del ghiaccio marino. Il 21 febbraio, l’estensione del ghiaccio marino antartico ha entrambi raggiunto i minimi storici, superando i precedenti minimi storici stabiliti solo un anno prima, nel febbraio 2022.
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Da dove vengono le informazioni
La revisione annuale internazionale del clima mondiale, condotta dagli scienziati dei National Centers for Environmental Information del NOAA e pubblicata dal Bulletin of the American Meteorological Society (BAMS), si basa sui contributi di oltre 590 scienziati di quasi 60 Paesi. Fornisce, si legge nel report, “l’aggiornamento più completo sugli indicatori climatici della Terra, sugli eventi meteorologici degni di nota e su altri dati raccolti da stazioni e strumenti di monitoraggio ambientale situati sulla terra, sull’acqua, sul ghiaccio e nello spazio”.
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