A fine 2024 in Sardegna sono stati stanziati 18 milioni di euro per indennizzare i danni da siccità subiti dalle aziende agricole e zootecniche. Oltre alle perdite per gli operatori del settore, la frequenza di eventi siccitosi nella regione dà spesso luogo a sospensioni della distribuzione idrica per usi civili.
Nonostante le piogge dei primi mesi del 2025, l’emergenza permane anche quest’anno in diversi territori, in particolare nella parte sud-occidentale e nella parte nord-occidentale dell’isola. Le istituzioni locali sono impegnate a fronteggiare il fenomeno con diversi interventi manutentivi e infrastrutturali, anche grazie ai fondi PNRR, tra cui il riutilizzo delle acque reflue per fini irrigui.
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La Sardegna nelle tristi classifiche nazionali
Seconda in Italia per eventi calamitosi legati alla siccità, la Sardegna si ritrova a fronteggiare ciclicamente le conseguenze di un’emergenza idrica sempre più ordinaria. Allo stesso tempo, si attesta in quarta posizione tra le regioni d’Italia colabrodo: il report ISTAT “Le statistiche sull’acqua. Anni 2020-2023” registra che, una volta trasportato in rete, il 52,8% del volume idrico viene disperso nelle condotte idrauliche.

La stima dei fabbisogni idrici in Sardegna è calcolata in 726,8 milioni di metri cubi l’anno (Mmc/anno), suddivisi in 232 Mmc/anno per gli usi civili, 466 Mmc/anno per gli usi irrigui e 28.8 Mmc/anno per gli usi industriali. Dunque a risentire maggiormente della siccità sono le aziende agricole e zootecniche, a cui sono stati destinati rispettivamente 13 e 5 milioni di euro per compensare i danni subiti.
Le cause dell’emergenza si devono ricercare in una commistione di fattori naturali e gestionali: se da un lato gli effetti del cambiamento climatico stanno mettendo a dura prova i deflussi naturali, dall’altro vi è l’esigenza di migliorare l’accumulo, la conservazione e il recupero delle risorse idriche.
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Lo stato degli invasi e del recupero delle acque reflue
Già nel 2008, con l’emanazione della delibera n. 75/15 del 30 dicembre, la regione Sardegna adottava la direttiva “Misure di tutela quali-quantitativa delle risorse idriche tramite il riutilizzo delle acque reflue depurate”, in attuazione del Piano di Tutela delle Acque (2006), dell’art. 99 comma 2 del D.Lgs. 152/2006 e dell’art. 1 comma 4 del DM 185/2003.
Eppure, nel 2024, solamente 13 Mmc/anno circa di acque reflue vengono riutilizzate da 7 impianti, ovvero l’8,5 % del totale riutilizzabile. L’operatività correlata al riutilizzo di altri 15 impianti può essere attivata nel breve o medio periodo risolvendo aspetti tecnici e operativi legati al trattamento o alla distribuzione, oppure aspetti amministrativi e autorizzativi. Per gli ultimi 12 impianti questa condizione non è raggiungibile neanche nel medio periodo.
Analizzando la situazione (dalla raccolta alla distribuzione al riutilizzo delle acque) c’è l’imbarazzo della scelta sul decidere dove iniziare a lavorare, ma tutte le soluzioni devono essere adottate a breve termine. L’utilizzo idropotabile delle acque superficiali è predominante nel distretto della Sardegna, in particolare per i prelievi dai bacini artificiali, che coprono il 78,6% del volume complessivo. Il bollettino dei 34 invasi sardi riporta, al 30 novembre 2024, la presenza del 39.4% del volume utile di regolazione autorizzato con 2 invasi in stato di vigilanza. Tutti gli altri sono in stato di pericolo, a parte 5 che invece risultano in stato di emergenza. Vale la pena specificare che nello stato di emergenza non si dovrebbe entrare perché progressive riduzioni del livello di erogazione sono già previste in stato di vigilanza ed ulteriori in stato di pericolo.
Allo stesso tempo, la capienza degli invasi non viene sfruttata pienamente perché i volumi di regolazione autorizzati risultano inferiori rispetto alla massima capacità di accumulo del sistema.
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Le potenzialità del recupero delle acque reflue
La domanda da farsi a questo punto è cosa si può fare per mitigare la situazione a valle del sistema. Recuperando le acque reflue si potrebbe favorire il risparmio idrico, soddisfare il fabbisogno irriguo e limitare l’impatto degli scarichi idrici sui corpi idrici recettori. In Sardegna esistono 34 impianti di depurazione le cui acque reflue sono destinabili al riutilizzo per fini diversi da quello potabile; in termini di volumi parliamo di 151 Mmc/anno nonché del risparmio di approvvigionamento di “risorsa fresca”, a regime, di più del 50% del fabbisogno per usi civili.
Nel 2022 è stato possibile fare appello ai cospicui finanziamenti erogati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: nello specifico, 600 milioni di euro destinati a “Investimenti in fognatura e depurazione”. Obiettivo specifico della misura è l’efficientamento della depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne e, ove possibile, la trasformazione degli impianti di depurazione in “fabbriche verdi” per consentire il riutilizzo delle acque depurate a scopi irrigui e industriali. Grazie a questa misura sono stati finanziati 176 progetti a livello nazionale; in Sardegna ne sono stati proposti cinque di cui quattro accettati. Nello specifico solamente il progetto relativo all’impianto di Is Arenas, in provincia di Cagliari, ha previsto come obiettivo primario il riutilizzo delle acque reflue per fini irrigui.
Stando a quanto riportato nella relazione provvisoria sui progressi realizzati nell’attuazione del Programma di misure, nell’ambito del riesame e aggiornamento del piano di gestione del distretto idrografico della Sardegna, risalente al dicembre 2024, si sta provvedendo ad avviare il recupero delle acque reflue presso gli impianti attivabili nel breve-medio periodo. Azioni necessarie saranno quelle di adeguare e aggiornare i Piani di Gestione degli impianti di depurazione al fine di pervenire alla stesura del Piano di gestione dei rischi, di cui all’articolo 5 del Regolamento europeo 2020/741 sul riutilizzo delle acque.
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La mappa del riutilizzo idrico in Sardegna
Nella tabella sottostante sono stati aggregati i dati relativi a:
- volumi idrici di acque reflue recuperabili annualmente dagli impianti prioritari di depurazione presenti sul territorio sardo
- stato di avviamento
- tipologia di riutilizzo delle acque reflue provenienti dai singoli impianti
- percentuale di volumi idrici complessivi attualmente riutilizzati
|
Stato (fonte 2024¹) |
Impianto di depurazione |
Tipologia riutilizzo |
Volumi recuperabili (m³/anno) (fonte 2011²) |
|
avviato |
Stintino |
Irriguo verde ornamentale |
850000 |
|
avviato |
Alghero |
Irriguo in agricoltura |
6500000 |
|
avviato |
Palau |
Irriguo verde ornamentale |
1500000 |
|
avviato |
San Teodoro |
Irriguo verde ornamentale |
1450000 |
|
avviato |
ZIR Macomer |
Industriale |
750000 |
|
avviato |
Curcuris |
Irriguo in agricoltura |
760000 |
|
avviato |
Villasimius |
Irriguo verde ornamentale |
1075000 |
|
breve periodo |
Sassari |
Irriguo in agricoltura |
18300000 |
|
breve periodo |
Arzachena |
Irriguo in agricoltura |
2350000 |
|
breve periodo |
Olbia |
Irriguo in agricoltura |
5475000 |
|
breve periodo |
Nuoro |
Irriguo in agricoltura |
9300000 |
|
breve periodo |
Muravera |
Irriguo in agricoltura |
2900000 |
|
breve periodo |
Serramanna |
Irriguo in agricoltura |
6000000 |
|
breve periodo |
Cagliari Is Arenas osmosi |
Irriguo verde ornamentale |
42000000* |
|
breve periodo |
ASI Cagliari Macchiareddu |
Industriale |
9300000** |
|
medio periodo |
Santa Teresa Gallura |
Irriguo in agricoltura |
2000000 |
|
medio periodo |
Golfo Aranci |
Irriguo verde ornamentale |
670000 |
|
medio periodo |
Budoni |
Irriguo verde ornamentale |
1500000 |
|
medio periodo |
Posada |
Irriguo in agricoltura |
1500000 |
|
medio periodo |
Barisardo |
Irriguo in agricoltura |
700000 |
|
medio periodo |
Costa Rei |
Irriguo in agricoltura |
1800000 |
|
medio periodo |
Cagliari Is Arenas terziario |
Irriguo in agricoltura |
* |
|
medio periodo |
ASI Cagliari Macchiareddu |
Irriguo in agricoltura |
** |
|
medio periodo |
San Giovanni Suergiu |
Irriguo in agricoltura |
5400000 |
|
non avviabile |
Sorso |
2500000 |
|
|
non avviabile |
ZIR Tempio |
3500000 |
|
|
non avviabile |
Nucleo Ind. Oristano |
5000000 |
|
|
non avviabile |
Terralba |
2700000 |
|
|
non avviabile |
Arborea |
1200000 |
|
|
non avviabile |
Masullas |
1000000 |
|
|
non avviabile |
Pabillonis |
2000000 |
|
|
non avviabile |
Dorgali |
1215980 |
|
|
non avviabile |
Cala Gonone |
700000 |
|
|
non avviabile |
Nucleo Ind. Tortolì |
2500000 |
|
|
non avviabile |
Villamar |
2374920 |
|
|
non avviabile |
ZIR Iglesias |
|
4500000 |
|
VOLUME TOT. RIUTILIZZABILE |
|
151.270.900 |
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|
VOLUME TOT. RIUTILIZZATO |
|
12.885.000 |
|
|
% VOLUME RIUTILIZZATO |
|
8,52 |
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Fonte:
Dati 2011: https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20180315160730.pdf;
Dati 2024: https://autoritadibacino.regione.sardegna.it/wpcontent/uploads/2024/11/2024_10_28_dCI_13-1.pdf
© Riproduzione riservata
Questo articolo è uno degli elaborati pratici conclusivi della nona edizione del corso online di giornalismo d’inchiesta ambientale organizzato da A Sud, CDCA – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali ed EconomiaCircolare.com in collaborazione con il Goethe Institut di Roma, il Centro di Giornalismo Permanente e il Constructive Network



