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Di fronte alla crescente importanza della riparazione come strategia efficace per estendere la durata di vita dei prodotti, al centro degli ultimi interventi normativi dell’Unione Europea, come il regolamento sulla progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili (ESPR) – noto come regolamento Ecodesign – approvato nel 2024, il centro studi della Commissione europea Joint Research Center (JRC) ha proposto di introdurre un punteggio di riparabilità che aiuti i consumatori a scegliere prodotti più riparabili e spinga i produttori a migliorarne la progettazione, oltre a fornire alle istituzioni europee criteri tecnici per valutare la riparabilità dei prodotti in modo equo e standardizzato e indirizzare le politiche verso una maggiore efficacia.
Lo studio “Reparability Scoring System – Product relevance scoping study” pubblicato dal JRC a inizio 2025 rappresenta una prima valutazione preliminare su quali categorie di prodotti coperti dalle iniziative legislative dell’Ue sull’ecodesign sarebbero più idonei per la messa a punto di un sistema di punteggio sulla riparabilità a livello europeo. Il punteggio di riparabilità si è dimostrato particolarmente utile nel caso dei “prodotti complessi”, perché formati da più componenti e dunque più adatti alla riparazione. Nello specifico, console dei videogiochi, macchine da caffè, personal computer, smartphone e lavatrici sono emersi tra i prodotti più rilevanti per il punteggio di riparabilità.
I criteri di valutazione per il punteggio di riparabilità
Per valutare l’opportunità di applicare per determinate categorie di prodotti il punteggio di riparabilità, il JRC ha proposto una metodologia basata su più criteri ritenuti rilevanti in una prospettiva di riparazione, a partire dalla presenza sul mercato, la loro durata di vita, la frequenza di guasti e la facilità di riparazione da parte degli utenti o di riparatori indipendenti, l’obsolescenza del software e la possibilità di aggiornamento e riutilizzo.
Ad esempio, sono stati esclusi prodotti con vendite sotto i 10 milioni di unità, come non sono stati ritenuti rilevanti prodotti con un trascurabile impatto ambientale, perché affidabilità e durata sono aspetti rilevanti soprattutto per quei prodotti che hanno impatti significativi associati all’estrazione e alla produzione di materiali (terre rare, plastica, materie critiche), come tutti i dispositivi alimentati a batteria e i grandi elettrodomestici. O, ancora, sono stati esclusi i prodotti con bassi tassi di guasto perché estranei all’obiettivo della ricerca, mentre sono stati considerati tutti quelli con complessità nella riparazione, ad esempio per la presenza di componenti incollate e saldate come le batterie degli smartphone o riparazioni che richiedono l’intervento dei produttori.
Altri due criteri centrali per valutare il punteggio di riparabilità sono stati l’obsolescenza del software e la disponibilità di aggiornamenti. Un esempio evidente sono smartphone e tablet, poiché i produttori interrompono il supporto software dopo 4-5 anni, limitando le funzionalità dei dispositivi. A questo si collega il tema della possibilità di aggiornamento, come nel caso delle smart tv o dei pc, in cui l’assenza di aggiornamenti può compromettere la sicurezza informatica o la compatibilità con altre tecnologie. A cui si aggiungono quei prodotti che dipendono da software per il loro funzionamento e che spesso diventano inutilizzabili prima del guasto hardware. Prodotti con una scarsa possibilità di riparazione, ad esempio, sono le console di gioco, il cui hardware è chiuso e non modificabile, e le stampanti, spesso progettate per impedire la sostituzione di componenti.

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Quali prodotti sono stati analizzati nello studio del JRC
Dopo aver applicato questi criteri, il JRC ha suddiviso i prodotti in tre macro-categorie per un’analisi approfondita. La prima categoria è rappresentata dai piccoli elettrodomestici (forni elettrici compatti, microonde, macchine da caffè, bollitori, tostapane, aspirapolvere, ferri da stiro, elettrodomestici per la cura personale come asciugacapelli, rasoi, epilatori, spazzolini elettrici). Questi prodotti, secondo il JRC sono spesso difficili da riparare a causa di design poco modulari e della scarsa disponibilità di ricambi.
I mini forni hanno componenti critici come termostati e ventole che si rompono facilmente, ma la loro riparazione è complessa. I forni a microonde presentano guasti frequenti al magnetron e ai circuiti elettronici, con una durata inferiore rispetto al passato. Le macchine da caffè sono tra i prodotti più riparati nei repair café, ma c’è difficoltà di accesso ai componenti interni. Gli aspirapolvere offrono buone possibilità di riparazione, ma la reperibilità dei pezzi di ricambio è un problema. Frullatori e robot da cucina vengono spesso buttati prematuramente, anche se funzionanti, per una percezione errata del guasto o per mancanza di informazioni sulla riparabilità.
La seconda categoria riguarda l’elettronica di consumo (tv, monitor, sistemi audio, console di gioco, pc, stampanti, scanner, fotocamere, dispositivi indossabili, come smartwatch o fitness tracker). In questo caso le difficoltà principali sono legate all’obsolescenza programmata, agli aggiornamenti software che ne limitano la funzionalità e alla scarsità di pezzi di ricambio. I televisori e i monitor hanno pannelli LCD difficili da sostituire e la riparazione è costosa. Computer e laptop variano molto a seconda di quanto i produttori facilitino o meno la sostituzione dei componenti, mentre smartphone e tablet hanno una limitata disponibilità di pezzi di ricambio. La riparazione di stampanti e scanner, infine, è ostacolata dalla presenza di chip proprietari nei toner.
Infine, i prodotti inclusi nel Piano di lavoro per la progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica 2022-2024 (elettrodomestici per il riscaldamento e raffreddamento, ventilatori, lavastoviglie, lavatrici, refrigeratori, trasformatori di potenza, sorgenti luminose, server e unità di archiviazione dati). Quello che emerge dalle analisi del JRC è che lavatrici e le lavastoviglie necessitano di una maggiore disponibilità di ricambi e di informazioni per la riparazione, mentre i frigoriferi sono spesso progettati con componenti difficili da sostituire, limitando la possibilità di intervento e riducendo la loro durata di vita utile.
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Un approccio orizzontale da estendere a tutti i prodotti
Il JRC, infine, conclude lo studio approfondendo la possibilità di utilizzare il punteggio di riparabilità come misura orizzontale, ovvero applicabile a più categorie di prodotti. Peraltro il nuovo regolamento Ecodesign propone l’istituzione di tali misure orizzontali, quando le somiglianze tecniche lo consentono. Vengono, perciò, presentati quattro diversi livelli di “potenziale di orizzontalità” (dal livello 1 al livello 3+) sulla base dell’ampiezza dei prodotti inclusi e assimilati, con la precisazione che l’approfondimento di questa tematica sarà al centro dei prossimi studi del JRC.
Il livello 1 di orizzontalità costituisce l’opzione con l’ambito di prodotto più ristretto, ma la più alta similarità tecnica tra i gruppi di prodotti, come ad esempio smartphone e tablet. Le stesse funzionalità e la presenza di componenti chiave simili tra i prodotti consentono di sviluppare un sistema di punteggio di riparabilità comune per tutti. Per le stesse ragioni, l’indice potrebbe anche essere accompagnato da requisiti di riparabilità sia di natura generale che specifica del prodotto.
Il livello 2 di orizzontalità fornisce un’opzione con un ambito di prodotto più ampio rispetto al livello precedente, in cui si stabiliscono criteri comuni per macro-categorie di prodotti simili, come elettronica di consumo ed elettrodomestici. Questo aiuta i consumatori a confrontare i prodotti ed è più in linea con il regolamenti Ecodesign, ma naturalmente comporta una minor precisione. Infine, i livelli di orizzontalità 3 e 3+ ampliano ulteriormente le maglie, stabilendo una metodologia di punteggio di riparabilità globale, ma rischiano di non tenere sufficientemente conto delle specificità del prodotto (ad esempio, diverse funzionalità e parti prioritarie).
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