giovedì, Novembre 6, 2025

La Banca Centrale Europea mette in guardia: pericoloso indebolire le direttive sulla sostenibilità

Rimuovere l'80% delle aziende dagli obblighi della direttiva CSRD sulla rendicontazione di sostenibilità come previsto dal decreto Omnibus mette a rischio la disponibilità di dati affidabili e l’efficacia delle politiche UE sulla finanza sostenibile: è ciò che viene messo nero su bianco da un parere della BCE

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

La Banca Centrale Europea ha pubblicato un parere sulle proposte della Commissione europea di semplificare e ridurre gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità e di due diligence per le imprese attraverso una serie di modifiche sostanziali alla Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità dell’UE (CSRD) e la Direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale (CSDDD). Una decisione che è stata vista da molti come un pericoloso indebolimento delle normative sulla sostenibilità delle aziende, perché ne restringe in maniera drastica il campo di applicazione.

Nonostante la BCE non si spinga a tanto – il ruolo istituzionale non lo consentirebbe neppure – e pur accogliendo con favore l’obiettivo di semplificare gli obblighi per le imprese, Francoforte ha avvertito che alcune delle semplificazioni della Commissione presentate a fine febbraio con il pacchetto Omnibus I, potrebbero aumentare in modo significativo i rischi per gli investitori, l’economia e gli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea.

Tra le principali raccomandazioni contenute nel parere della Banca Centrale Europea figura la proposta di limitare in modo significativo la riduzione prevista del campo di applicazione delle imprese soggette alla CSRD, con la Bce che raccomanda requisiti obbligatori di rendicontazione sulla sostenibilità per le imprese con 500 o più dipendenti. Per quanto riguarda la CSDDD, la BCE ha contestato l’intenzione di trattare le imprese finanziarie in maniera diversa agli altri settori, mentre la loro inclusione contribuirebbe a una maggiore certezza giuridica, riducendo i rischi di contenzioso climatico e ambientale.

La direttiva CSRD e le modifiche nel pacchetto Omnibus

La CSRD era inizialmente prevista come un aggiornamento della Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD), il precedente quadro normativo dell’UE per la rendicontazione di sostenibilità, espandendo significativamente il numero di imprese tenute a fornire informazioni sulla sostenibilità da circa 12.000 a oltre 50.000. Basata su nuovi standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), la CSRD introduce anche requisiti di rendicontazione più dettagliati sugli impatti delle imprese sull’ambiente, i diritti umani e gli impatti sociali, nonché sui rischi legati alla sostenibilità.

Le proposte contenute nel pacchetto Omnibus, tuttavia, indeboliscono in modo significativo la direttiva CSRD. Tra le principali modifiche proposte alla CSRD nel pacchetto figura una drastica riduzione del campo di applicazione: la regolamentazione coprirebbe adesso solo le imprese con più di 1000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro, escludendo circa l’80% delle imprese dagli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità previsti dal regolamento.

Oltre a questo, la Commissione prevede anche di rivedere gli ESRS, con l’obiettivo di ridurre sostanzialmente il numero di data points – gli elementi informativi specifici che le aziende devono raccogliere e riportare per la rendicontazione di sostenibilità – richiesti dagli standard di rendicontazione sulla sostenibilità.

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Cosa contesta la Banca Centrale Europea

Nel parere giunto da Francoforte, pur affermando che la Banca Centrale Europea “sostiene gli sforzi della Commissione per semplificare e razionalizzare i requisiti di rendicontazione e di due diligence in materia di sostenibilità”, si osserva che “la disponibilità di informazioni sulla sostenibilità armonizzate, standardizzate e affidabili” è essenziale per garantire il flusso di capitali verso attività che sostengono gli obiettivi di sostenibilità dell’UE, e per consentire “agli operatori di mercato di comprendere e valutare i rischi finanziari legati alla sostenibilità”, evitando al contempo che “le decisioni di investimento vengano prese sulla base di informazioni incomplete”.

Inoltre la BCE ha ricordato che la disponibilità di informazioni di alta qualità relative alla sostenibilità è necessaria per svolgere i suoi compiti in materia di stabilità finanziaria e gestione della politica monetaria, affermando che “i rischi fisici e di transizione legati alle crisi climatiche e della natura hanno profonde implicazioni sia per la stabilità dei prezzi che per la stabilità finanziaria, attraverso i loro impatti sulla struttura e sulle dinamiche cicliche dell’economia e del sistema finanziario”.

Il parere della Banca Centrale Europea contesta la proposta di riduzione del campo di applicazione contenuta nel pacchetto Omnibus, che escluderebbe l’80% delle imprese dalla copertura della CSRD, sostenendo che “questa modifica potrebbe limitare in modo significativo l’accesso a informazioni importanti” col rischio di “effetti indesiderati”, tra cui la riduzione della disponibilità complessiva di informazioni sulla sostenibilità, comprese le informazioni sulle emissioni di gas serra. Basti pensare che alcune aziende responsabili di emissioni significative, incluse le imprese del settore dei combustibili fossili, non rientrerebbero più nell’ambito della rendicontazione. La BCE ha inoltre fatto notare che alcune imprese che attualmente forniscono informazioni sulla sostenibilità in base alla direttiva NFRD non saranno più coperte dalla CSRD.

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Banca centrale europeaLe proposte correttive della BCE

La Banca Centrale Europea propone modifiche alle proposte contenute nel pacchetto Omnibus, raccomandando che, invece di escludere le imprese con meno di 1000 dipendenti dall’ambito della CSRD, anche le imprese tra i 500 e 1000 dipendenti siano soggette a requisiti obbligatori di rendicontazione sulla sostenibilità, ma applicando “standard di rendicontazione sulla sostenibilità specifici, semplificati, proporzionati e rilevanti rispetto alle capacità e alle caratteristiche di tali imprese, nonché alla scala e complessità delle loro attività”.

La BCE osserva inoltre che la proposta Omnibus di estendere l’ambito di applicazione della CSRD alle imprese di paesi terzi genererebbe lacune nei dati tra le imprese dell’UE e quelle extra-UE e creerebbe uno svantaggio competitivo per le imprese europee, consigliando perciò di eliminare tale proposta.

Pur accogliendo con favore la proposta della Commissione di stabilire standard volontari di rendicontazione sulla sostenibilità per le piccole imprese non coperte dalla CSRD, la BCE avverte anche dei potenziali pericoli, come l’autoselezione – dove solo le imprese che ottengono buoni risultati decidono di rendicontare – e il rischio di greenwashing da parte delle imprese che scelgono selettivamente quali aspetti della sostenibilità rendicontare.

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La Banca Centrale Europea avanza anche proposte riguardo l’idea di ridurre i data points degli ESRS, sottolineando che è importante “mantenere i data points rilevanti dal punto di vista prudenziale e della politica monetaria”. In particolare, la BCE raccomanda di mantenere la maggior parte dei data points relativi al cambiamento climatico (ESRS E1), insieme a importanti data points su biodiversità ed ecosistemi (ESRS E4), in quanto essenziali per valutare e gestire i rischi fisici e di transizione per le imprese e le istituzioni finanziarie.

Tra i cambiamenti introdotti dalla Commissione con la proposta Omnibus c’è poi l’annuncio che non verranno introdotti gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità specifici per settore, previsti inizialmente dalla CSRD. La BCE, tuttavia, sottolinea l’importanza delle informazioni specifiche per settore, ad esempio per consentire alle istituzioni finanziarie di valutare e confrontare la sostenibilità delle imprese dello stesso settore. Nel suo parere, la Banca Centrale Europea raccomanda che, in assenza di standard specifici per settore, la Commissione dovrebbe “valutare l’adozione di linee guida settoriali per promuovere un approccio comune all’attuazione degli ESRS all’interno dei singoli settori.”

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