giovedì, Novembre 6, 2025

Standard VSME per piccole e medie imprese, le raccomandazioni della Commissione Ue

Lo standard VSME è volontario ed è stato sviluppato dall’EFRAG (l'organo consultivo tecnico dell'Unione Europea) per aiutare le piccole e medie imprese nel reporting di sostenibilità. Ora la Commissione invita le tante imprese rimaste fuori dagli obblighi della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (la CSRD) ad usarlo

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

La Commissione europea ha adottato una raccomandazione sulla rendicontazione volontaria di sostenibilità per le piccole e medie imprese. La raccomandazione riguarda lo standard VSME, che renderà più facile per le piccole e medie imprese (pmi) non coperte dalla direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale (CSRD) rispondere a richieste specifiche di informazioni sulla sostenibilità provenienti da istituzioni finanziarie e altre aziende. La Commissione Ue invita le pmi ad adottare lo standard volontario, le istituzioni finanziarie a non essere troppo rigide su alcune richieste di trasparenze, limitandosi a quelle contenute nello standard stesso, e agli Stati membri di informare e facilitare l’adozione.

Lo standard VSME per le pmi ed è stato sviluppato dall’EFRAG, l’organo consultivo tecnico della Commissione per la rendicontazione di sostenibilità. L’EFRAG ha elaborato lo standard VSME seguendo un rigoroso processo che ha incluso una consultazione pubblica e una sperimentazione sul campo della bozza di standard da parte delle pmi. Le stesse pmi e i destinatari previsti delle informazioni sulla sostenibilità hanno espresso sostegno per lo standard VSME come strumento di rendicontazione semplificato, che costituisce un sostituto credibile per una parte sostanziale delle richieste di informazioni che banche e grandi imprese spesso inviano alle aziende incluse nelle loro catene del valore.

L’EFRAG ha consegnato lo standard VSME alla Commissione nel dicembre 2024. Tra le principali semplificazioni incluse nel nuovo VSME introdotto da EFRAG vi è la sostituzione dell’analisi di materialità utilizzata nella direttiva CSRD con un principio “se applicabile”, volto a delineare le circostanze che attivano la divulgazione di informazioni sulle tematiche ESG in allineamento con gli ESRS. L’EFRAG ha spiegato come la consultazione abbia rivelato che l’analisi di materialità era considerata troppo complessa dalle pmi, oltre che costosa, mentre banche e investitori erano diffidenti riguardo all’affidabilità dei risultati ottenuti dalle imprese stesse.

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La raccomandazioni della Commissione sullo standard VSME

La Commissione raccomanda alle pmi non quotate e le microimprese che desiderano rendicontare volontariamente informazioni sulla sostenibilità di farlo conformemente allo standard VSME. La Commissione precisa che lo standard volontario di rendicontazione di sostenibilità può essere utilizzato anche da pmi e microimprese in Paesi terzi che desiderino fornire informazioni sulla sostenibilità su base volontaria. Le pmi, infatti, possono essere interessate a rendicontare volontariamente informazioni sulla sostenibilità per migliorare il loro accesso alla finanza sostenibile e comprendere e monitorare meglio le proprie prestazioni di sostenibilità, migliorando così la loro competitività

von der leyenInoltre la Commissione incoraggia le istituzioni finanziarie, le imprese di assicurazione, gli enti creditizi e le altre imprese che richiedono informazioni di sostenibilità alle pmi presenti nelle loro catene del valore ai fini del reporting di sostenibilità di basare, per quanto possibile, le loro richieste sullo standard VSME, limitando le richieste alle informazioni da fornire in conformità allo standard stesso. In sostanza lo standard VSME mira a proteggere pmi e società non soggette alla CSRD da richieste informative sproporzionate da parte dei partner. 

Infine la Commissione raccomanda agli Stati membri di sensibilizzare le pmi sui benefici della rendicontazione volontaria delle informazioni di sostenibilità e mettere in atto misure appropriate a livello nazionale per favorire l’attuazione e l’accettazione dello standard VSME, oltre ad adottare misure appropriate per sostenere la digitalizzazione della rendicontazione di sostenibilità delle pmi, al fine di consentire uno scambio efficiente di dati.

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I rischi della semplificazione e i possibili vantaggi

Lo standard VSME rivisto dovrebbe essere pubblicato entro quattro mesi dall’adozione del pacchetto Omnibus definitivo, presumibilmente tra fine 2025 e inizio 2026. La raccomandazione della Commissione europea è, dunque, un passaggio intermedio per rispondere alle esigenze del mercato: sarà infatti necessario un atto delegato per la formale adozione dello standard, ma i tempi precisi dipendono dall’esito dei negoziati tra i colegislatori sulla proposta di semplificazione Omnibus I.

Proprio all’interno di questo pacchetto, presentato il 26 febbraio 2025, la Commissione ha proposto di limitare gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità previsti dalla CSRD alle grandi imprese con più di 1.000 dipendenti. Sebbene il rischio delle semplificazioni avviate da Bruxelles sia quello di indebolire l’impianto della finanza sostenibile europea, un effetto positivo potrebbe essere quello di convincere le pmi escluse dalla direttiva CSRD ad aderire volontariamente allo standard VSME. La Commissione europea ha anche avanzato l’ipotesi di estendere lo standard VSME alle imprese attualmente escluse dalla CSRD, l’80% delle circa 50.000 società inizialmente previste.

pmi imprese ueFocus: lo standard VSME nel dettaglio

Il VSME è un dataset modulare e semplificato che comprende 20 elementi di informativa, pensato su misura per le pmi. Il nuovo standard si articola in due livelli di rendicontazione progettati per adattarsi alle diverse capacità delle pmi. Il modulo base offre una rendicontazione semplificata, pensata per facilitare un primo approccio al reporting di sostenibilità. Il modulo completo, invece, propone un livello più avanzato e dettagliato, adatto a imprese con maggiore maturità in ambito ESG. Il modello è concepito per essere scalabile: le pmi possono iniziare con il modulo base e, con il tempo e l’evoluzione delle proprie competenze, adottare gradualmente il modulo completo.

Il modulo base garantisce che le pmi forniscano dati rilevanti, mantenendo al minimo l’onere di rendicontazione. Le componenti chiave del modulo base sono:

  • Informazioni generali:
    – Forma giuridica, localizzazione geografica operativa e classificazione settoriale.
    – Certificazioni o etichette legate alla sostenibilità ottenute.
  • Indicatori ambientali:
    – Consumo energetico totale e suddivisione tra fonti rinnovabili e non rinnovabili.
    – Emissioni GHG Scope 1 e Scope 2, con rapporti di intensità basati sul fatturato.
    – Dati su inquinamento, uso dell’acqua, biodiversità e iniziative di economia circolare.
  • Indicatori sociali:
    – Dati demografici della forza lavoro (tipologia contrattuale, genere, turnover).
    – Statistiche su salute e sicurezza, inclusi tassi di infortuni e mortalità.
    – Divario retributivo di genere e copertura della contrattazione collettiva.
  • Indicatori di governance:
    – Registrazioni di episodi di corruzione e concussione, comprese eventuali sanzioni finanziarie sostenute.

Il modulo completo è un’evoluzione del modulo base e si rivolge alle pmi con capacità di reporting più avanzate o a quelle che intendono soddisfare le richieste più dettagliate di stakeholder quali banche, investitori o partner aziendali. Il modulo è pensato per le pmi che operano in settori con rischi di sostenibilità più elevati o che dipendono fortemente da finanziamenti esterni. Componenti chiave del modulo completo sono:

  • Divulgazioni potenziate sulla strategia:
    – Modello di business e iniziative di sostenibilità integrate nei piani strategici.
    – Pratiche e politiche specifiche per la transizione verso un’economia sostenibile.
  • Indicatori ambientali avanzati:
    – Emissioni GHG Scope 3 per le categorie rilevanti, secondo gli standard del GHG Protocol.
    – Valutazioni dettagliate dei rischi climatici e relativi piani di mitigazione.
    – Obiettivi di transizione e piani d’azione per la riduzione delle emissioni.
  • Indicatori sociali ampliati:
    – Politiche sui diritti umani che affrontano temi come lavoro minorile, discriminazione e lavoro forzato.
    – Pratiche di segnalazione e gestione degli incidenti relativi a violazioni dei diritti umani nella catena del valore.
  • Approfondimenti sulla governance:
    – Divulgazione dei ricavi provenienti da settori ad alto rischio (ad esempio combustibili fossili, tabacco, armi).
    – Rapporti sulla diversità di genere negli organi di governance.

Leggi anche: Economia circolare e reporting di sostenibilità: una guida per le imprese

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