giovedì, Novembre 6, 2025

6. Quanti impianti di riciclo dei RAEE esistono in Italia (e in Europa) e cosa riciclano effettivamente?

Perché è così fondamentale investire in sistemi di raccolta RAEE e impianti innovativi? Rispondiamo in 10 punti a tutte le curiosità sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, perché conoscere la complessità della sfida che affrontiamo è il primo passo per invertire la rotta

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

L’Italia dispone di una rete impiantistica per il trattamento dei RAEE piuttosto solida, anche se con una distribuzione geografica e una specializzazione non ancora ottimali.

  • Numero di impianti in Italia: sul territorio nazionale sono presenti oltre 1.000 strutture autorizzate alla gestione dei RAEE, ma questo numero include anche chi svolge semplice stoccaggio. Gli impianti che effettuano il vero e proprio trattamento e recupero sono un numero più ristretto. Di questi, quelli accreditati dal Centro di Coordinamento RAEE, che rispettano standard qualitativi più elevati e trattano i RAEE domestici, sono circa 45. Questi impianti sono distribuiti in modo disomogeneo, con una forte concentrazione nel Nord Italia (744 strutture di gestione totali al Nord di cui 22 accreditati, contro 165 – 14 accreditati – al Centro e 179 al Sud, 9 accreditati).
  • Cosa riciclano: gli impianti sono specializzati per i diversi Raggruppamenti di RAEE:
    • R1 (Freddo e Clima): impianti che aspirano e bonificano i gas lesivi per l’ozono (CFC/HCFC) da frigoriferi e condizionatori, per poi recuperare ferro, rame, alluminio e poliuretano.
    • R2 (Grandi Bianchi): impianti meno complessi che trattano lavatrici, lavastoviglie, forni, da cui si ricavano prevalentemente metalli ferrosi, plastiche e calcestruzzo (usato come contrappeso).
    • R3 (TV e Monitor): impianti ad alta tecnologia che operano in depressione per aspirare in sicurezza le polveri fluorescenti contenenti mercurio dai tubi catodici e dalle lampade a retroilluminazione, separando poi vetro e plastiche.
    • R4 (Piccoli Elettrodomestici, Elettronica di consumo, Informatica): impianti che trattano il flusso più eterogeneo di rifiuti. Tramite triturazione e sistemi avanzati di separazione (magnetica, aeraulica, a correnti parassite, ottica) recuperano un’ampia gamma di plastiche e un mix di metalli (il “plasmix”) che viene poi inviato a fonderie per un’ulteriore raffinazione.
    • R5 (Sorgenti Luminose): impianti specifici per il trattamento di lampadine a risparmio energetico e LED, da cui si recuperano vetro, metalli e, separatamente, le polveri fluorescenti.

A livello europeo, la rete è più vasta e specializzata, con impianti leader a livello mondiale in Belgio, Germania e Svezia, capaci di processi metallurgici avanzati per estrarre metalli preziosi e materie prime critiche dalle frazioni più complesse.

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