giovedì, Agosto 14, 2025

Ago e filo per l’economia circolare e per il buon umore

Se anche a voi la società usa e getta in cui viviamo ha stancato, vi proponiamo una soluzione basata su ago e filo. Perché cucire, ricamare e rammendare possono essere strumenti di economia circolare. A patto di non fermarsi alle prime difficoltà. E di leggere i consigli di Manuela Marini - nota su instagram come The messy gallery. "L'importante è sperimentare e trovare piacere nell'atto creativo stesso"

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Se anche tu ritieni che il modello di società usa e getta – per intenderci quello delle mode che cambiano velocemente e fanno diventare obsoleti beni ancora in buone condizioni (come gli abiti) – vada contrastato, pensa che una delle armi più potenti da adoperare è poco più grande di uno spillo ed è ugualmente appuntita: parliamo di ago e filo. Negli ultimi decenni attività manuali come il cucito, il ricamo e il rammendo sono andate quasi scomparendo per diversi motivi.

Oggi, però, questa tendenza sta cambiando. Come vi abbiamo già raccontato, una piccola grande rivoluzione è intrapresa dalle persone che si cimentano nel rammendo e nel ricamo creativo. Da dove si può partire? Come evitare che tentativi fallimentari ci facciano scoraggiare?

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Ago e filo contro la cultura dell’usa e getta

Il rammendo creativo e il ricamo non rappresentano unicamente degli strumenti per conservare i tessuti, ma si sono trasformati in vere e proprie armi di un cambiamento culturale. Queste pratiche, antiche quasi quanto l’umanità, stanno vivendo una nuova primavera: c’è chi ne fa un mestiere, chi semplicemente li sceglie solo come hobby e chi prova a capire come utilizzare ago e filo per contribuire a scardinare la cultura dell’usa e getta.  Come accade per altre attività, il passo più difficile sta nell’iniziare. Se fino a un paio di generazioni fa era normale sentire all’interno delle mura domestiche il rumore della macchina da cucire per diverse ore al giorno, negli ultimi 20-30 anni questa abitudine è andata scomparendo e ormai molte persone non sanno nemmeno riattaccare un bottone.

Per comprendere da quale capo del filo si possa cominciare (anche da autodidatta), abbiamo intervistato Manuela Marini – nota su instagram come The messy gallery -, esperta e appassionata di cucito creativo, insegnante in diversi corsi di cucito, ricamo e rammendo creativo nonché nostra guida per un giorno in questo viaggio riscoperto attraverso fili e tessuti.

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Perché molte persone non provano a ricamare o riparare i capi da soli

Manuela ha imparato a cucire da autodidatta, usando la vecchia macchina da cucire di sua madre. “Era lì, in casa, usata per scopi casalinghi. Da lì, ho iniziato ad esplorare, giocando con i tessuti, senza mai pensare di costruire qualcosa di grande, ma piuttosto di riparare e creare,” racconta.

Questo approccio, un tempo comune, si è perso nel tempo. Ma oggi qualcosa sta cambiando e c’è chi, lungi dall’intento di mettere su sartoria professionale, prova a cimentarsi per un uso domestico utile e creativo di una macchina da cucire o anche semplicemente di ago e filo”. Capita che molti, pur avendo voglia di iniziare, sono timorosi perché convinti che servano competenze e attrezzature impegnative.

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Da dove comincia la rivoluzione circolare di ago e filo

In un mondo nel quale spesso prevale la filosofia dell’ora e subito, attività come il cucito, il ricamo e il rammendo possono sembrare complesse e scoraggianti. La frustrazione di non riuscire a replicare perfettamente ciò che vediamo online nei tutorial ci porta, a volte, a rinunciare troppo presto. A chi non è mai capitato di cercare sul web come riparare un buco ai jeans o a una giacca e, pur avendo provato a seguire, passo passo, il procedimento non è arrivato ad ottenere i risultati desiderati con conseguente abbandono di ogni tentativo?

“Questo è il classico esempio che mi viene riportato da molte persone. Ciò accade perché spesso i tutorial che sembrano facili da seguire vengono realizzati da chi ha molta esperienza e manualità e così chi non li ha mai fatti e fallisce, pensa di non essere portato” ci spiega Marini che ci suggerisce che il segreto stia in un cambio di prospettiva perché ciò a cui bisogna puntare non è tanto la perfezione tecnica, quanto l’efficacia …. un po’ come avviene in cucina: rutti noi abbiamo iniziato a cucinare per far fronte alle esigenze quotidiane senza dover attendere di partecipare ad un corso per diventare chef. A questo proposito The messy gallery ricorda che “come chiunque può preparare un buon pasto con pochi ingredienti, anche nel cucito non serve essere maestri sarti per creare qualcosa di bello e funzionale”.

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La semplicità elemento chiave per i primi passi nel ricamo e nel rammendo

L’approccio di Manuela al cucito e al ricamo è infatti innegabilmente radicato nella semplicità.Molti non iniziano perché pensano di dover raggiungere subito grandi livelli tecnici. Invece, è possibile creare belle cose anche con tecniche semplici,” afferma. Questa filosofia è applicabile in molti campi creativi, non solo nel cucito ma in generale ovunque nasca la necessità di realizzare qualcosa con le proprie mani o si sia spinti dalla voglia di provare a riparare un qualsiasi oggetto danneggiato (un po’ come accade nei Repair Café, ndr).

Per molti, il primo passo può essere quindi praticare queste attività per rispondere a bisogni concreti, come riparare un capo d’abbigliamento, ma anche semplicemente per il piacere di creare un oggetto con le proprie mani. Non è necessario aspirare a risultati perfetti: l’importante è iniziare. Questo approccio può ridurre la pressione e aumentare il piacere dell’apprendimento. Inoltre, per i lavori più complessi, possiamo sempre affidarci alle mani esperte di un sarto, continuando a sperimentare e migliorare nelle pratiche più semplici.

L’importante è sperimentare e trovare piacere nell’atto creativo stesso, procedendo con i propri tempi e secondo i propri gusti”, chiosa Marini.

Certo, poi, una volta apprese le basi e sviluppato un proprio stile non c’è limite alla creatività. The messy gallery, ad esempio, ci racconta come lei stessa abbia sempre avuto una predilezione per i tessuti vintage che spesso trasforma in nuovi capi di abbigliamento, come maglie e kimono. “Ho iniziato a giocare con tessuti che tradizionalmente non sarebbero stati considerati per l’abbigliamento, come tovaglie o tende, ispirandomi anche alla tradizione giapponese del rammendo,” spiega l’esperta. In Giappone, il rammendo è considerato non solo una necessità, ma una vera e propria forma d’arte, una pratica che Manuela desidera diffondere anche nella nostra cultura, meno incline a vedere il rammendo come esteticamente valido.

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Corsi e workshop per educare alla creatività

C’è chi prova con il fai da te, chi punta a corsi professionali e chi ha bisogno di una guida per incominciare. A questi ultimi si rivolge Manuela che pubblica su instagram diversi tutorial ma non solo! Organizza vari corsi e workshop (alcuni dei quali si tengono da Mademoiselle Vintage, di cui vi abbiamo raccontato in un articolo e nel quaderno “Sfide per un tessile circolare”) , rivolti a chiunque voglia provare a cimentarsi, senza particolari basi né strumentazioni.

Il corso più popolare è quello di ricamo di base, ma offriamo anche workshop specifici su tecniche come il ricamo su jeans o il rammendo creativo“. Questi incontri sono ideali per chi vuole imparare a prendersi cura dei propri capi di abbigliamento, estendendo la loro vita e riducendo così i rifiuti.

Perché cucire, ricamare e rammendare possono essere strumenti di economia circolare

Far entrare il cucito e il ricamo nella nostra vita quotidiana – per passione o quando servano – non è solo un modo per esprimere creatività, ma anche un passo avanti verso un consumo più responsabile e sostenibile. Queste tecniche, infatti, si inseriscono perfettamente nel mondo dell’economia circolare: prolungano la vita degli oggetti, riducono i rifiuti e valorizzano la manualità e il tempo dedicato all’artigianato. In un’epoca dominata dalla velocità, prendersi il tempo per rammendare o modificare un capo di vestiario è un atto di cura che promuove un approccio più consapevole al consumo.

Vi è poi un’altra piccola grande rivoluzione insita nel decidere di ridare valore a queste pratiche. In un contesto dove tutto sembra dover essere finito “entro ieri”, dedicarsi al cucito o al ricamo può essere un modo eccellente per rallentare e riconnettersi con ritmi di vita più umani e sostenibili. Queste attività richiedono pazienza e attenzione, qualità sempre più rare e preziose nel nostro quotidiano frenetico. Imparare a cucire o a ricamare può quindi aiutarci a coltivare la capacità di focalizzarsi e di apprezzare il valore del “fare” rispetto al “comprare”.

Infine, ricordiamo che ricamare o cucire non sono solo attività pratiche, ma anche potenti mezzi di espressione personale. Ogni punto può raccontare una storia, ogni tessuto può diventare un telaio sul quale dipingere le nostre emozioni e i nostri sogni. Approcciarsi a queste arti con una mente aperta e senza aspettative può trasformare completamente l’esperienza, rendendola un’avventura creativa alla portata di tutti, ci fa comprendere la nostra esperta.

Il futuro del cucito creativo

Con il suo lavoro Manuela Marini ci mostra come la creatività e la sostenibilità possano andare di pari passo, trasformando vecchi tessuti in nuove storie di stile e responsabilità. Il rammendo creativo e il ricamo non consentono solamente di recuperare alcuni valori che sembravano relegati al passato, ma anche di fare un passo avanti verso un modello di consumo più consapevole e rispettoso dell’ambiente e, in alcuni casi, addirittura esempio di modernità.

Guardando al futuro, The messy gallery è ottimista: “vedo sempre più giovani interessati al cucito e al ricamo, attratti dalla possibilità di esprimere la propria creatività e di imparare qualcosa che consenta loro di vivere in maniera più ecologica”. A contribuire, sostiene l’esperta, sono sia la crescente consapevolezza ambientale che l’ascesa di alcune tendenze sulle piattaforme social nelle quali iniziano a riscuotere successo video di ragazzi che mostrano tecniche di rammendo e ricamo o pratiche di upcycling con capi usati o vintage che vengono tagliati, modificati, fusi tra loro, impreziositi e resi comunque originali, consentendo alle nuove generazioni di distinguersi attraverso scelte sostenibili.

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