Un leggero aumento della quantità di rifiuti finiti nel sacco nero dell’indifferenziata, dovuto principalmente alla pandemia. E quindi una leggera diminuzione del numero dei Comuni in cui l’indifferenziato procapite è inferiore ai 75 chilogrammi/anno. Eccola, in estrema sintesi, l’edizione del 2022 di Comuni ricicloni di Legambiente: presentato il 6 luglio scorso a Roma, raccoglie i dati del 2021 (il rapporto è patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica, e realizzato con la collaborazione di Conai, Comieco, CoReVe, CoRePla, CiAl, Ricrea, Rilegno, CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Biorepack e i partner Novamont e Eurosintex).
“Il primo cantiere dell’economia circolare si deve realizzare nelle nostre case, con una buona raccolta differenziata e la riduzione di rifiuti indifferenziati che finiscono in discarica e i 590 Comuni Rifiuti Free ce lo dimostrano. – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente – Amministrazioni, Sindaci e cittadini protagonisti di un nuovo approccio, sostenibile e strategico, nella raccolta dei rifiuti, spesso reso possibile da un unico gestore e da una buona pianificazione”.
Vediamo i dati salienti di Comuni ricicloni 2022.
29 Le edizioni di Comuni Ricicloni di Legambiente;
590 Sono i “Comuni rifiuti free” censiti da Legambiente: “Comuni in cui la produzione pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 Kg”. Si tratta, spiega l’associazione, di numeri all’incirca ai livelli dell’edizione 2020 (che premiava 598 amministrazioni comunali). Rispetto alla scorsa edizione trentatré virtuosi in meno;
5,9% La quota di popolazione italiana che vive cioè in Comuni rifiuti free. Rispetto all’edizione precedente del report, si registra una leggera flessione nella percentuale della popolazione coinvolta, che passa dal 6,4% al 5,9% sul totale della popolazione nazionale. A pesare sul risultato, spiega Legambiente, soprattutto gli effetti della pandemia “che ha obbligato a conferire nell’indifferenziato tutti i rifiuti prodotti dai contagiati, portando da un lato alla diminuzione della percentuale di raccolta differenziata, dall’altro all’aumento della produzione pro-capite di rifiuto da avviare a smaltimento”;
5 I nuovi Comuni rifiuti free al Sud, rispetto all’edizione precedente. Il rapporto infatti, restituisce un costante crescita del Sud Italia, che conta 167 Comuni Rifiuti Free (+5 rispetto allo scorso anno, appunto: 28,3% del totale dei Comuni rifiuti free). Il primato resta però del Nord Italia (391 comuni, il 66,3% del totale), anche se segna una decrescita rispetto al numero dello scorso anno (-32 comuni). Il Centro resta marginale: 32 Comuni (-6 rispetto lo scorso anno: 5,4% del totale);
9 I Comuni rifiuti free sopra i 30mila abitanti: si tratta di Belluno, Carpi (MO), Castelfranco Emilia (MO), Misilmeri (PA), Bra (CN) e i comuni veneti di Montebelluna (TV), Castelfranco Veneto (TV), Conegliano (TV), Mira (VE), Pordenone, San Donà di Piave (VE), Trento e Treviso;
26,8% La quota di Comuni rifiuti free del Veneto, sul totale nazionale. Comuni riricloni di Legambiente restituisce anche la ripartizione regionale dei Comuni rifiuti free: in vetta alla classifica troviamo il Veneto (26,8%), segue il Trentino-Alto Adige (20,9%), Friuli-Venezia Giulia (18,1%) e la Campania (14,7%). Fanalino di coda invece per la Liguria con lo 0,4%. Allargando all’Italia intera, i Comuni rifiuti free sul totale dei Comuni sono il 7,5%;
5 L’aumento (in chilogrammi/anno) dell’indifferenziata registrato nel 2021 rispetto al 2020. In linea generale, spiega Legambiente, si è riscontrato un aumento dei rifiuti avviati a smaltimento compreso tra 1 e 5 Kg/pro-capite/anno, con qualche punta intorno ai 10 Kg/pro-capite/anno. Unici in controtendenza: il Consiglio di Bacino Priula che vede diminuire di un ulteriore mezzo chilo il pro-capite smaltito e la Comunità della Val di Non che lo contiene di ulteriori 0,3 Kg rispetto al 2020.
Leggi anche: I rifiuti speciali in Italia, spiegati coi numeri