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domenica, Dicembre 15, 2024

Dalla Gran Bretagna arriva il deodorante che si ricarica. Per dire no al monouso

Per ridurre l'impatto ambientale il Regno Unito sforna Fussy: un deodorante vegano, con le ricariche prodotte da scarti di canna di zucchero e l'astuccio riutilizzabile migliaia di volte. Una soluzione zero rifiuti che è anche alla moda e comoda da portare con sé. Anche i fornitori devono fornire pratiche sostenibili

Caterina Ambrosini
Caterina Ambrosini
Laureata in Gestione dell’ambiente e delle risorse naturali presso la Vrije Universiteit di Amsterdam con specializzazione in Biodiversità e valutazione dei servizi forniti dall'ecosistema. Da inizio 2020, collabora con l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare nel lavoro di mappatura delle realtà nazionali e nella creazione di contenuti.

Dall’ingegno di una fashion designer e un direttore creativo, è stato sviluppato nel Regno Unito un nuovo deodorante che vuole dire stop alla plastica monouso. Tramite un crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter puoi sostenere la campagna preordinando il deodorante ricaricabile Fussy. Gli ideatori, stanchi di tutta la plastica monouso prodotta dagli articoli per la cura personale presenti nei loro bagni, hanno cominciato a chiedersi se non ci fosse un modo migliore per avere sempre un bell’aspetto senza inquinare l’ambiente. Unendo le forze con un’importante agenzia di design di Londra e uno dei principali chimici cosmetici in Europa, il team di Fussy ha sviluppato in 18 mesi un deodorante che non fosse solo sostenibile ma anche comodo e ricaricabile.

L’igiene personale a portata di mano

Secondo uno studio dello Zero Waste Europe, solo nel 2018 l’uso di prodotti di bellezza e cura personale ha prodotto 142 miliardi di unità di imballaggi. Ma non sono solo gli imballaggi a inquinare il nostro pianeta. Infatti, numerosi prodotti per l’igiene personale sono formulati con microplastiche: al loro risciacquo questi ingredienti non possono essere raccolti per il riciclo e non si decompongono nei sistemi di trattamento delle acque reflue (spesso inesistenti), provocando importanti danni all’ambiente. Sono questi i motivi che hanno spinto gli ideatori di Fussy a utilizzare ingredienti naturali per le diverse fragranze e materiali a base vegetale per le ricariche: in poche parole l’obiettivo del progetto è produrre un deodorante che abbia il minor impatto possibile sul pianeta.

Sposando un’ottica circolare, le ricariche sono prodotte da scarti di canna da zucchero e, una volta terminate, possano facilmente essere decomposte in casa. L’astuccio esterno (dove vengono inserite le ricariche) è in plastica a base vegetale: il team di Fussy ha svolto un’analisi accurata sui possibili materiali da utilizzare per il prodotto e questo è risultato essere quello con il minor impatto e che garantisce una lunga vita al deodorante. Infatti, l’astuccio è progettato per essere utilizzato più di 4.000 volte, grazie al suo materiale ma anche al suo design compatto. Inoltre, il team di Fussy promuove una politica di ritorno per l’astuccio esterno affinché venga restituito a fine vita al produttore che si occuperà di riciclarlo nel modo corretto.

La formula del deodorante è stata sviluppata insieme a uno dei principali chimici cosmetici in Europea e non contiene alluminio, parabeni, tossine, fragranze sintetiche, olio di palma. È totalmente vegano e le sue cinque fragranze unisex, che soddisfano tutti i gusti, sono miscele delicate di oli essenziali naturali al 100% ideate da una pluripremiata casa esperta di fragranze. All’interno di ogni ricarica troverai, in base alla fragranza scelta, olio di cocco, cera di girasole, burro di karité, idrossido di magnesio, amido di tapioco, bicarbonato e probiotico (lo troviamo comunemente nello yogurt).

Il deodorante trendy da sfoggiare

Gli ideatori di Fussy hanno però voluto affiancare all’aspetto ambientale, quello della comodità e del design. Si perché sappiamo tutti che i comuni deodoranti non sono famosi per il loro design, e spesso lo portiamo nelle nostre borse e zaini vergognandoci anche un po’ di farlo vedere. La soluzione zero rifiuti di Fussy è molto alla moda, comoda da portare con sé, ma anche facile da utilizzare: basta inserire la ricarica all’interno dell’astuccio e il deodorante sarà pronto all’uso. Ad oggi, grazie alla piattaforma di crowdfunding, oltre tremila persone hanno deciso di credere nel progetto: con i risultati raggiunti fino ad ora l’invenzione ha impedito il consumo di oltre 12mila deodoranti in plastica monouso.

Il progetto però non coinvolge solo ideatori e progettisti nella sfida verso una produzione responsabile. Il team di Fussy, per riuscire a diventare una benefit corporation (con scopo di lucro ma anche una o più finalità di beneficio comune), verifica che tutti i fornitori garantiscano delle pratiche sostenibili, dall’utilizzo di energia rinnovabile a sistemi di riciclo di acqua. Per una maggiore trasparenza, i fornitori aderiscono alle pratiche di lavoro etiche definite dal team di Fussy. Anche per le spedizioni, ci si affida a Good Shipping Programme che supporta un servizio carbon neutral e l’uso di carburante rinnovabile, e imballaggi in cartone riciclabile certificato FSC. Inoltre, gli ideatori di Fussy hanno deciso di finanziare per ogni deodorante venduto la raccolta di un chilo di plastica che potrebbe finire negli oceani, in partnership con Empower.com: con gli ordini fatti fino ad ora si supporterà la raccolta di più di 4,5 tonnellate di plastica.

Le altre alternative al monouso

Sono sempre più le iniziative di piccole aziende, ma anche multinazionali, per rinunciare all’imballaggio per i propri prodotti per la cura della persona. Dai prodotti venduti sfusi a quelli solidi fino alla politica del vuoto a rendere, c’è sempre un’alternativa zero rifiuti possibile da inserire nella propria beauty routine. La strada è ancora lunga soprattutto per le multinazionali che fanno dei passi in avanti ancora troppi piccoli, con progetti sugli imballaggi marginali rispetto al loro intero business.

Oltre all’imballaggio si devono tenere sott’occhio anche gli ingredienti utilizzati nei prodotti, se si vuole tutelare l’ambiente e la salute. Su questo fronte, nel gennaio 2019 l’European Chemical Agency (ECHA) ha proposto una restrizione ad ampio raggio sugli usi intenzionali di microplastiche nel prodotti immessi nel mercato UE, inclusi prodotti cosmetici e per la cura della persona, per evitare e ridurre il loro rilascio nell’ambiente. La restrizione, in attesa di decisione da parte della Commissione Europea, si stima impedirà il rilascio di 500mila tonnellate di microplastiche nell’arco di 20 anni e la riduzione delle emissioni di almeno il 70%.

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