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sabato, Dicembre 14, 2024

Nel mondo parallelo della politica, a pochi giorni dalle elezioni, la crisi climatica scompare

A due settimane dalle elezioni europee e dalle amministrative, meno di una dichiarazione su 10 tra quelle dei maggiori protagonisti dell’agone politico ricorda la crisi climatica

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Redazione EconomiaCircolare.com

Il cambiamento climatico è la sfida più grande che l’umanità deve affrontare (cit. Celeste Saulo, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale) eppure la politica italiane non se ne è (quasi) accorta. A poco più di due settimane dal voto per rinnovare Parlamento e Commissione europea e per le amministrative italiane, i leader politici nazionali, solo in una percentuale risibile (tra 4 e 8%) dei loro discorsi e dei loro post ricordano lo stravolgimento del clima legato all’uso dei combustibili fossili (ma anche all’allevamento intensivo). Quello stravolgimento che poco più di un anno fa ha portato sott’acqua l’Emilia Romagna e che negli ultimi giorni è tornato a minacciare il nord Italia.

“Nonostante le alluvioni che hanno colpito il nord Italia pochi giorni fa, le temperature record degli ultimi mesi e un’estate di siccità alle porte che rischia di mettere in ginocchio tutto il centro-sud, la maggior parte della politica italiana sembra del tutto indifferente alla crisi climatica e alle azioni necessarie per fermarla”, dichiara Federico Spadini, campagna Clima di Greenpeace Italia.

elezioni ambiente clima

Il monitoraggio

È stato l’Osservatorio di Pavia per conto di Greenpeace Italia a monitorare le parole della politica per capire quanto sia scollata dalla realtà. Lo studio è stato condotto analizzando le dichiarazioni dei principali undici leader politici italiani (Bonelli, Calenda, Conte, Fratoianni, Magi, Meloni, Pichetto Fratin, Renzi, Salvini, Schlein e Tajani) postate su Facebook, raccolte nelle edizioni serali dei telegiornali delle reti Rai, Mediaset e La7 e nei principali talk show politici e programmi televisivi di approfondimento nel periodo dal 1° al 14 maggio.

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I risultati

Solo nell’8% delle dichiarazioni dei principali leader politici italiani si fa almeno un accenno alla crisi climatica, ma quelle realmente dedicate al riscaldamento del pianeta sono appena il 4%. Un 4% in cui vanno ricomprese anche le dichiarazioni negazioniste e contrarie alle azioni per il clima.

Se comprendiamo anche i temi ambientali non collegati alla crisi climatica, la percentuale di dichiarazioni arriva a poco meno dell’11%.

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Fra i leader politici, i quattro che più parlano di ambiente in relazione al numero di dichiarazioni sono Pichetto Fratin (lo fa in due dichiarazioni su tre, in controtendenza forse scontata rispetto alla linea degli esponenti del governo, visto il ruolo di ministro dell’Ambiente), Bonelli (35%), Magi (16,7%) e Salvini (11, 8%). Ovviamente con accenti diversi: la comunicazione dei rappresentanti del governo, se si esclude Pichetto Fratin, si distingue infatti per la messa in discussione delle politiche del Green Deal europeo e per la rivendicazione di una “via italiana” alla transizione ecologica, fortemente connotata da resistenze spesso pretestuose alla transizione energetica. In particolare Salvini risulta il politico che più di tutti assume posizioni ambigue, resistenti o contrarie alle azioni per il clima, facendo leva su presunte ricadute industriali negative della transizione e sullo svantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi.

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La posizione del governo, sottolinea Spadini, “oscilla fra l’ignorare le questioni climatiche e l’aperta opposizione alle politiche ambientali europee. Invece che fare il gioco delle grandi aziende del petrolio e del gas, il governo italiano dovrebbe concentrarsi su ciò che veramente serve: investire subito sulla transizione ecologica, le fonti rinnovabili e il risparmio e l’efficienza energetica in tutti i settori”.

“Grandi assenti dal dibattito su clima e ambiente”, secondo Greenpeace e Osservatorio di Pavia, sono le due principali protagoniste della campagna elettorale, Schlein (7,8% delle dichiarazioni) e Meloni (appena il 3,4%).

Le responsabilità della stampa

Dall’analisi Greenpeace e Osservatorio di Pavia emergono anche responsabilità a carico delle testate giornalistiche: “Telegiornali e programmi televisivi di approfondimento determinano i temi degli interventi dei leader politici e dedicano uno spazio quasi nullo a clima e ambiente”. Infatti, si legge nel report, “i temi dell’ambiente, del riscaldamento globale, della transizione ecologica mancano quasi del tutto sia nelle dichiarazioni dei politici in TV in queste due settimane, sia nell’agenda giornalistica legata all’informazione sull’Europa”.

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Leggi anche: Una stampa libera per il clima

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