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giovedì, Gennaio 30, 2025

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La trasformazione dell’EPR: dal rifiuto al ciclo di vita, una sfida per l’economia circolare

Il principio dell’EPR si sposta dalla semplice gestione dei rifiuti ad un approccio olistico che integra progettazione, prevenzione e riutilizzo

Nadia Ramazzini
Nadia Ramazzini
Nadia Ramazzini è una giurista ambientale e lavora come consulente tecnico-giuridico presso la Direzione Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, dove è anche componente del Gruppo di lavoro "End of Waste". Collabora, inoltre, con il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri per lo sviluppo delle competenze sulla transizione ecologica. Ha iniziato il suo percorso professionale occupandosi di qualità, ambiente e sicurezza dei processi industriali di trattamento dei rifiuti, a livello nazionale e internazionale. Presso il Cewep a Bruxelles, ha coordinato gruppi di lavoro europei sulle migliori tecnologie disponibili e sulle politiche di economia circolare e gestione integrata dei rifiuti. Autrice del saggio "La raccolta differenziata" (2015), dal 2018 al 2022 è stata consulente della Commissione Ambiente al Senato.

Il Green Deal Europeo ha dato impulso ad una rivoluzione normativa in tema di economia circolare, promuovendo sostenibilità e decarbonizzazione. L’efficacia di queste misure si basa sulla capacità di interpretare il quadro normativo come un’opportunità in grado di ridisegnare l’intero modello economico in una visione integrata.

In questo scenario, il principio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), introdotto dalla Direttiva Quadro sui Rifiuti (2000/98/CE), si configura come un elemento cardine per implementare appieno i principi dell’economia circolare.

Il ruolo dell’EPR, verso un approccio olistico

Provvedimenti come il Regolamento sulla Progettazione Ecocompatibile (Ecodesign), la Direttiva sul diritto alla riparazione, la Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori (Empowering) e la Direttiva sulla Plastica Monouso, promuovendo una progettazione sostenibile focalizzata su durabilità, riparazione, riciclo e riduzione dell’impatto ambientale, hanno consolidato il ruolo dell’EPR nella gestione responsabile dei prodotti lungo l’intero loro ciclo di vita.

In questa direzione si inserisce la proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti (2008/98/CE) che introduce una nuova visione dell’EPR per il settore tessile che, come richiamato dalla Strategia per prodotti tessili sostenibili e circolari, necessita di un cambiamento radicale al fine di superare il modello lineare attualmente prevalente (fast fashion). La Strategia esorta l’UE affinché una quota rilevante dei contributi EPR, attraverso meccanismi di ecomodulazione delle tariffe, sia destinata a misure di prevenzione dei rifiuti e alla preparazione per il riutilizzo, riducendo gli impatti ambientali già in fase di progettazione.

Il principio dell’EPR si sposta, quindi, dalla semplice gestione dei rifiuti ad un approccio olistico che integra progettazione, prevenzione e riutilizzo.

Leggi anche: Con l’EPR obiettivi più ampi della sola gestione del fine vita dei prodotti tessili

La necessità di incentivi economici

L’EPR rappresenta, inoltre, un’opportunità per stimolare la ricerca, l’innovazione e migliorare la reputazione aziendale, rispondendo a un mercato sempre più orientato verso i criteri ESG. Questa evoluzione porta con sé nuove sfide per l’intera catena di produzione, distribuzione e raccolta, ma offre anche la possibilità di ridurre i costi nel lungo periodo e promuovere filiere produttive sostenibili e modelli di consumo responsabili. Tuttavia, almeno inizialmente, sarà necessario supportare tali cambiamenti con incentivi economici o bonus, per rendere applicabili riforme ambiziose come il diritto alla riparazione, che, senza un adeguato sostegno, rischia di restare una mera teoria priva di impatti concreti sul sistema produttivo e sui comportamenti dei consumatori.

Un EPR evoluto implica anche un salto di qualità nella filiera del riciclo attraverso il miglioramento delle infrastrutture e l’introduzione di tecnologie innovative per il trattamento e il recupero dei rifiuti che consentano un riciclo di qualità. Questo processo dovrà essere supportato dall’introduzione di normative “end of waste” che favoriscano il reinserimento dei materiali nei cicli produttivi.

L’introduzione di nuove forme di responsabilità estesa rappresenta, quindi, una sfida e un’opportunità per il nostro Paese, in particolare per quelle categorie di prodotti ancora escluse dall’EPR, dove eccelliamo per l’elevata qualità della manifattura e dei materiali utilizzati.

Leggi anche: Il futuro della Responsabilità Estesa del Produttore

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