giovedì, Novembre 6, 2025

Giornata internazionale Rifiuti Zero 2025: verso una moda senza sprechi e acquisti inutili

L'edizione 2025 della Giornata Rifiuti Zero istituita dall'Onu si concentra sulla moda, uno dei settori col più alto impatto ambientale. Ridurre la produzione è un passo essenziale. Per farlo serve anche attivarsi in prima persona, smettendo di acquistare accessori inutili e monouso. D'altra parte la natura non produce rifiuti

Valeria Morelli
Valeria Morelli
Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.

La Giornata Internazionale Rifiuti Zero, che si celebra il 30 marzo di ogni anno, è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2023, e mira a sensibilizzare e mobilitare individui, comunità, aziende e nazioni verso un obiettivo comune: la riduzione dei rifiuti. Questa giornata segna un punto di riflessione sull’enorme consumo di risorse e sul loro spreco che in molti casi vuol dire anche gestione insostenibile dei rifiuti.

Perché serve una giornata internazionale sui rifiuti zero

L’importanza di questa giornata risiede nella sua capacità di spingere verso un cambiamento nel modo in cui produciamo, consumiamo e pensiamo ai rifiuti. 

Il mondo è testimone di una crescente crisi, con una produzione annuale che oscilla tra i 2,1 e i 2,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani. Questo ingente volume, che varia dai tessuti agli imballaggi, dall’elettronica alla plastica e agli alimenti, mette a dura prova i sistemi di gestione, già in difficoltà nel tenere il passo con l’attuale tasso di produzione e smaltimento.

Circa 2,7 miliardi di persone in tutto il mondo non hanno accesso a servizi adeguati di raccolta dei rifiuti, il che porta a discariche a cielo aperto con gravi rischi ambientali. L’inquinamento derivante dai rifiuti ha ripercussioni significative sulla salute umana, sulle economie e contribuisce alla triplice crisi planetaria: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento.

In questa fase storica unica, in cui le discariche si gonfiano in modo insostenibile e i mari si riempiono di plastica (e di chissà quali rifiuti non vediamo perché finiscono sui fondali), il concetto di “Rifiuti Zero” (Zero Waste in inglese) emerge non solo come un ideale, ma come una necessaria rivoluzione nelle nostre pratiche quotidiane

La filosofia Rifiuti Zero si concentra infatti sulla prevenzione alla fonte, l’efficienza delle risorse, e l’adozione di pratiche di consumo consapevole che promuovono il riutilizzo, il riciclaggio e la riduzione dello spreco in tutte le sue forme.

L’obiettivo è chiaro: trasformare la crisi globale dei rifiuti in un’opportunità per il progresso sostenibile, assicurando che le future generazioni ereditino un pianeta più pulito, più sicuro e più vivibile.

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Riciclare non basta: “il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”

Ma riciclare non basta? Sappiamo bene quanto sia fondamentale il riciclo, però bisogna in partenza ridurre e lavorare perché prima che un materiale possa diventare materia prima seconda, venga magari riparato, riutilizzato, valorizzato al massimo. Per utilizzare un aforisma potremmo dire che “il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”. 

Questo aforisma ci spinge a considerare la prevenzione dei rifiuti come la strategia più efficace nella loro gestione. Invece di concentrarci unicamente sul riciclo o sullo smaltimento, dovremmo puntare a non generare rifiuti fin dall’inizio. Ridurre la quantità non solo alleggerisce il carico sui sistemi di gestione, ma riduce anche l’impronta ecologica associata alla produzione di nuovi beni. Inoltre evitare la produzione di rifiuti può significare un risparmio economico significativo sia per i consumatori che per le aziende, promuovendo al contempo un’economia più circolare e sostenibile.

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La campagna “e-commerce dell’assurdo”: una finestra sul superfluo

Da qualche giorno ha preso il via la campagna “E-commerce dell’assurdo” lanciata da EconomiaCircolare.com per smascherare l’iperconsumismo e i suoi effetti nocivi, mettendo in luce come molti degli acquisti fatti quotidianamente siano non solo inutili ma anche dannosi per l’ambiente.

Attraverso una serie di esempi satirici e reali, la campagna esplora l‘irrazionalità di certi acquisti che, sebbene possano sembrare comodi o innovativi, in realtà contribuiscono significativamente all’accumulo di rifiuti e al consumo delle risorse per produrli, contro una utilità che si può ritenere marginale se paragonata agli aspetti ambientali. 

La campagna punta a sensibilizzare le persone facendo invertire la tendenza all’iperconsumismo attraverso una riflessione critica condivisa e azioni concrete che possano sensibilizzare il pubblico sull’importanza di scelte di consumo più consapevoli ed ecologicamente sostenibili.

Ma non solo. Il coinvolgimento della comunità è un altro aspetto fondamentale di questa campagna, che invita chiunque a partecipare al “catalogo degli orrori” segnalando un oggetto da aggiungere al carrello dell’e-commerce dell’assurdo, inviando foto o link sulla chat privata dei nostri social oppure all’indirizzo segreteria@economiacircolare.com!

Attraverso la sensibilizzazione, la partecipazione e l’educazione, queste campagne ci invitano a riflettere sul nostro impatto ambientale e a prendere decisioni più responsabili che favoriscono non solo la sostenibilità ambientale ma anche un’economia più etica e consapevole. Con ogni piccolo passo possiamo contribuire a un futuro in cui i principi di zero waste sono non solo aspirazionali ma una realtà concreta e quotidiana.

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La moda e i tessili alla ribalta nella Giornata Rifiuti Zero 2025

Per la prima volta, la Giornata Internazionale “Zero Rifiuti” si concentrerà specificatamente sul settore della moda e del tessile. Questo comparto è stato scelto perché rappresenta una delle principali fonti di rifiuti, con oltre 92 milioni di tonnellate generate ogni anno.

rifiuti moda

La crescente produzione di abbigliamento, che è raddoppiata tra il 2000 e il 2015, e l’uso crescente di fibre sintetiche contribuiscono significativamente all’inquinamento da microplastiche e altri problemi ambientali.

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Promuovere il cambiamento attraverso l’economia circolare

Per raggiungere l’obiettivo di zero rifiuti nel settore della moda e dei tessili, è essenziale un cambiamento sistemico. Questo include la riduzione della sovrapproduzione, l’approvvigionamento responsabile e l’adozione di pratiche di produzione etica.

È fondamentale anche prolungare la vita dei tessuti attraverso il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio, migliorando le tecnologie e le infrastrutture di riciclaggio disponibili. Proprio su questi temi Economiacircolare.com nel 2023 ha realizzato un approfondimento scaricabile gratuitamente Collana Saggi – N.2 Sfide per un tessile circolare. Dall’ecodesign alla seconda vita dei materiali.

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Il ruolo dei governi e delle politiche

Come riporta la documentazione ONU, l’impegno deve riguardare non solo i privati ma anche le istituzioni. I governi a tutti i livelli sono chiamati a costruire economie circolari che affrontino l’esaurimento delle risorse e a investire in programmi moderni di gestione dei rifiuti che promuovano il riutilizzo, la rifabbricazione, il recupero e la prevenzione dei rifiuti. Iniziative come la responsabilità estesa del produttore (REP) sono cruciali per incentivare il design ecocompatibile e ridurre gli impatti ambientali.

Invito all’azione

Questa giornata internazionale non è solo un momento per riflettere, ma anche un appello all’azione per governi, industria e consumatori. È fondamentale ridurre il consumo eccessivo, promuovere modelli di business circolari e sostenere pratiche di consumo e produzione sostenibili per raggiungere l’obiettivo di zero rifiuti nel settore della moda e dei tessili, contribuendo così agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

La Giornata Internazionale Rifiuti Zero del 2025 ci ricorda quindi che ogni azione conta e che insieme possiamo lavorare verso un futuro più sostenibile e senza rifiuti. Concludiamo ricordando un secondo aforisma: “in natura i rifiuti non esistono”, frase che ci ricorda che in ambienti naturali, ogni elemento serve a uno scopo e nulla va sprecato. I cicli biologici in natura operano in modo che ciò che è un prodotto di scarto per un organismo diventa una risorsa per un altro, mantenendo un equilibrio sostenibile.

rifiuti 2

Adottare questo principio nel contesto umano significa sviluppare sistemi in cui i rifiuti possono essere reintegrati nell’economia come risorse, piuttosto che finire in discariche o inceneritori. L’imitazione di tali cicli naturali può aiutare a ridurre drasticamente l’impatto ambientale delle attività umane. Promuovere l’innovazione in tecnologie e metodi che emulino questi processi naturali può portare a significativi progressi verso un futuro in cui i rifiuti possono essere completamente eliminati.

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