Entro il prossimo anno, in Olanda, alla Camera dei rappresentati non si potranno più utilizzare tazze usa e getta: i circa 1.500 lavoratori e lavoratrici della Camera bassa avranno a disposizione per le loro tisane e bevande soltanto tazze riutilizzabili, risparmiando così in un anno 216.000 contenitori monouso. La decisione è giunta a seguito dell’approvazione della mozione del Partito degli animali, che tra le ragioni della scelta cita espressamente la necessità che i rappresentanti politici diano il buon esempio ai loro concittadini.
La Camera bassa olandese ha detto addio alle tazze usa e getta
Nei Paesi Bassi vengono utilizzati più di 4 miliardi di bicchieri usa e getta l’anno e la necessità di abbandonare il monouso è molto sentita. Il primo luglio il surfista olandese Merijn Tinga, conosciuto come Plastic Soup Surfer (il surfista della zuppa di plastica), è partito per un viaggio di 385 chilometri, da Bruxelles ad Amsterdam, su una tavola da surf elettrica realizzata con tazzine usa e getta. Durante l’originale tour, terminato l’8 luglio, ha incontrato politici, rappresentati dei Comuni e imprenditori, con l’obiettivo di sensibilizzare all’uso di bicchieri e tazze riutilizzabili. Ogni mattina solo nei Paesi Bassi 5 milioni di tazze finiscono nei rifiuti. Messe in fila ricoprono 385 chilometri, esattamente la distanza che Plastic Soup Surfer ha percorso con il suo surf fatto con 500 tazze di plastica riciclata. “Se domani saranno bandite le tazzine usa e getta, non ci saranno meno tazzine di caffè da bere mentre si è fuori casa: le soluzioni disponibili sono tante”, ha dichiarato Tinga.
Durante la sua traversata, Merijn Tinga ha anche incassato l’impegno della Segretaria di Stato per le Infrastrutture e la gestione delle risorse idriche, Vivianne Heijnen, a bandire anche dal suo dicastero bicchieri e tazze usa e getta. “Ho chiesto un sistema di deposito cauzionale per tazze e bicchieri analogo a quello che abbiamo introdotto per le bottiglie, qualora non si raggiungano gli obiettivi di riduzione attesi” ha specificato l’attivista.
A Misano Adriatico l’esperienza della movida con riutilizzo
In Italia invece, qualche segnale di attenzione verso il riutilizzo da parte della pubblica amministrazione arriva da Misano Adriatico. Se andate in vacanza nel Comune della riviera romagnola, potreste imbattervi nei bicchieri riutilizzabili dotati di tag Nfc e collegati ad un’applicazione per smartphone. Questi bicchieri intelligenti sono stati sviluppati dalla start-up Pcup, che in collaborazione con ANCI Emilia-Romagna e il Comune di Misano sono protagonisti della campagna “Meno è Meglio”. “In alternativa ai classici e inquinanti bicchieri ‘usa e getta’ – dice a EconomiaCircolare.com Lorenzo Pisoni CEO e founder di PCUP – abbiamo portato a Misano i nostri contenitori in silicone. Grazie a un software, si può gestire la cauzione versata dai clienti per avere il bicchiere in modo condiviso, creando così un circuito di locali che possono ricevere e restituire la cauzione ai cittadini”. In questo modo, chi prende un bicchiere su cauzione per i suoi cocktail, è incentivato a portarlo con sé anche se si sposta in altri punti della città, potendolo poi restituire quando vuoi presso uno dei locali appartenenti al circuito.
L’applicazione consente anche di tracciare il numero di utilizzi dei bicchieri, di pagare cashless le consumazioni e di interagire con i social. “Abbiamo iniziato la sperimentazione da un paio di settimane, con una prima fase dedicata alla formazione dei baristi – continua Pisoni –. Ci sarà un resoconto più dettagliato a fine agosto, quando avremo testato la clientela più giovane sulla quale puntiamo di più”.
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Il covid ha frenato il riutilizzo all’interno delle PA italiane
Ma per vedere la Pubblica amministrazione italiana direttamente protagonista di pratiche di riutilizzo i tempi non sembrano ancora maturi. In Parlamento sono stati installati, anche di recente, nuovi erogatori di acqua “alla spina”, ma non c’è alcun divieto per bicchieri e tazze usa e getta.
D’altro canto l’acquisto di opere, beni o servizi circolari da parte dello Stato e delle pubbliche amministrazioni, anche definito Circular Public Procurement o Green Public Procurement, non è ancora un obbligo nelle procedure di gara pubbliche, ma c’è l’obbligo del rispetto dei cosiddetti CAM, i Criteri Minimi Ambientali, per le diverse categorie merceologiche. “Esiste un criterio ambientale minimo relativo ai rifiuti che dovrebbe essere aggiornato tra pochi giorni – ci spiega Silvano Falocco, direttore della fondazione Ecosistemi, uno dei massimi esperti di Gpp in Italia –. Il CAM precedente a dir la verità non è stato molto adottato da parte delle pubbliche amministrazioni perché faceva una certa confusione tra le policy dell’amministrazione pubblica relative ai rifiuti e quelle richieste nelle gare d’appalto e contratti di servizio”. Ma in tema di riduzione e riutilizzo, ogni CAM cambia a seconda della categoria merceologica. “In ottica di riduzione di rifiuti e imballaggi monouso, nel campo della ristorazione le cose sono drasticamente peggiorate nel corso della pandemia – continua Falocco – a causa dei regolamenti emanati per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Le buone pratiche stanno riprendendo con fatica”. Nelle mense e nei grandi uffici per ragioni sanitarie le autorità hanno preferito tornare alle soluzioni ritenute “più igieniche”, con bicchieri e bottigliette di plastica. “Ma impianti che forniscono bevande senza imballaggio convengono a tutti”, aggiunge il direttore di Fondazione Ecosistemi. Allora perché non prendere spunto dalla Camera bassa olandese e dare il buon esempio anche nelle nostre istituzioni pubbliche?
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