Ancora tutto da capire quale sarà il ruolo del nuovo ministero per il Mare (e per il Sud). L’ex governatore della Sicilia, Nello Musumeci, – unico Presidente dell’Isola che dagli anni 90 non è finito sotto inchiesta – è oggi il responsabile dell’immenso patrimonio della penisola italiana: il Mediterraneo. Quali saranno le sue reali competenze è però ancora da definire.
Alcuni malumori si sentono già tra le fila della Lega per un confine sottilissimo che separa il ministero di Musumeci, dalla competenza per le infrastrutture sui porti commerciali e le linee dei trasporti marini. Parliamo di una questione dirimente per gli equilibri del governo, se si pensa che a uno dei due ministri (o a entrambi?) dovrà essere affidata la gestione di immense risorse economiche e strategiche che interessano molti importanti porti del Nord e, non in ultimo, il più importante e più grande porto del Mediterraneo per la movimentazione delle merci: quello calabrese di Gioia Tauro. Difficile immaginare che competenza per il Mare e per il Sud potrà essere messa da parte in favore delle sole infrastrutture.
Ma la notizia di una competenza specifica sul mare è una scelta strategica che ci si augura possa portare i suoi frutti. Particolarmente auspicabile è una reale politica di tutela di coste e fondali, in contrapposizione a quella dello sfruttamento incondizionato. Le questioni sono molte, diverse e complesse, e passano dalle autorizzazioni per i gasdotti sottomarini, alle linee navali e le infrastrutture per i principali porti commerciali, arrivando fino alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina che potrebbe tornare in agenda.
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Il rapporto tra il mare e Musumeci
Facendo una piccola analisi delle questioni fin qui di interesse dello storico rappresentante della destra siciliana, certamente il Ponte sullo Stretto merita un capitolo dedicato. Da sempre sostenitore della grande opera, durante il suo mandato da Presidente ha più volte e per diverse ragioni chiesto sia al governo Conte che Draghi di intervenire attivamente per l’inizio dei lavori di costruzione. Da membro del Governo del Paese, c’è da ipotizzare un suo interessamento in tal senso che si scontrerà – per forza di cose – su una competenza che potrebbe essere affidata (e pretesa) a Matteo Salvini, ministro alle Infrastrutture. Allo stesso tempo bisognerà capire chi dei due dovrà gestire la Capitaneria di Porto, con annessa gestione degli sbarchi.
Musumeci è stato anche uno dei principali sostenitori di Argo-Cassiopea, il gasdotto sottomarino Eni, in fase di costruzione e lungo 60 km, che sorgerà nella costa tra Gela, Licata e Porto Empedocle. Ma l’ex Governatore è anche il creatore, assieme al suo ex assessore Sebastiano Tusa, del Museo del Mare a Gela. Una piccola eccellenza in cui sono raccolti alcuni storici reperti archeologici e soprattutto l’enorme nave arcaica del V secolo avanti Cristo.
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L’appello di Marevivo
Intanto dall’associazione Marevivo, la storica associazione che dal 1985 si batte in tutela del mare e dei suoi abitanti, arriva un appello al neonato ministero. “Ci auguriamo che il nuovo Ministero del Mare possa ricoprire quel ruolo di collettore e coordinamento di tutte le istanze che compongono la gestione corretta di un bene comune, dalla sua salute al commercio, dal turismo alla protezione, dalla pesca al trasporto. È oggi quanto mai necessario dedicare la giusta attenzione alla salvaguardia di un bene prezioso come l’ecosistema marino” ha dichiarato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo Onlus.
In questo momento, da quello che riportano le prime informazioni sulle competenze, questo nuovo ministero si occuperà di logistica portuale, promozione di interventi e misure di salvaguardia e difesa verso le opportunità offerte dalla moderna blue economy. Un po’ sulla scia dell’esperienza francese, dove questo ministero esiste già dal 1981.
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