Il 25 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Pasta, istituita nel 1998 a Napoli su iniziativa dell’Unione Mondiale della Pasta e dell’International Pasta Organisation (IPO) per promuovere la pasta come alimento sano, gustoso, simbolo di convivialità e cultura.
Se è vero che la giornata nasce come occasione per onorare uno dei piatti più amati al mondo, è anche vero che possiamo cogliere questa ricorrenza per riflettere sul suo impatto ambientale e analizzarne i profili di circolarità. La pasta, simbolo per eccellenza della dieta mediterranea e della cultura italiana, rappresenta infatti un caso di studio perfetto per applicare i principi dell’economia circolare. Il suo viaggio, dal chicco di grano alla nostra tavola, può e deve diventare un modello di sostenibilità. Analizziamo le fasi principali del ciclo di vita della pasta per scoprire come ogni fase possa contribuire a un futuro più circolare.
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L’agricoltura rigenerativa per un grano di qualità
Tutto inizia da un chicco di grano ma ciò che accade prima e dopo può prendere percorsi davvero diversi. Il modello lineare prendi-produci-getta esiste anche nei campi. Ad esempio un’agricoltura intensiva che depaupera i suoli.
L’economia circolare, invece, parte dalla rigenerazione della risorsa primaria: la terra. L’agricoltura rigenerativa va oltre il concetto di “sostenibile”, puntando a migliorare attivamente la salute dell’ecosistema agricolo. Pratiche come la rotazione delle colture, l’uso di colture di copertura (cover crops), l’agricoltura conservativa (no-till farming) e l’integrazione con l’allevamento non solo riducono la necessità di fertilizzanti e pesticidi di sintesi, ma aumentano la materia organica nel terreno. Un suolo più sano è più fertile trattiene meglio l’acqua (riducendo il fabbisogno idrico) e, soprattutto, agisce come un potente serbatoio di carbonio, sequestrando CO2 dall’atmosfera. Scegliere paste prodotte da grani coltivati con questi metodi significa sostenere un modello che rigenera attivamente il nostro pianeta.
L’importanza della filiera e del grano 100% italiano
La circolarità è anche (solitamente) sinonimo di trasparenza e filiera corta. Sapere da dove viene il grano con cui è fatta la nostra pasta è un indicatore di sostenibilità oltre ad essere una garanzia di qualità. Una filiera corta e tracciabile, come quella promossa da molti pastifici che utilizzano grano 100% italiano, riduce drasticamente le emissioni legate al trasporto a lunga distanza. Inoltre, rafforza le economie locali, crea un legame più stretto tra agricoltori, trasformatori e consumatori, e permette un controllo maggiore sulle pratiche agricole adottate. La crescente attenzione dei consumatori verso l’origine delle materie prime sta spingendo le aziende a investire in sistemi di tracciabilità avanzati, come la blockchain, che rendono l’intera catena del valore trasparente e verificabile. In questo modo, il consumatore diventa un attore consapevole, capace di premiare con le proprie scelte le filiere più virtuose e circolari.

L’innovazione nel packaging
Una volta prodotta, la pasta deve essere confezionata. Per decenni, la plastica è stata la soluzione dominante, ma oggi rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti. L’industria della pasta sta rispondendo con l’ideazione di packaging innovativi che chiudono il cerchio dei materiali. La più diffusa è la sostituzione della plastica con la carta, stando attenti che sia proveniente da foreste gestite in modo responsabile (certificata FSC o PEFC). Queste confezioni, riducono l’inquinamento da plastica e promuovono l’uso di risorse rinnovabili. Altri marchi hanno iniziato ad utilizzare bioplastiche compostabili, derivate da materie prime vegetali come l’amido di mais, che possono essere smaltite nell’umido e trasformate successivamente in compost. Anche il design gioca un ruolo chiave: confezioni “monomateriale” sono più facili da riciclare e vi è chi in continuazione studia per ridurre la quantità di packaging necessario. La vendita di pasta sfusa poi, dove possibile, elimina del tutto il packaging primario, incarnando il principio circolare della prevenzione del rifiuto.
Come contrastare lo spreco alimentare in casa
Il ciclo di vita della pasta si conclude nelle nostre cucine, ed è qui che il nostro ruolo diventa ancor più fondamentale. Secondo l’Osservatorio Waste Watcher International, ogni anno in Italia si buttano via 1,7 milioni di tonnellate di cibo, un paradosso che fotografa con crudezza la realtà italiana, dove lo spreco alimentare convive con la povertà crescente. Come possiamo contribuire a diminuirlo? Ecco qualche semplice consiglio
- Porzioni corrette: il primo passo è comprare le giuste quantità. A volte ci facciamo sedurre da offerte convenienti (ma quando si tratta di pasta si parla davvero di poche decine di centesimi solitamente). Solo che magari dopo un po’ ci stufiamo di mangiare quello stesso formato acquistato in eccesso o ce ne dimentichiamo e il passare del tempo può vedere l’insorgere di farfalline e la necessità di buttare tutto, vanificando il risparmio. Occhio anche a quando decidiamo quanta cuocerne. Ad esempio, la dose consigliata per un adulto è di circa 80-100 grammi di pasta secca. Evitare di cuocerne troppa è la forma più efficace di prevenzione dello spreco. Ma se accade… Leggi il prossimo consiglio!
- Valorizzare gli avanzi: se avanza della pasta, non deve mai finire nella spazzatura. Può essere semplicemente scaldata in padella o al microonde o diventare la base per piatti deliziosi e creativi: una frittata di pasta, una pasta al forno gratinata il giorno dopo, o un’insalata di pasta fredda per il pranzo. Con un po’ di fantasia, l’avanzo si trasforma in una nuova risorsa.
- Riutilizzare l’acqua di cottura: l’acqua in cui cuociamo la pasta è un tesoro nascosto. Ricca di amidi e sali minerali, è un peccato buttarla via. Una volta raffreddata, se povera di sale può essere usata per innaffiare le piante (un ottimo fertilizzante naturale), altrimenti come base per zuppe e minestroni, per l’ammollo dei legumi o per rendere più cremose le salse dei nostri stessi piatti di pasta, riducendo l’uso di grassi.

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Un piatto di pasta per il futuro
La Giornata Mondiale della Pasta ci invita a guardare oltre il piacere del palato. Un semplice piatto di spaghetti può diventare un nuovo modello di consumo e produzione. Sostenendo l’agricoltura rigenerativa, scegliendo prodotti da filiere tracciabili, preferendo packaging riciclabili e adottando buone pratiche anti-spreco in cucina, trasformiamo un gesto quotidiano in un’azione concreta per un’economia davvero circolare. Il futuro del nostro pianeta si costruisce anche a tavola, un piatto di pasta alla volta.
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